23 Novembre, 2024
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Una esperienza di vita… nel Regno Unito

Torno da Londra dove sono stata ospite di Luigia e Marco, una interessante coppia italiana che tre anni fa, nel 2018 , ha deciso di andare a vivere nella capitale del Regno Unito.
Curiosa e interessata all’umano ho pensato di far loro una intervista per capire perché a più di 40 anni si sono messi in gioco con una nuova scelta di vita.
Perfettamente integrati nella realtà londinese lavorano e vivono con i due figli Antonio e Caterina in una bella casa nella zona di Denmark Hill.


Qui i due bambini vanno a scuola in un contesto che io, vecchia insegnante in pensione, ho subito apprezzato per la semplicità di un ambiente a misura di bambino.
Perché avete scelto di lasciare il vostro lavoro in Italia e iniziare qui una nuova avventura?
Siamo partiti, spinti dalle diverse opportunità di lavoro dei genitori e in particolare della donna che in Italia è frustrata e non riesce a soddisfare il proprio desiderio di crescere nel lavoro e nel contempo seguire serenamente i figli senza condizionamenti e rinunce.
Il desiderio di riuscire al meglio nel lavoro e di essere soddisfatto spinge ognuno di noi a tentare e a provare talvolta anche alla cieca.
Marco, già soddisfatto del proprio lavoro in Italia, ha deciso di andare a Londra sia per soddisfare il desiderio di far crescere i propri figli nella madre lingua inglese che per supportare la crescita professionale di Luigia, che previo colloquio è stata assunta come funzionario di una importante multinazionale.
Qui viviamo soddisfatti del lavoro, appagati da una vita giornaliera più facile senza burocrazia, soddisfatti dei trasporti e dei servizi più efficenti pagati allo stato con una tassa unica.
Un vero pragmatismo.
Che peccato, siamo italiani e rendiamo il nostro servizio alla società inglese, siamo dispiaciuti, ma forse ora va bene così.
Come avete scelto di comprare la casa e perché in questa zona?
La scelta di comprare la casa a Denmark Hill è stata dettata dalla vicinanza alla scuola primaria “Lyndhurst primary school“ frequentata dai bambini che in seguito fino a 14 anni, potranno andare ad una scuola secondaria vicina e di buon livello, garantita dal governo.
Nel Regno Unito una commissione governativa, durante l’anno scolastico, ispeziona i plessi scolastici, li valuta ed elargisce loro i fondi in base ai progetti realizzati dalla scuola.
Il merito è un parametro importante nella valutazione del processo formativo degli insegnanti che lavorano serenamente in edifici accoglienti e ben strutturati.
Come vi trovate nel contesto sociale londinese e come vivete la realtà scolastica?
Il contesto sociale di questa zona è formato da famiglie giovani con un buon livello culturale, i giovani aperti e inclusivi sono disposti a condividere tutti i progetti della scuola a cui partecipano con semplicità e naturalezza, caratteristiche che ci fanno vivere in un spirito di famiglia sereno.
La scuola è aperta anche di pomeriggio ai bambini che vogliono fare sport e musica e la sera ai genitori degli alunni che possono usufruire delle strutture scolastiche versando una quota in denaro alla scuola che in questo modo usa gli impianti al top.
l genitori partecipano attivamente alla vita della scuola.
La mamma accompagna Antonio che frequenta la terza della primaria in gita, e ogni volta usufruisce di una delle 6 giornate l’anno pagate dalla sua azienda che riconosce il suo lavoro come volontariato alla scuola.
E’ proprio un altro mondo.
Durante il mio soggiorno a Londra anch’io sono stata invitata a partecipare alla gita di un giorno fatta al Kew gardens, il Royal Botanic Park.
E’ stata una bellissima esperienza per l’ospitalità ricevuta dagli insegnanti , dai genitori presenti e dai bambini.
Ho rivissuto insieme a loro, le gite e i viaggi fatti nel tempo con i miei alunni, insomma mi sono sentita a casa.
Nel Regno Unito c’è veramente quello che esprime il filosofo Ludwig Wittgenstein nella sua opera più conosciuta “La difesa del senso comune”, del 1925.
La sua forza e la sua grandezza di insegnante stanno nel tentativo di dissipare i fumi dell’idealismo rimettendo la filosofia con i piedi per terra, fedele in questo a quell’ empirismo anglosassone che appunto nel senso comune ricerca il suo più solido radicamento.
Clara Bergantini

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