2 Novembre, 2024
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Elezioni, le proposte per l’agricoltura di Cia, Coldiretti, Confagricoltura e Copagri

Dopo ver presentato le proposte firmate dalle principali forze politiche nell’articolo “Elezioni 2022: il programma per l’agricoltura di Lega, PD, Fratelli D’Italia e M5S” illustriamo le raccomandazioni che i sindacati agricoli vogliono rivolgere alla classe politica.

CIA: “Agricoltura e territorio dalle emergenze al futuro”

 Emergenza energetica crisi russo-ucraina

  • Credito imposta per l’acquisto di gasolio agricolo, incluso riscaldamento delle coltura in serra, per il 2022-2023.
  • Incentivi fiscali (credito d’imposta) per sostenere l’acquisto di altri fattori produttivi (mangimi, fertilizzanti, sementi e piantine).
  • Sterilizzazione strutturale accise carburanti ed ulteriore riduzione per il periodo 2022-2023.
  • Autorizzare in sede UE le imprese agricole a immettere in rete energia prodotta con il fotovoltaico prodotta oltre i propri livelli annui di auto-consumo.
  • Pieno accesso alle aziende agricole agli incentivi già previsti in favore delle imprese “energivore”.
  • Rifinanziamento del “Fondo filiere agricole” indirizzato ai comparti in crisi con interventi a fondo perduto commisurati alle perdite subite.
  • Consolidamento del debito per le imprese il cui livello di indebitamento nel 2022 sia stato pari o superiore al 30’% del fatturato prodotto nel 2021

Emergenza idrica

  • Esonero dei contributi previdenziali e credito agevolato per imprese agricole dei territori in Stato di emergenza per la siccità. L’applicazione dell’incentivo dovrà essere semplificata rispetto all’esperienze recenti (emergenza covid-19).
  • Ristrutturazione immediata della rete di canali e della rete idro-potabile favorendo gli investimenti per ridurre gli sprechi di risorsa.
  • Predisposizione immediata e avvio di un progetto infrastrutturale di piccoli invasi/laghetti attuabile con tempistiche certe e con procedure amministrative in deroga alla” burocrazia”.

 Emergenza cinghiali

  • Commissario straordinario per la gestione della fauna selvatica presso Palazzo Chigi con pieni poteri e coordinamento di una cabina di regia regionale (Modello Generale Figliuolo).
  • Piano emergenziale di contenimento e gestione fauna selvatica con obiettivi di riduzione della popolazione di cinghiali per il periodo 2022-2023 chiari, raggiungibili e costantemente monitorati anche avvalendosi.
  • Creazione Fondo ad hoc per la gestione fauna selvatica presso il Mipaaf per interventi di protezione delle strutture agricole, misure di sostegno alle perdite subite, attuazione di tutte le misure del Piano di contenimento (dotazione iniziale di 200 mln di euro per il 2023).
  • In vista della revisione del regime degli aiuti di Stato, attivarsi tempestivamente in sede UE per il superamento del regime de minimis nell’ambito del sistema di indennizzi alle imprese.

 Emergenza manodopera agricola

  • Semplificazione e maggiore flessibilità degli strumenti per il reperimento della manodopera agricola anche attraverso innovazione digitale così da garantire più trasparenza.

 La sostenibilità economica

  • Favorire la transizione digitale nelle aree interne attraverso investimenti in innovazione produttiva, organizzativa e commerciale.
  • Più incentivi alla modernizzazione agricola per risolvere le “debolezze storiche” di filiera nelle aree interne (prima trasformazione, logistica) e favorire la concentrazione della produzione agricola lungo i processi.
  • Modernizzazione della meccanizzazione agricola in linea con le sfide ambientali europee.
  • Incentivare reti e sistemi produttivi a vocazione territoriale con partecipa- zione condivisa di tutte le forze economiche e sociali (agricoltori, artigiani, commercio, logistica, turismo, consumatori, enti locali, Università).
  • Sviluppare, con azioni e politiche mirate, strategie di sviluppo territoriale puntando sul legame qualità – distintività territoriale e sulla tutela della biodiversità.
  • Puntare sulla dimensione rurale del turismo nelle politiche di marketing del Paese valorizzando l’agriturismo mettendo a sistema il circuito agricolo ed enogastronomico con le potenzialità culturali, storiche e paesaggistiche.
  • Sviluppare reti di impresa per la vendita diretta così da aggregare le filiere soprattutto nelle realtà minori e nelle aree rurali svantaggiate.
  • Rilanciare il ruolo dell’agricoltura giovanile favorendo il “ritorno alla terra” anche attraverso politiche di insediamento abitativo.
  • Promuovere politiche di sostegno dell’imprenditoria femminile agricola all’interno di una più ampia strategia di riduzione dei divari di genere nelle aree
  • Progetto unico di semplificazione burocratica del sistema nazionale di gestione agricolo, a partire dai pagamenti della politica agricola comune.

La sostenibilità sociale

  • Ristrutturazione infrastruttura stradale nelle aree interne e montane.
  • Agevolare ripristino infrastruttura scolastica nelle aree rurali e periferiche anche rafforzando i legami tra istruzione e mondo agricolo e rilanciando il ruolo centrale della cultura.
  • Tornare a puntare sulla sanità territoriale nelle aree rurali anche favorendo investimenti tecnologici per il superamento del digital-divide.
  • Maggiori investimenti per sostenere e sviluppare le forme di agricoltura sociale.
  • Incentivare una migliore organizzazione dei servizi alla persona nelle aree rurali, a partire da quelli dedicati alle fasce più deboli e ai pensionati
  • Investimenti per la diffusione e il funzionamento dei servizi di base nelle aree interne così da ridurre lo spopolamento giovanile e incentivare la presenza dei
  • Avviare il necessario percorso di adeguamento delle pensioni minime.

PNRR: più agricoltura e territori rurali

  • Portare a compimento le riforme e gli interventi richiesti per poter ricevere nei tempi stabiliti le risorse negoziate a livello comunitario e consentire il regolare avanzamento della spesa programmata.
  • Sburocratizzare quanto più possibile le procedure necessarie all’attuazione delle azioni/misure del Piano con l’obiettivo di spendere in maniera efficace ed efficiente le risorse disponibili.
  • Creare sinergie tra le varie missioni del Piano con l’obiettivo di definire e avviare una strategia di sviluppo territoriale partecipata nelle aree interne con il protagonismo degli operatori della filiera agroalimentare in sinergia con le forze sociali ed economiche.
  • Utilizzare misure e risorse del Piano per risolvere, in via definitiva e strutturata, problematiche conseguenti a mancati investimenti che continuano a penalizzare le imprese agricola di fronte a crisi energetiche e climatiche come quelle del recente periodo.

Orizzonte Europa

  •  La prossima classe politica dovrà impegnarsi prioritariamente per l’attuazione della politica agricola comunitaria rispettando gli impegni per garantire l’en- trata in vigore della Pac entro i tempi stabiliti.
  • In tale contesto il prossimo Piano Strategico Nazionale diventa uno strumento strategico per costruire il non più rinviabile progetto nazionale di moderniz- zazione agricola, valorizzando la funzione reddituale degli agricoltori nel rispetto della sostenibilità economica, ambientale e sociale.

2023-2024

  • Contrastare sistemi di etichettatura europei, “Nutri-Score”, che penalizzano il Made in Italy agroalimentare non garantendo un’adeguata trasparenza delle informazioni alimentari presso i consumatori.
  • Tutelare le eccellenze agricole e alimentari italiane di fronte a ingiustificati rischi per la salute umana e al raggiungimento di obiettivi di sostenibilità.
  • Garantire il raggiungimento degli obiettivi green deal basando la strategia su analisi di impatto e incentivando innovazioni e strumenti alternativi in grado di assicurare la funzione produttiva e la sostenibilità delle imprese.
  • Particolare attenzione a dossier strategici per il futuro dell’agricoltura italiana come la revisione del sistema delle denominazioni di origine; la visione di lungo termine per le aree rurali e specifiche norme settoriali che hanno un impatto diretto sulle imprese.

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COLDIRETTI: “Mi impegno con la mia forza politica a sottoscrivere 5 punti!”

1) DIFENDERE L’AGRICOLTURA ITALIANA CON L’ISTITUZIONE DEL MINISTERO DELL’AGROALIMENTARE: DALLA LEGGE DI BILANCIO AI 35 MILIARDI DI EURO DI FONDI EUROPEI DA NON PERDERE.

La prossima legge di bilancio dovrà sostenere il ruolo dell’agroalimentare nazionale, che oggi rappresenta il 25% del Pil ed è diventata la prima ricchezza del Paese, occupando 4 milioni di persone, con misure per tutelare il reddito delle aziende agricole, anche a livello di tassazione. Misure indispensabili anche per fronteggiare il drammatico aumento dei costi, con punte del +250%. Serve un unico punto di riferimento istituzionale: il Ministero dell’agroalimentare. Occorre investire sui contratti di filiera e sulla massima applicazione della norma contro le pratiche sleali, per difendere agricoltori e cittadini dalla speculazione.

Sulla Politica agricola comune occorre superare le osservazioni di Bruxelles e approvare in tempi stretti il Piano strategico nazionale senza il quale non sarà possibile far partire la nuova programmazione dal 1° gennaio 2023. Stiamo parlando di una dotazione finanziaria di 35 miliardi per sostenere l’impegno degli agricoltori italiani verso l’innovazione, la sostenibilità e il miglioramento delle rese produttive, tanto più vitali in un momento dove la guerra in Ucraina ha mostrato tutta la strategicità del cibo e la necessità per il Paese di assicurarsi la sovranità alimentare.

2) EUROPA: NO AL NUTRISCORE, NO AL CIBO SINTETICO E NO AL MERCOSUR, Sì ALL’ORIGINE IN ETICHETTA, SI ALLA SOSTENIBILITÀ E SI ALLA RICERCA

In Europa serve un netto NO contro il Nutriscore e i sistemi allarmistici di etichettatura a semaforo che alcuni Paesi stanno applicando su diversi alimenti sulla base dei contenuti in grassi, zuccheri o sale. Sistemi fuorvianti, discriminatori ed incompleti che finiscono paradossalmente per escludere dalla dieta alimenti sani e naturali che da secoli sono presenti sulle tavole per favorire prodotti artificiali di cui in alcuni casi non è nota neanche la ricetta. Serve al contrario l’obbligo di indicare l’origine in etichetta su tutti gli alimenti per garantire massima trasparenza ai consumatori.

Ma una minaccia letale per l’agricoltura italiana e la salute dei consumatori viene anche dal cibo sintetico, dalla bistecca fatta nel bioreattore al latte senza mucche. Un attacco alle stalle italiane e all’intero Made in Italy a tavola portato dalle multinazionali del cibo che, dietro belle parole come “salviamo il pianeta” e “sostenibilità”, nasconde l’obiettivo di arrivare a produrre alimenti facendo progressivamente a meno degli animali, dei campi coltivati, degli agricoltori stessi. Non possiamo accettarlo. Così come va sempre ribadito il principio di reciprocità negli accordi commerciali e non si può accettare il trattato Ue-Mercosur, che rischia di aprire le porte a prodotti che utilizzano più di 200 pesticidi non autorizzati da noi e ad aumentare la deforestazione e l’inquinamento, mettendo in ginocchio le imprese agricole europee. Coldiretti chiede all’Europa coraggio per la transizione ecologica, con il via libera alla ricerca in campo delle new breeding techniques, da distinguere dagli OGM transgenici e alle politiche di sostenibilità per rendere l’agroalimentare sempre più competitivo, come con i biocarburanti e la bioeconomia circolare.

3) PNRR: LA CHIAVE PER LA SOVRANITÀ ALIMENTARE, ENERGETICA E LOGISTICA ITALIANA

Lo sforzo di modernizzazione e la digitalizzazione dell’agricoltura italiana e dell’intero Paese non può fare a meno del Pnrr, dove serve il massimo impegno di tutti per non rischiare di perdere quella che è un’occasione irripetibile. Sono risorse chiave per la sovranità alimentare ed energetica del nostro Paese. Dopo la pubblicazione del bando per il sostegno ai contratti di filiera serve accelerare anche su quello del fotovoltaico, che apre alla possibilità di installare pannelli fotovoltaici sui tetti di circa 20mila stalle e cascine senza consumo di suolo, contribuendo alla transizione green e riducendo la dipendenza energetica del Paese. Allo stesso modo, il bando sulla logistica è fondamentale per agire sui ritardi strutturali dell’Italia e sbloccare tutte le infrastrutture che migliorerebbero i collegamenti tra Sud e Nord del Paese, ma anche con il resto del mondo, superando il gap che ci separa dagli altri Paesi europei, Spagna in testa.

4) STOP CINGHIALI: DIFENDIAMO CITTADINI E AGRI- COLTORI

Bisogna dare risposte alle decine di migliaia di aziende che vedono ogni giorno il proprio lavoro cancellato dai 2,3 milioni di cinghiali proliferati senza alcun controllo, che mettono a rischio anche la sicurezza dei cittadini.

Serve un decreto legge urgentissimo per modificare l’articolo 19 della legge 157 del 1992 e ampliare il periodo di caccia al cinghiale e dare la possibilità alle Regioni di effettuare piani di controllo e selezione nelle aree protette. Non c’è più tempo per le promesse, servono i fatti!

5) PIANO INVASI: ACQUA E ENERGIASOSTENIBILE PER L’ITALIA

La drammatica siccità che stiamo vivendo è il risultato degli stravolgimenti climatici ma anche di una mancanza di programmazione nella gestione delle risorse idriche. Sono passati cinque anni dalla presentazione del progetto di Coldiretti per la realizzazione dei bacini di accumulo, che avrebbero garantito acqua a famiglie e imprese e prodotto energia pulita. Il tempo perso ci è costato più di 7 miliardi di euro. Raccogliamo solo l’11% dell’acqua piovana, dobbiamo arrivare al 50%! Una rete di invasi per catturare l’acqua quando cade e distribuirla quando non c’è deve essere una priorità per il Paese.

Le incertezze di contesto richiamate in premessa, rendono urgente un intervento da parte della prossima classe politica italiana orientato alla risoluzione di una serie di emergenze. Sono imprescindibili alcuni interventi da realizzarsi, all’indomani della nascita della legislatura, nei primi provvedimenti utili che saranno adottati a partire dalla manovra di bilancio pluriennale dello Stato.

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Le proposte di Confagricoltura per la nuova agenda di governo

Filiera agroalimentare italiana: dalla tutela del Made in Italy alla digitalizzazione

La tutela del Made in Italy agroalimentare è da sempre priorità di Confagricoltura. Fondare il modello agroalimentare sui prodotti della terra rinforza il senso di appartenenza dei nostri agricoltori. E’ nostra convinzione che l’Europa debba promuovere un modello nutrizionale in grado di garantire alla popolazione una migliore qualità della vita e la piena salvaguardia della sostenibilità ambientale.

La filiera agroalimentare italiana ha conseguito, nonostante la crisi pandemica ed il conflitto russo-ucraino, eccellenti performance in termini di export a livello mondiale, grazie agli investimenti sulla valorizzazione dei prodotti a denominazione, tipici e a marchio. Spazi significativi possono ancora essere conquistati sui mercati internazionali, anche alla luce degli accordi bilaterali sottoscritti negli ultimi anni, in particolar modo il Ceta e il JEFTA. Perplessità generà però la partnership commerciale con il Mercosur (mercato comune dell’America meridionale): le grandi opportunità che si prefigurano per il comparto del vino potrebbero non rivelarsi altrettanto utili per gli altri settori della filiera. Rimane comunque per noi lungimirante promuovere accordi con mercati in forte espansione, quali i Paesi del Sud Est asiatico e gli Stati Uniti.

Rafforzare le filiere produttive nazionali è un obiettivo da perseguire con forte impegno attraverso l’adeguamento delle strutture di stoccaggio e della rete dei trasporti, l’aggregazione di offerta delle produzioni agricole per condurle sui mercati a costi ed in tempi più convenienti possibili, la digitalizzazione delle nostre imprese per favorire il marketing e la rintracciabilità delle produzioni. Confagricoltura continuerà il lavoro svolto in tale direzione, anche grazie ad Hubfarm, società fondata proprio con l’obiettivo di accompagnare le imprese agricole italiane lungo il percorso di transizione digitale come fattore chiave della sostenibilità economica, ambientale e sociale.

L’agricoltura andrà quindi accompagnata in questo nuovo percorso attraverso l’adozione delle migliori tecnologie, dalla scienza applicata e da nuove strategie di mercato. È in questa prospettiva che riteniamo che alcuni interventi siano necessari per sostenere e promuovere il nostro sistema paese.

Lavoro e previdenza sociale

  • Riduzione del cuneo fiscale e quota antinfortunistica (INAIL);
  • contrasto al caporalato;
  • decontribuzione degli oneri previdenziali previsti per gli operai a tempo determinato;
  • salario minimo e definizione di un sistema di gestione dei flussi migratori;
  • collocamento obbligatorio dei soggetti diversamente abili.

Fiscalità e credito

  • Estensione a tutto il 2022 del credito d’imposta del 20% sull’acquisto del carburante agricolo, previsto attualmente solo per il I e III trimestre;
  • stabilizzazione delle aliquote di agevolazione del credito d’imposta previste per il solo 2022 da Piano nazionale Transizione 4.0 per gli investimenti in beni strumentali innovativi anche per 2023;
  • sostegno degli investimenti in colture arboree pluriennali;
  • eliminazione dell’IMU sui terreni agricoli concessi in affitto ad agricoltori professionali (IAP e CD), ovvero a giovani agricoltori;
  • effettiva operatività della rinegoziazione ventennale dei mutui bancari agrari;
  • semplificazione delle procedure amministrative ed introduzione di una deroga rispetto all’obbligo di comunicazione in forma elettronica tra PA e imprese.

Ambiente e territorio

  • definizione di una strategia italiana sul carbon farming finalizzata alla costruzione di una rete tra imprese per favorire il raggiungimento degli obiettivi previsti al 2030 e al 2050;
  • superamento del limite dell’autoconsumo sul recente bando agrisolare del MIPAAF;
  • ripristino degli incentivi previsti dal MITE per la realizzazione di impianti fotovoltaici a terra da parte delle imprese agricole, insieme alla formulazione di una nuova strategia energetica da fonti rinnovabili;
  • nuovo programma che incentivi l’utilizzo di energia elettrica da biogas;
  • per gli impianti a bioenergie esistenti, è raccomandabile a nostro avviso prevedere continuità dei regimi di incentivazione della produzione elettrica;
  • precisare le modalità di applicazione del sistema di tassazione, chiarendo che essa si applica alla sola componente riconducibile alla valorizzazione dell’energia ceduta;
  • esclusione aziende agricole dalle recenti disposizioni sugli extraprofitti;
  • inclusione delle attività agricole tra le energivore;
  • piano strategico sui fertilizzanti, per nuovi fornitori e maggiore produzione interna;
  • riqualificazione degli impianti serricoli;
  • rete idraulica in grado di rispondere ai cambiamenti climatici soprattutto per aumentare la percentuale dell’11% di acqua piovana;
  • ripristino e valorizzazione delle aree forestali;
  • valorizzazione del rapporto smart cities e agricoltura, e dei borghi rurali tramite lo sviluppo di progettualità mirate;
  • campagne di promozione dell’istituendo marchio “biologico italiano”;
  • promuovere lo sviluppo e l’applicazione in agricoltura delle Tecnologie di evoluzione assistita (TEA);
  • interventi sulla gestione della fauna selvatica e in particolare sui cinghiali;
  • promozione della diffusione di sistemi fotovoltaici che permettano di produrre energia valorizzando territori marginali;
  • sviluppo del biometano agricolo e del biofuel alla luce degli obiettivi al 2035.

Competitività

  • ripristino della propensione agronomica dei suoli;
  • incentivazione alla costituzione di OP di settore;
  • stoccaggi e strutture di prima trasformazione;
  • piano straordinario di miglioramento genetico vegetale e animale;
  • cumulo di agevolazioni nazionali e comunitarie;
  • estensione e potenziamento del finanziamento agli aiuti “de minimis” per i “contratti di filiera” di talune coltivazioni;
  • modifiche alla Legge 144/51 che regolamenta in maniera troppo restrittiva l’estirpazione delle piante di olivo;
  • potenziamento delle misure rivolte all’innovazione del vigneto e delle cantine;
  • implementazione fondo agrumi per maggiori investimenti;
  • Piano straordinario colture protette;
  • Piano di rilancio delle colture cerealicole;
  • programma di comunicazione coordinato tra i Ministeri interessati per fornire corrette informazioni ai cittadini/consumatori sulle produzioni zootecniche.

Europa

  • Reimpostare un sistema di politiche economiche legato al potenziamento della sfera legata alla competitività aziendale e non a quella sociale;
  • posizionamento del sistema europeo delle materie prime agricole rispetto al mutato scenario globale;
  • No Nutriscore: indispensabile contrastare l’introduzione del sistema di etichettatura fronte pacco, tipo Nutriscore, a semaforo, che penalizza il sistema agroalimentare nazionale e dei Paesi del mediterraneo, e spingere la proposta italiana di NutrInform battery, illustrandone affidabilità e benefici, soprattutto in termini di educazione alimentare alla dieta mediterranea, patrimonio UNESCO.
  • Normativa sul Benessere animale: necessario graduare l’introduzione delle disposizioni al vaglio della Commissione per permettere agli allevatori di adeguarsi progressivamente e senza oneri burocratici e costi aggiuntivi;
  • riforma della Pac: si ritiene importante che la Commissione prenda in considerazione la possibilità di riservare ulteriori fondi a favore del settore agricolo.
  • Rivisitazione del Green Deal ed in particolare della strategia F2F

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COPAGRI: “Dieci proposte per il futuro dell’Agricoltura”

  1. LIQUIDITÀ

La priorità numero uno è e resta sempre quella di assicurare liquidità alle imprese del primario, così da dare ossigeno alle migliaia di produttori agricoli stretti nella morsa tra i rincari record e le remunerazioni in generalizzato calo. Servono quindi specifiche misure a sostegno della liquidità delle imprese agricole, in particolare di quelle maggiormente esposte agli effetti della crisi, che passino da un maggiore accesso ai finanziamenti o a misure quali il rifinanziamento della cambiale agraria, che ha dimostrato di funzionare egregiamente, o all’erogazione di prestiti cambiari a tasso zero di durata decennale o ultradecennale. In seconda battuta, bisogna continuare a lavorare per garantire l’estensione dei benefici del credito d’imposta sul gasolio agricolo e rendere strutturale il taglio delle accise sui carburanti, così da incidere sensibilmente sui costi di produzione. Eliminare definitivamente gli oneri di sistema e prevedere la sospensione del registro nazionale debitori per le aziende agricole darebbe altro ossigeno ai produttori.

  1. CREDITO

E’ fondamentale agevolare il più possibile l’acceso al credito per tutti gli imprenditori agricoli, lavorando per equiparare le garanzie di Ismea con quelle offerte dal Mediocredito centrale, rendendo al contempo più snelle le procedure; questo perché la copertura dei crediti delle garanzie Ismea non ha la stessa forza, per il sistema bancario, delle garanzie del Mediocredito centrale. Il mutamento geopolitico in atto, inoltre, ha portato all’aumento dell’inflazione e al conseguente incremento dei tassi di interesse di almeno di 20-40 punti base rispetto a febbraio; è probabile che l’attuale scenario di incertezza perdurerà per molto tempo e che quindi aumenteranno le difficoltà nell’ottenere un mutuo e pagarlo; per questo bisogna ragionare già da oggi su misure straordinarie sia a livello nazionale che europeo.

      3.     INFRASTRUTTURE

Il rilancio del primario nazionali passa necessariamente dal superamento dell’annoso gap infrastrutturale con il quale è da tempo costretto a confrontarsi il tessuto produttivo del Paese. Bisogna quindi lavorare, partendo dalle risorse del PNRR, per il risanamento dell’intera rete infrastrutturale nazionale, con particolare riferimento ai trasporti su gomma e su rotaia, accelerando l’utilizzo dei fondi comunitari. Secondo recenti stime, infatti, le risorse allocate dal PNRR per lo sviluppo infrastrutturale attiveranno valore aggiunto, sia in forma diretta che indiretta, pari a circa 37,8 miliardi di euro (+2,4% rispetto a uno scenario senza gli investimenti del PNRR) e un tasso di ritorno aggregato del 63%, che per gli investimenti in costruzioni arriverà al 77% e addirittura all’88% per quelli in ricerca e sviluppo. Di pari importanza è intervenire sulle infrastrutture digitali, andando a colmare il più possibile l’inaccettabile digital divide che separa l’Italia dai suoi principali competitor comunitari e che divide il Paese in due parti, con particolare riferimento al gap che sono quotidianamente costretti a scontare gli agricoltori.

  1. RISORSE IDRICHE

Il nostro Paese sconta da tempo un pericoloso gap anche in termini gestione, recupero, produzione e dispersione delle risorse idriche e ciò appare ancora più paradossale se si considera che il Belpaese è circondato dal mare e può vantare invidiabili competenze in materia di desalinizzazione delle acque.

Ecco perché riteniamo necessario intervenire sul versante della programmazione, ragionando sulla possibilità di realizzare dei desalinizzatori, in uso da tempo e con successo in moltissimi paesi comunitari. Parliamo di un processo che  assicurerebbe acqua potabile o per irrigazione in grandi quantità, oltre a comportare evidenti ricadute positive in termini di occupazione. La grande forza di una simile azione è legata, inoltre, alla realizzazione di risposte strutturali ai problemi del Paese, che consentano di superare la logica dell’emergenza che troppo spesso viene attuata. Giova ricordare che il PNRR individua ben quattro voci di investimenti con lo scopo di garantire sicurezza dell’approvvigionamento e gestione sostenibile delle risorse idriche lungo l’intero ciclo, per uno stanziamento totale di 4,38 miliardi di euro, di cui oltre la metà nel Meridione.

  1. AGROENERGIE

La multifunzionalità dell’azienda agricola è sempre più la vera e propria chiave di volta della sopravvivenza e dello sviluppo del settore e questo assunto assume una valenza ancora più rilevante se si pensa al grande apporto che può arrivare dal primario per la transizione energetica e la decarbonizzazione.

Prioritario diventa quindi incrementare ulteriormente le risorse destinate allo sviluppo delle agro energie, al fine di incentivare lo sviluppo della funzione energetica dell’agricoltura, prevedendo al contempo la possibilità di trasferire risorse non utilizzate da misure del PNNR a minor efficienza di spesa verso misure a maggior efficienza, garantendo così il mantenimento della destinazione agricola.

Occorre, inoltre, valorizzare il potenziale di produzione di energia elettrica del settore agricolo incrementando la produzione di energia da fonti rinnovabili, con particolare riferimento alla misura del PNRR. Inoltre, occorre evitare che l’aumento eccessivo dei costi di produzione generi un circolo vizioso di tipo inflattivo sul bene comune cibo, o peggio ancora, stimoli le dismissioni riducendo ulteriormente il grado di autosufficienza alimentare del Paese. A tal fine è necessario prevedere la possibilità di riconoscere alle aziende agricole un credito di imposta flessibile, da calcolare sulla differenza tra l’aumento percentuale del prezzo delle singole fonti di energia e quello del prezzo dei prodotti alimentari.

  1. FAUNA SELVATICA

I danni causati dalla fauna selvatica all’attività agricola, così come le ricadute in termini di salubrità e di sicurezza sui cittadini sono sempre più spesso all’ordine del giorno. Crediamo quindi sia arrivato il momento di intervenire con decisione sulla questione, mettendo seriamente mano alla legge 157/1992, che risale a ormai vent’anni fa, e andando ad apportare una sostanziale modifica all’art. 19 del medesimo testo, al fine di ampliare il periodo di caccia al cinghiale e di prevedere la possibilità da parte delle Regioni di effettuare piani di controllo e selezione anche nelle aree protette e urbane, oltre alle zone vietate alla caccia.

  1. PRATICHE SLEALI

Nonostante il nostro Paese abbia recentemente legiferato, su pressing delle istituzioni comunitarie, sulle pratiche commerciali sleali, andando in tal modo a vietare, fra l’altro, le vendite al di sotto dei costi di produzione e le cosiddette aste elettroniche a doppio ribasso, restano ancora numerosi fronti aperti in materia, che è sempre più urgente colmare per dare ulteriori certezze ai produttori agricoli. A distanza di quasi un anno dal via libera al Dlgs 198/2021, infatti, non possiamo non prendere atto con rammarico del fatto che tale normativa non si stia dimostrando sufficiente a conferire maggiore riconoscimento al valore dei produttori, poiché ai forti rincari dei prezzi al consumo con aumenti a doppia cifra anche di beni di prima necessità non corrisponde un adeguato aumento del prezzo all’origine.

  1. OCCUPAZIONE

Quella dell’occupazione, e in particolare della manodopera, è un’altra questione molto sentita dagli operatori del primario e dalla stragrande maggioranza delle aziende che sono da tempo in prima linea per contrastare il caporalato e il lavoro nero. Accade sempre più di frequente, purtroppo, che le aziende agricole siano di fatto costrette a lasciare sul campo le loro produzioni e questo accade anche in relazione alla scarsità della manodopera, sulla quale pesa sensibilmente il costo eccessivo del lavoro; per fronteggiare tale situazione è urgente intervenire per realizzare al più presto il taglio del cuneo fiscale, così da dare ossigeno alle imprese agricole. Serve maggiore flessibilità in entrata e in uscita, con strumenti che superino i voucher e che vadano a semplificare l’incontro tra la domanda e l’offerta di lavoro in agricoltura, puntando ad esempio su piattaforme informatiche pubbliche e trasparenti.

  1. SEMPLIFICAZIONE E SBUROCRATIZZAZIONE

Nonostante il lodevole impegno dell’Esecutivo e del Parlamento per intervenire in materia di snellimento della burocrazia e semplificazione degli oneri a carico dei produttori agricoli, resta molto sentita dagli operatori del comparto la necessità di ulteriori interventi in tali ambiti. Basti pensare che gli impegni burocratici ai quali sono sottoposti i titolari di aziende agricole sottraggono loro un totale di oltre cento giornate lavorative l’anno, alle quali bisogna aggiungere numerosi altri giorni lavorativi da dedicare ai controlli da parte degli enti incaricati, che spesso si sovrappongono e, qualche volta addirittura, divergono nei risultati. L’azienda moderna passa pertanto quasi un terzo delle giornate lavorative ad affrontare problemi di carattere burocratico. Per questo, quindi, oltre a snellire e ridurre quanto possibile questi oneri, si dovrebbe cercare di adeguare gli adempimenti alla tipologia di realtà che abbiamo davanti: complessità ed eccessiva onerosità, infatti, non possono essere proposti in egual misura per aziende piccole e grandi.

  1. IMPRENDITORIA GIOVANILE

Qualunque politica che miri a un reale rilancio del primario non può prescindere da una decisa spinta al ricambio generazionale in agricoltura, partendo dal desolante dato in base al quale ad oggi appena il 13,4% dei capi di azienda agricoli ha meno di 44 anni. A questi numeri fa però da contraltare il dato secondo cui le imprese agricole condotte da under 35 hanno una redditività per ettaro maggiore (4.964 €/ha) rispetto a quelle condotte da over 55 (3.546 €/ha).

Tale maggiore incidenza si spiega con la naturale propensione dei giovani verso la ricerca, l’innovazione e la multifunzionalità, tutti fattori che devono rappresentare il futuro dell’agricoltura. Il ricambio generazionale in agricoltura rappresenta senza dubbio una delle maggiori sfide per l’agricoltura tanto da essere riconosciuto come priorità nell’agenda politica dell’UE e nel PSN della PAC; nonostante ciò, la strada da fare resta ancora molta e il primo passo non può che essere quello di continuare a lavorare per rendere strutturale l’esonero contributivo riconosciuto ai giovani imprenditori agricoli allo scopo di favorire il ricambio generazionale.
(Ruminantia)

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