Quando la buona musica si fonde con la cultura e la storia di un territorio il risultato è a garanzia DOP. Si è conclusa ieri domenica 18, con i picnic musicali, la rassegna Tolfa Jazz Festival, tenutasi come da tradizione nella splendida cornice dei monti di Tolfa, in località Macchiosi. Il programma era da non perdere, ghiotta occasione per armonizzare i sensi: in mattinata le escursioni a piedi, che hanno toccato diverse mete come il Sasso della Strega, l’Abbazia di Piantangeli, il Tempio Etrusco, il Cerro Bello e il Sentiero dei Monaci, un percorso medievale nascosto all’interno di un perimetro di bosco di cerri, soprastante la valle del fiume Mignone. Schegge di storia, tra reperti etruschi e un monastero di epoca carolingia, fino ad arrivare a un cerro di oltre trecento anni, vero e proprio monumento naturale del territorio.
Per l’analogo percorso era stata organizzata una passeggiata in mountain bike. Migliaia di formiche colorate si sono snodate in un vociare sommesso, quasi religioso, tra salite e discese incorniciate da scorci mozzafiato e una danza di ombra e sole, animali al pascolo, suoni vetusti di una natura incontaminata; un modo antico per fare famiglia e comunità, respirare tradizione e ritrovare il passato per riconoscersi nel presente. Con la fronte imperlata di piccole gocce di sudore gli intervenuti, che a una stima approssimativa superavano abbondantemente il migliaio, si sono concentrati nell’area picnic, allestita nel pieno rispetto dell’ambiente e senza creare impatti negativi sulla flora e sulla fauna locale. Infatti Tolfa Jazz, organizzatrice dell’evento, aderisce a Jazz Takes the Green, la rete dei Festival jazz ecosostenibili, prima esperienza italiana di aggregazione di eventi culturali che hanno a cuore la causa Green.
Il menu proponeva i piatti tipici locali: acquacotta, il pasto povero dei butteri, salsicce e pancetta alla brace, fagioli, pastasciutta, ciambelline all’anice e vino locale, con alternative di menu vegani e per bambini. Mangiare in libertà, seduti sui prati e sui tavoli di legno, in un vociare allegro che rompe il leggero fruscio degli alberi, in attesa della grande protagonista: la musica.
Sotto alberi di querce, con sullo sfondo la rocca di Tolfa, si è esibita la band di Max Lazzarin&The Great Magicians, la cui musica si ispira alle atmosfere della moderna New Orleans attraverso grandi classici riarrangiati e brani originali. Magici lo sono stati davvero, il trio veneto composto da Max Lazzarin al pianoforte e voce, Federico Patarnello alla batteria e Luca Dell’Aquila al basso, portando nei monti di Tolfa l’energia della musica nera con ritmi coinvolgenti e obnubilanti. Suoni graffianti che sono diventati un’alchimia di territori e culture distanti, ma con il denominatore comune dell’autenticità; il jazz è improvvisazione, e per fare onore a questo stile musicale, i The Great Magicians hanno accolto di buon grado l’incursione di due sopraffini musicisti locali, che hanno colorato i pezzi proposti con fraseggi di sax baritono e flicorno. Un plauso all’organizzazione che facendo crescere il prestigio di Tolfa jazz, avvicinandolo alle più importanti manifestazioni jazzistiche nazionali, ha saputo regalare una domenica indimenticabile, raffinato congedo da un’estate che sta andando in letargo.
Ludovica Di Pietrantonio
Redattrice L’agone