È il momento di scendere in campo per farsi valere
Il 25 settembre siamo chiamati a votare per eleggere la nuova classe dirigente che governerà i prossimi cinque anni l’Italia. I sondaggisti danno per vincente la “destra” con largo margine.
In tale prospettiva per me che sono di “sinistra” non resterebbe che rassegnarmi. Poiché mal confido nei sondaggi, voglio credere che la sconfitta non sia scontata, anzi sono certo che i risultati elettorali mi daranno ragione.
Sono tanti gli elettori scoraggiati e astensionisti che andranno a votare perché sono consapevoli della gravità nella quale l’Italia sta precipitando.
Aiutarsi
È il momento di scendere in campo per farsi valere, per esprimere le proprie idee e per provare a cambiare qualcosa. Dare il proprio voto e darlo alla coalizione che più incarna storicamente i diritti dei più deboli significa dare una mano a sé stessi e ai propri figli. Non è retorica la mia.
Alt alle polemiche
Ammetto i danni economici e di immagine che alcuni politici commettono disaffezionando gli iscritti e allontanando gli elettori, ma non è tempo di polemiche sterili, per il covid, la guerra, la crisi climatica, l’inflazione, la povertà dilagante, il disagio sociale, la crisi energetica, la mancanza d’acqua, all’orizzonte c’è un rischio troppo grande per tutti noi e la conferma ci viene dal piano del governo per il risparmio energetico che partirà da ottobre per i servizi pubblici e privati.
Tanti sono i disagi ai quali andremo incontro e tuttavia è improrogabile oggi l’impegno di ciascuno. Siamo chiamati a partecipare alla tornata elettorale col nostro “voto utile” e a riscoprire l’originario concetto di comunità, di reciprocità, di solidarietà, convinti dell’assioma che “non ci si può salvare da soli”.
Scoramento giustificato
Lo scoramento che serpeggia nel Paese è giustificato. I partiti hanno fatto una campagna elettorale piena di slogan; si sono occupati di più del candidato-preferenze anziché del candidato-competenze. Gli incontri con gli elettori sono stati scarsi e fatti ai mercati rionali dove le chiacchiere si vendono a buon prezzo. Dei problemi seri e gravi del Paese non si è parlato perché il candidato rischiava di palesare agli elettori la propria incompetenza. Al dibattito si è preferito un self, un caffè al bar o il commento di una partita di calcio; importante è stato far sapere in tv e alla stampa che il leader “X” nella città “Y” ha incontrato i cittadini.
Sarebbe stato interessante sapere, per esempio, come la “destra” intende modificare il Pnrr, dove prende i 30 miliardi da dare alle imprese e i 1000 euro al mese ai bisognosi e altre proposte roboanti, a fronte del debito pubblico italiano di 2.766 miliardi di euro. Ma non è stato così.
Naviga il Rosatellum
Nel vuoto della proposta politica naviga il Rosatellum, la pessima e complicata legge elettorale e la campagna di odi e rancori di certi partiti; gli stessi che hanno fatto cadere il governo Draghi, con l’aggravante che si vota in autunno in coincidenza con la legge di bilancio. Di positivo c’è che i deputati saranno 400 e i senatori 200 e che i diciottenni potranno votare anche per il Senato.
Quasi tutta la campagna elettorale si è svolta sul web. Nella comunicazione politica è entrata la figura dell’esperto (spin doctor) che affianca il politico o il partito per promuoverne l’immagine pubblica e acquisire consensi; come anche l’app tik-tok seguita da giovani e giovanissimi.
Artifici che eludono il dibattito e mirano solo a far conoscere il candidato.
In conclusione
Termino questa mia riflessione ribadendo, nonostante tutto, l’importanza di andare a votare il 25 settembre per sé, per i figli, per l’Italia e dimostrare che noi elettori abbiamo ancora sufficiente volontà, maturità e intelligenza per ribaltare l’attuale situazione e uscire dall’inflazione, dalla pandemia, dalla guerra, dalla immaturità politica e becera di alcune frange partitiche.
Riappropriamoci della speranza e diamo il “voto utile” alla coalizione di sinistra perché l’Italia conservi il suo ruolo strategico in Europa e nel mondo.
Franco Marzo