È chiaro che, dopo il risultato delle elezioni politiche (ma anche prima) è necessario, da parte del PD, rivedere il modo di fare politica, soprattutto ascoltare meglio le esigenze delle classi più deboli della società, coniugandole alle giuste battaglie sui diritti civili e la difesa delle conquiste democratiche. Ma questo sarà oggetto del prossimo, necessario, congresso.
Per non cadere nell’inutile disfattismo e dimostrare che non tutto è perduto, voglio sottolineare che, analizzando i risultati a mente fredda, ricordando che i cittadini non hanno espesso un voto nel maggioritario e uno nel proporzionale ma hanno dato un solo voto ai partiti, vediamo che nella quota proporzionale di questa pessima legge elettorale, Fdi ha eletto 69 parlamentari, PD 57, M5S 41, Lega 23, FI 22, Terzo polo 21, Si 11. Chi ha vinto ha eletto 114 deputati chi ha perso ne ha eletti 130. Nella quota maggioritaria chi si è unito ha eletto 121 deputati chi non si è unito ne ha eletti 22 (12 Pd + 10 M5S) Problemi di consenso o di strategia politica? In queste condizioni il PD non avrebbe mai potuto vincere. È stata una competizione senza competizione dove, il giorno dopo, per tutti i commentatori, il PD ha perso mentre la Lega e FI, perfino il M5S di Conte e il terzo polo hanno vinto! È giusto assumersi le proprie responsabilità (Letta lo ha fatto) ma bisogna anche sapere che siamo ancora una grande forza popolare. Solo cercando di unire le migliori espressioni della società possiamo ripartire per tornare a essere protagonisti, continuando a rappresentare i valori di libertà, giustizia sociale e solidarietà.
Lorenzo Avincola