23 Dicembre, 2024
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Arianna ritrovata, finale “a lieto fine” dopo le ore di terrore

Ventiquattr’ore col fiato sospeso, tutti solidali a vestire i panni stretti di un papà e una mamma che hanno visto dilatarsi il trascorrere del tempo; una sera come tante, in cui si aspetta il ritorno a casa di una figlia adolescente che diventa la sera che non dimenticherai più per la vita.

Perché quella figlia non rientra, non risponde al telefono, nessuno l’ha vista o sa dove è andata così da sembrare inghiottita dalla notte che scende.

La perlustrazione affannata per le strade di ogni giorno, le domande con gli occhi persi nel vuoto e la speranza che si tramuta in angoscia.

E’ successo ancora, l’ennesimo adolescente che scompare unendoci nell’immedesimazione, nelle domande, nella ricerca: Arianna Tamanti, una ragazza di 13 anni, concittadina di Anguillara, figlia di ognuno per un giorno, ieri sera aveva fatto perdere notizie di sé fino a costringere i genitori a presentare denuncia di scomparsa ai Carabinieri.

Le procedure di ricerca si sono attivate, facendo diramare alla Prefettura la segnalazione di scomparsa e le conseguenti note di rintraccio; nome, età, descrizioni fisiche e dell’abbigliamento indossante all’atto dell’allontanamento, fotografia vengono diramate in tutti gli uffici centrali e periferici di polizia e carabinieri, ai presidi di frontiera marittima, aeroportuale, ferroviaria.

La procedura funziona, Arianna viene individuata dalla polizia ferroviaria alla stazione di Viterbo, in salute, spaventata e sconcertata; probabilmente avrà bisogno di tempo per metabolizzare questa notte incognita, chissà ispirata da chi o da cosa, sperando non costretta da alcuno.

La tensione si scioglie in pianto, le braccia di mamma e papà ritroveranno la forza per quegli abbracci necessari che sapranno di ritorno a casa.

Storia a lieto fine, dunque, con il finale classico “e vissero tutti felici e contenti”; in realtà viviamo tempi strani in cui l’allontanamento di minori è aumentato drammaticamente. L’ultimo, in ordine di tempo nel nostro hinterland risale a nemmeno un mese fa, due ragazzine di 12 e 13 anni, Elisa e Maria scomparse da Civitavecchia e ritrovate in un campo nomadi a Sezze, dove si erano recate per incontrare due ragazzi.

Sono migliaia ogni anno, 3589 in questo 2022. Di molti di loro non si saprà mai più niente diventando drammi ben più profondi di una morte, perché nella scomparsa mancherà sempre la rassegnazione.

In questi casi, oltre la richiamata procedura di rintraccio, svolgono un ruolo importantissimo i social network, un tam tam moderno che spesso si rileva determinante, il passaparola che concede a ciascuno la possibilità di infrangere un incubo e restituire la luce a due genitori.

Ci restano interrogativi insoluti e laceranti: cosa sta accadendo ai nostri giovani, sempre più giovani? In cosa sbagliamo noi genitori, quanto influenzano la società e questa nuova cultura del permissivismo, e che ruolo hanno le nuove tecnologie e l’interconnettività?

Deponiamo le domande, per oggi, facendoci bastare il sollievo e la letizia per il ritorno a casa di Arianna.

Ma da domani proviamo a trovare un senso e un progetto per restituire l’innocenza e la semplicità ai nostri figli.
Gianluca Di Pietrantonio
criminologo forense

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