L’11 novembre a Los Angeles, all’età di 96 anni, ci lascia l’attrice inglese Angela Lansbury, pochi giorni prima di festeggiare nuovamente il suo compleanno che sarebbe stato il novantasettesimo. Ne danno l’annuncio i figli con un comunicato in cui si legge che la loro madre si è spenta nel sonno.
L’attrice diventa popolare, in moltissime parti del mondo, come Jessica B. Fletcher la protagonista del telefilm (così erano chiamati, oggi serie tv) La signora in giallo prodotto dal 1984 al 1996 dal titolo originale Murder, she wrote. Dal 1997 al 2003 La signora in giallo diviene un lungometraggio per la tv, ne vengono messi in onda ben quattro. Negli anni successivi il telefilm rivive nel videogioco per PC Legacy Interactive (2009) e nei romanzi di Donald Bain. La serie, all’epoca, fu nominata più volte nella categoria Miglior serie drammatica, totalizzando due premi ai Golden Globe ma nessuna vittoria agli Emmy Awards ai quali fu candidata due volte. Alla Lansbury Il ruolo di Jessica Fletcher in La signora in giallo le valse 12 candidature agli Emmy Awards e dieci candidature ai Golden Globe che le fecero detenere per molto tempo il record per il maggior numero di nominations. La signora Jessica B. Fletcher, donna single poiché vedova, che nel ruolo indossa i suoi caratteristici tailleur e borsette che contribuiscono alla caratterizzazione del personaggio che le darà la popolarità, è una scrittrice di successo e insegnante in pensione, ha una spiccata passione per l’investigazione che la porta a risolvere casi di omicidio ai quali la polizia non riesce a dare soluzione. Gli episodi del telefilm in cui la Fletcher è protagonista, sul finale, sono caratterizzati da una conversazione che Jessica solitamente intrattiene con il colpevole, accusandolo e spiegando la dinamica dei fatti in cui, inizialmente, l’assassino rifiuta la versione dell’investigatrice e si dichiara innocente ma alla fine cede ed ammette la propria responsabilità tentando, in alcuni episodi, di assassinare la scrittrice che prontamente viene salvata dall’intervento delle forze dell’ordine.
Lansbury è figlia di una attrice irlandese e di un politico laburista. Durante la guerra, a 14 anni, si trasferisce in America. Nella sua carriera è stata impegnata sia al teatro, calcando le prestigiose scene di Broadway (attraverso le quali si guadagna cinque Tony Award) che al cinema. Giovanissima ottiene un contratto con la Major Hollywoodiana Metro-Goldwyn-Mayer (MGM). All’età di 18 anni esordisce nel thriller che le farà subito guadagnare una nomination all’Oscar per la categoria Miglior attrice non protagonista, Angoscia (Gaslight, il titolo originale) film del 1944, diretto da George Cukor nel quale lei è la domestica che tormenta il personaggio di Ingrid Bergman; nello stesso anno interpreta la sorella maggiore di Liz Taylor in Gran Premio (National Velvet) con la regia di Clarece Brown; nel 1948 viene diretta da Frank Capra ne Lo stato dell’unione dove la vediamo recitare al fianco di Spencer Tracy e Katharine Hepburn; incarna successivamente il ruolo di seduttrice in Sansone e Dalila (Samson and Delilah) film del 1949 diretto da Cecil B. DeMille; nel 1962 è la volta della spietata protagonista del thriller Va’ e uccidi (The Manchurian Candidat) diretto da John Frankenheimer; interpreta una apprendista strega nel film prodotto dalla Walt Disney nel 1971 Pomi d’ottone e manici di scopa (Bedknobs and Broomsticks) di Robert Stevenson; successivamente, in Assassinio sul Nilo (Death on the Nile) film del 1978, la vediamo nei panni di Salomè Otterbourne, al fianco di Hercule Poirot (Peter Ustinov), e in quelli di miss Marple in Assassinio allo specchio (The Mirror Crack’d) nella versione del 1980 al fianco di Elizabeth Taylor, entrambi i films sono tratti da romanzi di Agatha Christie; quattro anni fa diventa la signora dei palloncini in Il ritorno di Mary Poppins (Mary Poppins Returns) diretto da Rob Marshall.
Nel 2013 riceve un premio onorario dall’Academy of Motion Picture Arts and Sciences (Oscar alla carriera) per aver creato “alcuni dei personaggi più memorabili del cinema” e per essere stata “una fonte di ispirazione per generazioni di attori”. Nonostante il suo trasferimento in America da giovanissima, la Gran Bretagna non l’ha mai dimenticata tant’è che Elisabetta II le ha conferito il titolo di Dama della Regina.
Marzia Onorato
redattrice L’agone