16 Novembre, 2024
spot_imgspot_img

Roma verso il Giubileo, alla luce della Laudato si’: economia circolare e rifiuti

Stimolare e approfondire il dibattito su come il Vaticano e la Capitale possono accogliere i pellegrini durante il Giubileo, secondo criteri di sostenibilità ambientale anche negli aspetti meno spirituali quale quello dei rifiuti. Questo il significato del convegno “Roma verso il Giubileo, alla luce della Laudato si’: economia circolare e rifiuti”, organizzato venerdì 14 ottobre da Greenaccord onlus nella prestigiosa sede dell’Auditorium Pontificio Collegio “Maria Mater Ecclesiae”.

    “L’idea fondante del Giubileo parte dal concetto biblico del riposo della terra che prevedeva ogni sette anni un anno in cui veniva lasciata a riposo per rigenerarsi”, ha evidenziato il presidente di Greenaccord, Alfonso Cauteruccio, introducendo i lavori.  “Ne consegue che il Giubileo non può essere slegato dalla Laudato si’. L’idea – ha continuato Cauteruccio – è quella di dotare Roma, pensando al 2025, di strutture permanenti che garantiscano servizi migliorati per i cittadini romani, rispondendo ai dettami dell’enciclica di Bergoglio.

    “La Laudato si’ – come ci insegna Papa Francesco – va letta in una triplice dimensione: come ecologia integrale, come conversione integrale e come spiritualità integrale”, ha sottolineato monsignor Rino Fisichella, Pro-Prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione. “Non va, dunque, legata solo alla natura, ma a tutte le povertà del mondo. E tra queste povertà, c’è anche la natura, depauperata dal male che l’uomo le provoca con le sue azioni, abusando dei beni che Dio ha posto nelle nostre mani. Una ricchezza che abbiamo ridotto in povertà. E’ necessario – ha proseguito monsignor Fisichella – uno scatto in avanti per riscoprire la bellezza del Creato. In questo senso, in vista del Giubileo, come Vaticano, abbiamo suggerito alle autorità italiane e capitoline alcuni progetti che toccano le periferie della città – ha poi concluso monsignor Fisichella – per renderle più belle oltre che più pulite, con interventi in chiave ambientale, in cui si potrà ritrovare la vita in comune, la socialità”.

    “Nella gestione dei rifiuti, comunemente, si è interessati a ciò che resta dei prodotti dopo l’uso e a trovare ad essi una congrua destinazione finale. Ma questo non è sufficiente”, ha affermato Andrea Masullo, direttore scientifico di Greenaccord. “Per l’Unione europea la gestione dei rifiuti è l’elemento chiave affinché si possa parlare di una vera economia circolare che, cioè, apporti benefici all’ambiente locale e globale, favorisca la competitività, la crescita economica, l’occupazione e l’innovazione. Con l’avvicinarsi del Giubileo – ha concluso – Roma – che vedrà arrivare milioni di pellegrini – dovrà scegliere quale strada intraprendere: quella dell’aggiustamento del sistema esistente o quella dell’innovazione volta al riciclo”.

    “La soluzione per Roma è il termovalorizzatore a cui stiamo lavorando – ha evidenziato l’assessora all’Agricoltura, Ambiente e Ciclo dei rifiuti dell’amministrazione capitolina, Sabrina Alfonsi -. Il suo utilizzo permette di chiudere il ciclo dei rifiuti, produce energia e – non ultimo – si tratta di tecnologia consolidata. Una soluzione obbligata, di fronte alle 800mila tonnellate di rifiuti da trattare. Il che, ovviamente, non esclude la raccolta differenziata che, a nostro avviso – ha affermato l’assessora – va meglio centrata e controllata. Il piano dei rifiuti del Comune di Roma, quindi, va letto e studiato in tutta la sua interezza, non solo soffermandosi sul termovalorizzatore. Ci sono, poi, il tema della riduzione dei rifiuti e quello della costruzione degli impianti, di cui la città è sprovvista, cominciando dai biodigestori anaerobici. In quest’ottica, l’amministrazione sta lavorando su due direttrici: quotidianità ed emergenza, programmazione a tutti i livelli. Partendo dalla trasformazione dell’Ama e da un piano industriale che permetta di fare di Roma una città sostenibile. Puntiamo sul Giubileo per la rinascita della città”.

    Tante le proposte per la gestione dei rifiuti presentate durante i lavori del convegno. Tra queste, l’ossicombustione, una tecnologia tutta italiana di interesse mondiale. Paladina di questa tecnologia, ITEA SpA, del gruppo Sofinter, che opera nel mercato internazionale dell’energia. “Si tratta di un processo che impiega l’ossigeno, senza fiamma, operato in pressione, con risultati sorprendenti in termini di impatto ambientale”, ha spiegato Grazia Di Salvia, General Manager dell’azienda. “Tale processo, infatti, minimizza le emissioni di gas, liquide e solide, in termini di quantità e qualità degli inquinanti fino a tendere a zero. Inoltre, azzera le emissioni di Co2, di fumi pericolosi, generando materie prime per nuovi usi (materiale vetroso al posto delle ceneri), e permette di evitare l’accumulo di rifiuti”.

    Di “Distretto Circolare Verde”, cuore della transizione energetica, ha parlato Carlo Nicolais, vicepresidente del Group Institutional Relations, Communications & Sustainability Maire Tecnimont. “Il nostro modello di “chimica verde” permette di recuperare aree industriali sotto utilizzate o abbandonate (raffinerie, petrolchimici, ecc …) ridando loro nuova vita, con importanti ricadute occupazionali. Un modello di futuro sostenibile, realizzabile già oggi. “Il distretto Circolare Verde consente di produrre prodotti chimici e carburanti a basso contenuto carbonico, che consentono una riduzione delle emissioni di Co2, riciclando la plastica e recuperando rifiuti non riciclabili”, ha affermato Nicolais. “Il tutto, riducendo l’incenerimento e lo smaltimento in discarica. Una soluzione per la transizione energetica innovativa e sostenibile dal punto di vista ambientale, sociale ed economico, di cui l’Italia può diventare leader in Europa e nel mondo”.

    Uno dei progetti più interessanti riguarda il riciclo dei materassi. A presentarlo è stato Francesco Faralli, di Cormatex. “Dopo una prima fase in cui il materasso a fine vita viene sanificato, e i diversi materiali che lo compongono (fibre tessili, schiuma di poliuretano, lattice, legno, metalli) vengono separati”, ha spiegato Faralli “la linea Cormatex Airlay Lap Formair processa lo scarto tessile, il poliuretano ed il lattice. Alla fine del processo, vengono prodotti nuovi materassi riciclati (fino a 120.000 all’anno), certificati e garantiti in termini di qualità e specifiche tecniche. Ulteriori sviluppi del processo – al momento in fase di studio – stanno offrendo interessanti risultati in termini di incremento di elasticità e resilienza, che – ha concluso – contribuiranno ad estendere la fascia di mercato destinata ai prodotti riciclati”.

    Utilizzo di risorse rinnovabili, riduzione degli impatti ambientali dei processi industriali, riduzione delle emissioni di C02. Questi alcuni degli obiettivi della proposta “Zerowaste” di Confindustria – che applica modelli di economia circolare – illustrata da Delio Belmonte, amministratore delegato di Assorisorse.  “Lo schema industriale Zerowaste si basa sull’integrazione di diverse tecnologie che permettono di recuperare i rifiuti e trattare quelli indifferenziati”, ha spiegato Belmonte “valorizzando tutte le componenti recuperabili e convertendo le frazioni non recuperabili in biometano, idrogeno e chemicals”.

    Dall’emergenza all’eccellenza, una prospettiva possibile per Roma. Su questa linea si è mosso, invece, Lorenzo Bagnacani, già presidente e amministratore di Ama, oggi Chief Executive Officer di Mantova Ambiente s.r.l. “La corretta gestione dei rifiuti, in un’economia che vuole essere circolare, è una delle principali sfide del nostro tempo”, il punto centrale del suo intervento. “Un ambito – quello dei rifiuti – intimamente connesso ai nostri stili di vita, in quanto coinvolge il nostro modo di consumare e produrre. Il pacchetto economia circolare proposto dall’Europa accelera e indirizza questa sfida, introducendo un cambio di paradigma in cui il rifiuto è una risorsa preziosa (da non sprecare) da cui recuperare materia risparmiando energia. Come conseguenza, il settore dell’igiene urbana è chiamato ad innovarsi e rinnovarsi, diventando protagonista di questo cambiamento”.

    In questo solco si è inserito l’intervento di Paolo Ghezzi, della Scuola Sant’Anna di Pisa, il quale ha posto l’accento sul percorso articolato e trasparente avviato dalla Regione Toscana per l’aggiornamento del Piano Regionale dei Rifiuti: un piano che, attraverso un percorso condiviso e di partecipazione, si prefigge di trasformare uno dei maggiori problemi della società di oggi (la gestione dei rifiuti), in un volano di crescita compatibile con l’ambiente ed economicamente sostenibile.

     “Si può fare e si può fare meglio”. Questi i due slogan usati da Paolo Centemero, direttore del Centro Italiano Compostatori, riferendosi alla raccolta differenziata dell’organico che – in Italia – raggiunge 50 milioni di utenti. Non basta fare la raccolta differenziata, ma bisogna farla bene, la parola d’ordine: dunque, è necessario prestare molta attenzione alla qualità del materiale conferito, in modo particolare quando si parla dell’umido, soprattutto dopo l’introduzione dei biodigestori anaerobici. E per arrivare a questo traguardo, fondamentale è l’informazione dei cittadini.

    Un’idea condivisa da Grazia Barberio, responsabile della sezione coordinamento economia circolare dell’Enea, che è partita dal concetto di “buone pratiche”, come i network a livello europeo che servono a favorire le conoscenze in materia; scelte alimentari (con i relativi sprechi), efficienza energetica degli edifici, mobilità ed altri comportamenti virtuosi. Tutto questo, se attuato con la giusta consapevolezza, potrebbe contribuire a spostare in avanti l’Overshoot Day, per l’Italia è caduto il 15 maggio scorso: quel giorno abbiamo esaurito le risorse disponibili per tutto l’anno, iniziando a consumare quelle del 2023. Un trend preoccupante, ha ammonito la Barberio, che è urgente correggere.

    L’intervento di chiusura è stato di Giuseppe Lanzi, amministratore delegato di Sisifo – Società Benefit, che si occupa di ecologia integrale e sviluppo sostenibile, con l’obiettivo di costruire ponti tra il mondo dell’economia circolare e quello della finanza etica. Lanzi, in particolare, ha parlato dell’esperienza di Assisi, Economy of Francesco, un evento attento alla custodia del Creato, in cui la sua società ha applicato i principi di sostenibilità ambientale. Un modello replicabile anche per il Giubileo del 2025.

Ultimi articoli