22 Dicembre, 2024
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Regione Lazio, c’è una mostra su Catozzo e Fellini

Dal prossimo 28 ottobre e sino al 13 novembre, lo storico Palazzo Ruspoli di Nemi riaprirà le porte ad una nuova esposizione, il cui titolo La Dolce Vita di Federico Fellini e Leo Catozzo: tra sogno, magia e realtà evidenzia il sodalizio di due grandi protagonisti del cinema italiano del dopoguerra.

La mostra artistica e documentale prende avvio dalla celebrazione del centenario della nascita di Federico Fellini per ripercorrere la storia inedita, per molti versi, di un rapporto professionale e personale tra l’indimenticabile regista riminese e Leo Catozzo, tecnico del montaggio dei sui film più importanti, ma soprattutto suo confidente e amico.

Organizzatrice di questa estemporanea è l’Associazione culturale Chelu e Mare, già da anni specializzata nell’ideazione e organizzazione di eventi culturali di spessore di mostre tematiche sul geniale cineasta, con la direzione artistica di Fabio Alescio.

L’amicizia ventennale tra Federico Fellini, regista da sempre riconosciuto per la sua genialità in tutto il mondo e Leo Catozzo, che con lui condivise la lavorazione e il montaggio di quattro capolavori indimenticabili, La strada, Le notti di Cabiria, la Dolce vita e 8 e ½ e un episodio di Boccaccio ’70, fu un fulgido esempio di un rapporto sia umano che professionale nel periodo più florido dell’industria cinematografica italiana e della stessa rinascita del Paese.

Se Fellini nel dopoguerra riuscì a dirigere la ripartenza del cinema e a realizzare il sogno degli italiani attraverso le sue sceneggiature innovative, Catozzo fu uno dei maggiori protagonisti del montaggio cinematografico ed è anche grazie al suo talento che tante pellicole girate da altrettanti registi di calibro – tra i quali Soldati, Lattuada, Camerini, De Filippo, Rossellini, Germi e Visconti – hanno raggiunto la celebrità.

L’esposizione, organizzata con il contributo della Regione Lazio e il patrocinio del Comune di Nemi, si è avvalsa degli articoli provenienti dal prezioso archivio privato del figlio Alberto Catozzo e della sua famiglia ed è per questo un unicum tra le tante celebrazioni susseguitesi nel corso del centenario per celebrare il genio di Fellini.

In un percorso ideale, allestito presso il grazioso borgo che si affaccia sul lago omonimo, si potranno visionare tanti materiali inediti, tra i quali la corrispondenza privata tra i due geni del cinema, i bozzetti originali e i disegni di Fellini che i due amici si scambiarono per anni.

L’itinerario espositivo comprende anche le locandine dei film più celebri del cineasta riminese, i suoi ciak originali, le sceneggiature con le sue correzioni a latere e tanti interessanti spunti tratti dalla sua carriera cinematografica.

Tra le curiosità in mostra la moviola originale Steenbeck, “regina del montaggio”, che fu testimone di tanti dialoghi e forse discussioni tra i due, e la famosa “Pressa Catozzo o Cabiria” utilizzata per la prima volta ne Le notti di Cabiria, la cui invenzione rivoluzionò per sempre la tecnica di montaggio, grazie alla quale il geniale Leo Catozzo fu insignito di un Oscar speciale nel 1990, il Technical Achievement Award.

La mostra, infine, propone un’esperienza immersiva nelle atmosfere che hanno caratterizzato le pellicole dirette dal regista grazie al sottofondo musicale delle colonne sonore più famose dei suoi film: un viaggio in quegli anni indimenticabili che hanno caratterizzato la storia culturale italiana condito anche da aspetti meno noti della vita dell’imperituro regista in relazione alla sua stretta amicizia con Catozzo.

Su quest’ultimo, per l’occasione, è uscito un volume dedicato alla sua vita, La dolce vita di Fellini e Catozzo a cura di Silvia Nonnato, che sarà presentato il 28 ottobre, alle ore 17:00, nella cerimonia di inaugurazione della mostra, alla presenza delle Istituzioni locali. Ad introdurlo saranno Fabio Alescio e Alberto Catozzo, figlio di Leo, che racconterà anche particolari sugli oggetti esposti e tanti interessanti aneddoti sul sodalizio del padre con Fellini nella meravigliosa cornice del cinema del dopoguerra.

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