26 Dicembre, 2024
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A proposito del convegno di Oriolo Romano…

La presidente, Anna Maria Nami, dell’Associazione AMORE È RISPETTO – Rete contro la violenza di genere A.P.S. ci ha rilasciato un commento sul convegno Linguaggio di genere – NON SOLO PAROLE che si è svolto sabato 22 ottobre nella storica cornice della sala degli Avi, all’interno del palazzo Altieri a Oriolo Romano.

«Il Convegno è stato un nostro piccolo grande successo, dato l’interesse che ha suscitato e costituisce una pietra miliare per la nostra storia associativa e per tutte le donne di questo Distretto.

L’avevamo nel cassetto da tempo, rinviato due volte a causa della pandemia, ma finalmente abbiamo portato a casa il risultato.

L’interesse di pubblico e il dibattito vivace che è seguito agli interventi dei nostri relatori ci ha confermato che la questione è tutt’altro che secondaria, a maggior ragione in questo momento storico della nostra Repubblica.

Prima della conclusione dei lavori abbiamo dato lettura di una lettera, concertata “IN RETE” con altre quattro Associazioni del territorio, con cui invitiamo le Amministrazioni Locali del Distretto ad adottare il Linguaggio di Genere nei propri Atti Amministrativi e per mettere al bando le pubblicità lesive della dignità della persona ed in particolare delle donne.

La lettera è stata indirizzata ai Comuni di Anguillara Sabazia, Bassano Romano, Bracciano, Canale Monterano, Manziana, Oriolo Romano, Trevignano Romano e Vejano.

Ora attendiamo che il nostro lavoro non si fermi solo alle “PAROLE” e che trovi riscontro nella realtà, nel frattempo, AMORE È RISPETTO continua il proprio impegno su altri progetti per far riconoscere i diritti delle donne ed il rispetto di ogni diversità».

 La lettera:

Alle/Ai Sindache/Sindaci dei Comuni di

Anguillara Sabazia

Bassano Romano

Bracciano

Canale Monterano

Manziana

Oriolo Romano

Trevignano Romano Vejano

Loro Sedi

24 Ottobre 2022

Nel corso del Convegno “LINGUAGGIO DI GENERE – non solo parole”, tenutosi presso la Sala degli Avi di Palazzo Altieri in Oriolo Romano il 22 Ottobre 2022, abbiamo evidenziato l’importanza che il linguaggio riveste nella costruzione e rappresentazione dei concetti e la sua funzione, fondamentale, per perseguire azioni improntate al rispetto. Le parole quando designano persone, stati in essere ed eventi, veicolano significati acquisiti e consolidati nel tempo che spesso non corrispondono più, o in modo insufficiente, alle mutate condizioni culturali e sociali della realtà presente. Il lessico, contribuendo alla costruzione del pensiero, lo reindirizza e lo modifica.

Altresì le immagini influenzano il pensiero e, se mal veicolate, possono indurre atti di violenza morale e fisica. Il rafforzamento di determinati stereotipi ha come diretta conseguenza la collocazione delle donne in ruoli sociali di subalternità e disparità e la mercificazione del corpo rappresenta la donna quale possibile oggetto di possesso o sopraffazione sessuale.

Altri messaggi possono promuovere pregiudizi culturali e stereotipi sociali fondati ancora su discriminazioni di genere, di appartenenza etnica, di orientamento sessuale, di abilità fisica e psichica o credo religioso.

Pertanto le Associazioni, concordi sui contenuti in oggetto trattati nel corso dell’incontro e sulla necessità che questi non restino solo utili parole ma divengano buone pratiche, propongono alle Amministrazioni destinatarie della presente di utilizzare gli strumenti tecnici di cui dispongono per adottare e regolamentare l’uso del linguaggio di genere negli ambiti propri e delle linee guida che vietino le pubblicità che utilizzino immagini ed espressioni verbali discriminatorie e lesive della dignità della persona (donne, persone con disabilità, comunità LGBTYQIA+, persone di altre etnie o culture)

Tale proposta scaturisce dall’elevato numero di femminicidi e di violenze sulle donne che, registrate, denunciate o taciute, si verificano quotidianamente. Ricordiamo che la violenza di genere non è circoscritta alle aggressioni fisiche, bensì utilizza meccanismi psicologici sottili veicolati da espressioni, verbali e non, in diversi aspetti della vita familiare e sociale.

Consapevoli che gli effetti di tali provvedimenti potranno essere colti in un lungo periodo di tempo è, a maggior ragione, necessario agire con sollecitudine per iniziare o continuare, laddove il percorso sia già̀ in essere, ad educare le future generazioni ad un autentico rispetto della persona nelle sue peculiarità e diversità.

Ricordiamo che l’Italia, pur manifestando interesse e partecipazione in merito alle richieste emerse da molteplici istanze sociali, registra tuttavia pesanti ritardi nell’attuazione nella pratica quotidiana di quanto sancito dalla Legislazione nazionale, europea ed internazionale in merito al principio di Pari Opportunità tra donne e uomini.

La direttiva del 23.05.2007, emanata dal Dipartimento della Funzione Pubblica, in attuazione della direttiva del 2006/54/CE del Parlamento e del Consiglio Europeo raccomanda alla Pubblica Amministrazione l’uso di un linguaggio non discriminante;

la ratifica da parte del Parlamento italiano della Convenzione di Istanbul, siglata dal Consiglio Europeo in data 11.05.2011, in cui il linguaggio radicato in stereotipi non concepisce le donne in posizione di uguale potere e viene individuato come corresponsabile della cultura patriarcale che si caratterizza come elemento di conservazione anziché di progresso e di cambiamento, raccomanda l’uso di un linguaggio non discriminante;

le “raccomandazioni per un uso non sessista della lingua italiana” a cura di Alma Sabatini per la Presidenza del Consiglio dei Ministri e della Commissione Nazionale per la Parità e le Pari Opportunità tra uomo e donna (1987) e della recente “Guida alla Redazione degli Atti Amministrativi”, curata da un gruppo di lavoro promosso dall’Istituto di Teoria e Tecniche dell’Informazione (ITTIG) del CNR e dell’Accademia della Crusca nonché

l’art. 3 comma 1 della Costituzione della Repubblica Italiana sancisce la pari dignità degli individui ed il principio di uguaglianza e non discriminazione tra i generi. L’Art. 3 comma 2 attribuisce alla Repubblica, dunque ai Comuni, il compito di eliminare gli ostacoli che si frappongono al raggiungimento della parità effettiva.

l’art. 21 della Costituzione, tutelando la libertà di espressione, vieta ogni manifestazione contraria al buon costume.

l’art. 41 della Costituzione, garantendo la libertà di iniziativa economica ai cittadini, specifica che essa non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà e alla dignità umane. Lo stesso articolo, inoltre, consente di coordinare ed indirizzare l’attività economica a fini sociali, fra i quali rientra l’eliminazione di ogni discriminazione e la promozione di parità tra uomini e donne.

CONSIDERATO CHE

L’Associazione Nazionale Comuni Italiani e l’Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria l’8 Marzo 2021 hanno rinnovato per la terza volta il Protocollo d’Intesa, siglato nel Marzo 2014, volto a consolidare modelli di comunicazione ispirati al rispetto della dignità della donna e del principio di pari opportunità.

 La collaborazione tra ANCI e IAP nasce con lo scopo di rafforzare l’efficacia dell’autodisciplina attraverso il coinvolgimento dei Comuni affinché il controllo autodisciplinare sia esteso anche alle affissioni pubbliche locali, con l’intento di spingere gli inserzionisti pubblicitari a rispettare il Codice di Autodisciplina, adottando modelli di comunicazione commerciale corretti, con particolare attenzione alla rappresentazione dei generi ed evitando di veicolare immagini lesive della dignità della donna e della sensibilità dei minori, a vantaggio della comunità.

L’art.1 comma 4 della legge 9 Novembre 2021 nr. 156 ha convertito con modificazioni il D.L. 121 “Decreto Infrastrutture 2021 – Disposizioni urgenti in materia di investimenti e sicurezza delle infrastrutture, dei trasporti e della circolazione stradale” sono stati inseriti i commi:

“4-bis. È vietata sulle strade e sui veicoli qualsiasi forma di pubblicità il cui contenuto proponga messaggi sessisti o violenti o stereotipi di genere offensivi o messaggi lesivi del rispetto delle libertà individuali, dei diritti civili e politici, del credo religioso o dell’appartenenza etnica oppure discriminatori con riferimento all’orientamento sessuale, all’identità di genere o alle abilità fisiche e psichiche.

4-ter- Con decreto dell’Autorità di Governo delegata per le Pari Opportunità, di concerto con il Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili e con il Ministro della Giustizia, da emanare entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente disposizione, sono stabilite le modalità di attuazione delle disposizioni del comma 4-bis.

4-quater. L’osservanza delle disposizioni del comma 4-bis è condizione per il rilascio dell’autorizzazione di cui al comma 4; in caso di violazione, l’autorizzazione rilasciata è immediatamente revocata”.

In attesa che vengano decretate le disposizioni operative chiediamo che, intanto, questa Amministrazione intervenga a garanzia della piena attuazione dei principi costituzionali.

Ricordiamo che, nel nostro territorio, il Comune di Cerveteri ha già provveduto in tal senso nell’Ottobre 2015.

Ringraziamo per l’attenzione.

In attesa di un vostro positivo riscontro.

Distinti saluti,

 

Associazioni firmatarie:

AMORE È RISPETTO-Rete Contro la Violenza di Genere A.P.S.
Canale Monterano

INDICI PARITARI

LE ZUCCHE ALLEGRE                                                                                         Manziana

PANDORA                                                                                                           Bracciano                                                                                      

SPAZIO SUPPORTO DONNA
Oriolo Romano

Marzia Onorato

 

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