Parla il neoeletto presidente Alessandro Carucci
Il 3 ottobre si è riunita per la prima volta la delegazione dei membri dell’assemblea degli utenti dell’università agraria di Manziana; le elezioni, che si erano rese necessarie dopo le dimissioni per fine mandato dell’ex presidente Alessio Telloni, attuale sindaco di Manziana, sono state vinte da una lista di dodici delegati, presentatisi con la lista numero 1 denominata “Manziana-Terra Nostra”. Per respirare l’aria di rinnovamento L’agone ha incontrato il neoeletto presidente, Alessandro Carucci, che ha presentato la nuova delegazione nella forma implicita dei suoi progetti.
Questa nuova delegazione di eletti è in continuità o in contrapposizione con la precedente amministrazione dell’università?
«Senza dubbio possiamo parlare di continuità visto che nella precedente rappresentanza ero il vicepresidente, presidente era Alessio Telloni, con il quale ho condiviso due mandati».
Quali sono i progetti in embrione più ambiziosi che vi siete prefissati nell’immediato e nel lungo termine?
«Innanzitutto preme sottolineare che gestiamo un territorio sul quale grava il vincolo dell’uso civico, appartenente alla comunità manzianese. La parte progettuale su cui si lavora da tempo e che sarà il principale timbro dell’attuale delegazione, è quello di proiettare questo ente nel futuro e farlo in maniera fattiva e funzionale. L’ambizioso obiettivo, che già stiamo sviluppando da qualche anno, è la graduale riqualificazione dell’ex Motosi, una struttura che si trova a ridosso del bosco Macchia Grande, dal grande fascino storico. Continuando la ristrutturazione dei luoghi dell’ex industria di zolfo vorremmo creare un polo green, capace di ospitare laboratori e attività educative; a tale proposito stiamo facendo delle convenzioni con l’università della Tuscia e con la scuola a indirizzo agrario di Civitavecchia. Il fine è quello di creare una sorta di incubatrice per far nascere e sviluppare delle startup locali, capaci di inventarsi e svilupparsi “dal” e “sul” territorio. Il fulcro del progetto riteniamo che debba essere la realizzazione di un centro polivalente, un crocevia di cultura dove si possa passare del tempo, socializzare, organizzare eventi e celebrare le tradizioni locali. Secondo le nostre intenzioni questo polo interculturale dovrà diventare l’entrata principale del bosco, che richiama migliaia di visitatori in ogni stagione dell’anno. Tutto questo è coronato dal desiderio, speriamo realizzabile, di creare dei posti di lavoro, una micro-economia locale, che stiamo accuratamente studiando insieme all’amministrazione comunale (c’è una grande collaborazione tra noi e il Comune, rappresentato dal sindaco, con il quale stiamo portando avanti diversi progetti). Sottolineo l’attenzione che rivolgiamo ai tratti fondanti dello statuto dell’università agraria, ovvero garantire la sopravvivenza del bosco come pascolo, mantenere in vita tutti quei diritti che si sono acquisiti dal 1904 a oggi e portare avanti quei vincoli che ci permettono di non deturpare il nostro territorio».
Ludovica Di Pietrantonio