Riceviamo e pubblichiamo – “Carissimi fratelli e sorelle della Diocesi di Civita Castellana,
con grande timore e tremore ho accolto la comunicazione con cui Papa Francesco ha voluto
nominarmi Vescovo di Civita Castellana. Con sentimenti di profonda gratitudine al Santo Padre per
la fiducia che ha riposto in me, saluto con affetto il Vescovo Romano che ha guidato questa chiesa
con premuroso zelo pastorale per ben quattordici anni e al contempo saluto tutti i confratelli Vescovi della Regione Ecclesiastica del Lazio.
Vengo con umiltà in questa bella terra che è fra le più antiche della cristianità, espressione
autentica di quella fede forte e sicura per la quale tanti martiri dei primi secoli hanno dato la propria vita.
Vengo con il desiderio di incontrarvi e di ascoltarvi, per conoscerci reciprocamente ed avviare
un cammino di fede che possa essere una testimonianza tangibile di ripresa in questo tempo difficile.
Vengo con semplicità, consapevole che questa nuova chiamata, è un ulteriore segno della
benevolenza di Dio, che non lascia mai soli i propri figli.
Vengo per amare questa Diocesi con la certezza che in ogni persona c’è un riflesso della
bellezza del volto di Dio da conoscere e da scoprire.
Saluto i presbiteri, i diaconi, i religiosi, le religiose, i seminaristi: sono certo che sapremo
comprenderci per costruire insieme una chiesa sinodale, pronta ad ascoltare e ad aiutare. Vi invito sin d’ora alla comunione ecclesiale, certo che la condivisione è la giusta via da intraprendere, che sa colmare ogni distanza.
Abbraccio i malati e i sofferenti, i poveri e gli ultimi che desidero incontrare sin da subito;
ricordo all’altare del Signore i miei venerabili predecessori defunti. Un pensiero affettuoso alle
famiglie e a giovani.
Desidero camminare insieme a voi, senza lasciare che nessuno rimanga indietro.
Saluto le Istituzioni Civili e militari alle quali garantisco sin d’ora la mia piena e completa
disponibilità a collaborare per la ricerca del bene comune, nel rispetto dei reciproci ruoli.
Un pensiero riconoscente alla chiesa aretina che mi ha generato al sacerdozio e alla chiesa
perugino-pievese in cui ho compiuto i primi passi dell’episcopato.
A Maria Santissima ‘ad rupes’ affido il mio ministero e l’inizio di questo nuovo percorso
insieme. Nel salutarvi con paterno affetto vi chiedo un ricordo nella preghiera”.