23 Dicembre, 2024
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A Dublino la conferenza internazionale per proteggere i civili dalle armi esplosive nei conflitti armati

Parte a Dublino la conferenza internazionale per l’adozione della Dichiarazione politica internazionale sulle armi esplosive nelle aree popolate, organizzata per il 18 novembre. Gli Stati saranno chiamati ad assumersi ufficialmente degli impegni per garantire maggiore protezione dei civili nei conflitti armati, limitando l’uso di queste armi.

È la prima volta in assoluto che tra gli Stati trovano un’intesa sull’impiego delle armi esplosive nelle guerre per scongiurare i danni umanitari derivanti dal loro impiego nelle zone densamente abitate. Al momento più di 60 Stati hanno deciso di aderire e saranno presenti a Dublino per firmare questo storico documento.

La Dichiarazione impegna gli Stati su cinque fronti: riconoscimento ufficiale del danno umanitario causato dalle armi esplosive; rafforzamento e implementazione dei principi di protezione stabiliti dal vigente diritto internazionale umanitario; restrizioni e limitazioni di uso nelle aree urbane delle armi esplosive; riconoscimento del danno alle vittime e impegno per la loro assistenza; raccolta e scambio di dati sull’uso di queste armi da parte degli Stati.

Il 17 novembre, sempre a Dublino, si riuniranno invece le organizzazioni della società civile di tutto il mondo afferenti alla rete internazionale sulle armi esplosive INEW, per discutere di una strategia globale per promuovere gli impegni contenuti nella Dichiarazione.

In Italia l’iniziativa internazionale sulle armi esplosive prende il nome di “Stop alle bombe sui civili” e ne sono partner Campagna Italiana contro le Mine, Rete Italiana Pace e Disarmo e l’Associazione Nazionale Vittime Civile di Guerra (ANVCG), a cui ne è stato affidato il coordinamento su territorio nazionale. Circa 300 comuni ANCI hanno manifestato sostegno all’iniziativa nel corso del 2022.

A seguire la due giorni di lavori saranno la coordinatrice Sara Gorelli dell’Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra e Francesco Vignarca, di Rete Italiana Pace e Disarmo.

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