22 Dicembre, 2024
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Il 5 dicembre la società civile si confronta a cinquant’anni dalla legge sull’obiezione di coscienza

Si terrà a Roma il prossimo 5 dicembre, dalle ore 10 alle ore 18, al Centro Congressi dell’Università di Roma La Sapienza (Via Salaria 113) il convegno “LA COSCIENZA CIVILE TRA IMPEGNO E OBIEZIONE 1972-2022. CINQUANTA ANNI DALLA LEGGE MARCORA” organizzato dall’Istituto di ricerche internazionali Archivio Disarmo in collaborazione con il Dipartimento di Scienze Sociale ed Economiche – DiSSE della Sapienza, la Rete delle Associazioni Le vie della nonviolenza (Acque Correnti, Anci Lazio, Archivio Disarmo, Caritas Roma, CESC Project, CSV Lazio, Gondwana, Movimento Nonviolento-Roma, Un Ponte per e UILDM Lazio ONLUS) Arci Servizio Civile Nazionale APS e Focsiv.

A cinquant’anni dall’approvazione della legge 772/1972, l’iniziativa ripercorre le vicende storiche e legislative che condussero all’approvazione del provvedimento noto come “Legge Marcora” e all’istituzione del Servizio Civile, una delle prime e più efficaci misure di politiche pubbliche per i diritti civili e per la formazione dei giovani cittadini, ragazzi e ragazze

Questa Legge rappresentò il risultato di anni di coinvolgenti azioni di testimonianza personale e di ampie mobilitazioni collettive per il riconoscimento del diritto a non usare le armi in un periodo storico in cui il rifiuto individuale comportava condanne penali e carcere.

Dichiara Fabrizio Battistelli, Presidente di Archivio Disarmo: “Oggi come cinquant’anni fa c’è bisogno della partecipazione dei giovani nella costruzione del bene comune pace e sicurezza, che può essere conseguito con la nonviolenza e con l’impegno nel sociale”

Ne parleranno qualificati studiosi nella prospettiva storica, giuridica e sociologica ed esponenti delle associazioni. Porteranno la loro testimonianza protagonisti del riconoscimento dell’obiezione di coscienza come Antonio Riva e Claudio Pozzi, che pagarono con il carcere la loro convinzione, e parlamentari come Carlo Fracanzani, autore della proposta di legge che, insieme a quella del collega Giovanni Marcora, diede vita al servizio civile.

 

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