Regna il malcontento degli abitanti. E non arrivano risposte
Che ne è stato dei lavori inaugurati sette mesi fa a Pian Saccoccia e mai avviati? E’ quello che da tempo si chiedono i residenti, guardando oltre le transenne del cantiere fantasma, all’incrocio tra via Alberto Tallone e via Giulio Einaudi, ormai ricoperto dalle siepi, nel punto in cui doveva essere realizzata una rotatoria, insieme alle vasche di laminazione e altre opere pubbliche, a completamento del piano di zona B49.
Ma andiamo a ritroso, ricordando l’intera vicenda, di cui abbiamo già trattato sulle pagine del nostro giornale, poiché la questione si trascina da oltre dieci anni, tra false speranze e promesse puntualmente disattese. Stiamo parlando di un piano di zona edificato a ridosso della via Braccianese, in prossimità della stazione dell’Olgiata, che conta qualche migliaio di abitanti, molti dei quali hanno investito nell’acquisto di case in diritto di superficie, in base alla convenzione con il Comune di Roma, proprietario del lotto sul quale sorge il piano di edilizia economica popolare.
Senonché per una parte degli acquirenti i mutui non sono stati ancora frazionati, mentre per altri gli importi degli stessi superano i prezzi massimi di cessione delle singole abitazioni, senza avere possibilità di trasformare il diritto di superficie in proprietà nonostante il costo sia già stato definito. Oltre al danno si aggiunge la beffa, proprio in questi giorni molti residenti segnalano di aver ricevuto richiesta di pagamento dal consorzio “Bonifica Bacino nord” relativo all’anno 2021, pagamento che formalmente sarebbe a carico del Comune di Roma. Tanto più che la zona risulta ancora urbanisticamente incompiuta, in quanto priva di marciapiedi, illuminazione, trasporto pubblico e servizi, nonché di ordinaria manutenzione, visto lo stato in cui versano le strade, piene di buche e di sterpaglie lungo i bordi.
Nella primavera scorsa, in odor di campagna elettorale, la Regione Lazio annunciava di aver sbloccato fondi per 56 milioni di euro grazie al decreto “Cura Italia”, destinati al completamento delle opere mancanti e affidati ad Astral, società regionale partecipata, mentre il Comune si impegnava a garantire il supporto amministrativo e la cessione delle aree, quindi il 30 maggio l’assessore all’urbanistica e alle politiche abitative della Regione Lazio, Massimiliano Valeriani, inaugurava il cantiere, alla presenza del comitato di quartiere di Piansaccoccia, con Maurizio Veloccia, assessore all’urbanistica del Comune di Roma, Marco Della Porta, presidente del XIV municipio e Antonio Mallamo, l’amministratore unico di Astral. Poi più nulla. Sono passati mesi e stagioni, da allora tutto è rimasto fermo, tranne il malcontento degli abitanti, ancora una volta disillusi dalle istituzioni.
Francesca Quarantini