Con il regio decreto 1222 del 1873 di Vittorio Emanuele II, Re d’Italia, a firma dell’allora Presidente del Consiglio dei Ministri del Regno d’Italia, Giovanni Lanza, il 12 gennaio del 1873 il comune di Canale assumeva la nuova denominazione di Canale Monterano. Il 150esimo compleanno è stato festeggiato in pompa magna, come si conviene per gli eventi straordinari; nella sala Gasperini della Riserva di Canale Monterano sono intervenuti in tanti, per soffiare sulle 150 candeline accese: al convegno, organizzato per l’occasione, oltre al sindaco Alessandro Bettarelli, che ha fatto gli onori di casa, c’erano i primi cittadini del comune di Oriolo Romano, Emanuele Rallo, del comune di Trevignano, Claudia Maciucchi, del comune di Tolfa, Stefania Bentivoglio, del comune di Allumiere, Luigi Landi e infine il sindaco del comune di Vejano, Teresa Pasquali.
Il primo cittadino, Bettarelli, ha introdotto gli ospiti relatori rivendicando la caratteristica di Canale di essere rimasta nel tempo una comunità coesa e sempre attuale. Con orgoglio ha condiviso la realizzazione di un progetto avviato nel suo primo mandato amministrativo, con il quale è stato elargito un finanziamento di ben 726.000 euro, che sarà interamente utilizzato per illuminare le rovine dell’antico abitato, in maniera sostenibile e con riguardo al risparmio energetico. Relatori del convegno, moderato da Sara Pulvirenti, sono stati Giuseppe Romagnoli, professore associato e ricercatore dell’Università della Tuscia; Silvia Cecchini, storica dell’arte e ricercatrice all’Università Roma Tre; Saverio Sturm, del dipartimento di architettura dell’Università Roma Tre; Marcello Piccioni, medico chirurgo e sindaco per due mandati di Canale, fine conoscitore della storia locale; Daniele Natili, intervenuto in videoconferenza. Gli interventi sono stati degni dell’occasione; il prof. Romagnoli ha ricostruito la storia della nascita di Canale nel XVI con insediamenti locali da parte di boscaioli e pastori toscani, che costruirono le prime capanne sul monte Sassano e a Canale di Magliano, l’attuale Montevirginio. Ha ricordato come Canale ha incrementato gradualmente la popolazione dopo il 1760 (come da censimenti estrapolati negli archivi pontifici), in ragione della peste che affliggeva la vicina Monterano. Puntuali e interessanti sono state le testimonianze storiche illustrate relativamente alle prime capanne e alla vita urbana di quel periodo, così come i riferimenti alle edificazioni religiose, dapprima l’oratorio, edificato nel 1610, quindi la Chiesa Santa Maria Assunta in Cielo di Canale del 1673, la Chiesa di Montevirginio del 1674 e la Chiesa di San Bonaventura di Monterano del 1676.
L’intervento della prof.ssa Cecchini ha avuto come filo conduttore, invece, le dinamiche sociali di Canale, che da feudo degli Orsini nel 1670 fu acquisito dalla famiglia Altieri. L’excursus storico della ricercatrice ha tracciato le linee di costruzione dell’attuale Università Agraria e della storia degli usi civici di Canale. Più incentrato sulle caratteristiche architettoniche, invece, l’intervento del prof. Sturm, che si è soffermato sulla storia dell’eremo di Montevirginio, edificato per volere dell’ordine dei monaci carmelitani come Santo Deserto, ovvero come luogo di eremitaggio e meditazione. Il docente ha ricordato come i monaci al motto di “hora et labora” in breve tempo trasformarono il monte Sassano, dove l’eremo è stato edificato, da pietroso e incolto a un giardino con alberi, orti e vigneti, mantenendo pur sempre, metaforicamente, il senso di santo deserto della meditazione. A Marcello Piccioni è toccata la chiusura soffermandosi sugli ultimi giorni di Monterano, ovvero su una ricostruzione storica puntuale della distruzione dell’antico abitato da parte dei Francesi. In 150 anni, ha concluso Alessandro Bettarelli, Canale, inteso oggi comprensivo della sua frazione Montevirginio e delle rovine dell’antico abitato, non ha mai cambiato il suo volto di paese specificando con orgoglio che “paese” significa non essere soli, come ha testimoniato la sala Gasperini colma ieri sera fino al limite della capienza.
Ludovica Di Pietrantonio,
Redattrice L’agone