È accaduto di nuovo. Era successo qualche anno fa. Allora accadde nella sala consiliare, messa a disposizione dei ragazzi dall’allora sindaco Paliotta. Quel giorno avvenne che oltre 300 adolescenti rimasero per quasi due ore in silenzio ad ascoltare un quartetto d’archi la cui musica veniva disturbata solo dal ronzio delle ventole del riscaldamento.
Dopo qualche anno, prima per la negazione della sala, da parte della nuova amministrazione per motivi di sicurezza mai risolti, e poi per il silenzio dovuto al CoViD 19, finalmente grazie alla grande generosità di don Valerio, ancora una volta un altro quartetto d’archi ha ammaliato altri 200 giovanissimi i quali, nell’ampia navata della Chiesa dedicata a San Giovanni, hanno avuto modo di ascoltare dal vivo la musica di violini, viola e violoncello che molti di loro, purtroppo, non ascolteranno mai più.
Solo grazie alla mente illuminata di don Valerio, grazie alla vicinanza della Chiesa ai bambini e ai ragazzi e grazie alla generosità di chi ha come priorità il bene dei più giovani, dei più deboli, dei più bisognosi, i nostri studenti hanno potuto conoscere la musica classica dal vivo, esperienza che solo i più colti, solo chi ha possibilità, solo chi conosce l’importanza della musica, della poesia, dell’arte… della cultura, potrà ripetere in futuro. Per troppi ragazzi questa, forse, rimarrà l’unica occasione per avere un contatto diretto con Vivaldi, Mozart, Piazzolla, Piovani… L’ascolto attento di questi ragazzi affascinati dall’incanto della musica e le domande da loro poste ai musicisti, nella lezione concerto di ieri perfettamente organizzata dal maestro Sergio Cozzi, dimostrano ciò che chi lavora nella Scuola conosce da sempre: non è vero che i giovani non capiscano cosa sia la bellezza, se gliela si porge la sanno riconoscere ed apprezzare immediatamente.
Così Elvin Dhimitri e Alina Scoticailo, con i loro violini, Ilia Kanani con la sua viola e Valentino Maria Ferraro, con il suo violoncello, hanno portato via dai banchi della Chiesa ragazze e ragazzi, facendo volare in alto il loro spirito e raccogliendo, in cambio, applausi convinti e, in qualche caso, commosso. Quello più caloroso è stato in reazione alla risposta alla domanda di una studentessa su quale fosse stato il loro concerto più bello: “Il concerto suonato stamani, con amore, per voi!”.