“Mio nonno passò tre anni in un campo di concentramento. Era un fervente antinazista. Ma quando ne ebbe l’occasione salvò la vita a un soldato tedesco. Anche a costo della sua stessa di vita. Perché? Me lo sono chiesto tante volte”.
Nella Giornata della Memoria, l’Atelier Koinè promuoverà un dibattito tra gli studenti dell’Istituto Comprensivo “L.Pirandello” di Fonte Nuova partendo dalla storia, vera, raccontata da Simone Saccucci, educatore e storyteller professionista.
“Quest’anno volevamo accendere tra i ragazzi una discussione su uno dei crimini di guerra più atroci dell’umanità guardandolo da una prospettiva diversa rispetto a quanto abbiamo fatto fino ad ora in tutti i nostri incontri – spiega Caterina Simei, presidente della Lanterna di Diogene, ente capofila del progetto L’Atelier Koinè, selezionato e promosso dall’impresa sociale ‘Con i bambini’ -. Volevamo farlo attraverso un racconto, vero, di pace e speranza. Un modo per far riflettere i più giovani rinsaldandone la memoria e guardando al futuro senza dimenticare gli errori e gli orrori del passato”.
“La storia è quella di mio nonno – spiega Simone Saccucci -. Era appena rientrato a Guidonia dopo tre anni di prigionia in Germania. Erano i giorni della liberazione dell’Italia. I miei nonni trovarono nascosto in una credenza un giovane soldato tedesco, impaurito. Tremava, era senza cibo da giorni. Senza pensarci lo rifocillarono, lo nascosero e a proprio rischio e pericolo lo misero su un treno diretto in Germania salvandolo. La risposta di mio nonno è sempre stata la stessa: era un ragazzo, solo un ragazzo”.
“Cosa vogliamo fare? Raccontare tutto questo ai ragazzi chiedendo loro cosa avrebbero fatto. E se alla violenza atroce si debba rispondere con altrettanta violenza o si debba invece percorrere un percorso di pace”.