Il mal di testa o cefalea è uno dei problemi più diffusi tra i bambini, in particolare in età scolare. Come è possibile curarlo e affrontarlo? Quali sono i principali tipi di cefalee primarie nei bambini? Come riconoscere un mal di testa da ansia e depressione nei piccoli? Quali consigli si possono dare ai genitori per aiutare in questi casi i propri figli ad affrontare questo problema di salute ed affrontarlo? Di tutto questo è molto altro ancora, ne parliamo Adelia Lucattini, psicoanalista dell’età evolutiva della SPI e dell’IPA
Il mal di testa è uno dei problemi più diffusi nei bambini, come è possibile affrontarlo?
Bisogna prendere sul serio le lamentele del bambino. Infatti, il 25% dei bambini in età scolare ha un episodio di mal di testa l’anno. Per i genitori è importante riuscire a riconoscere i vari tipi di mal di testa per non allarmarsi troppo o ignorali pensando che sia un capriccio. Se gli episodi di mal di testa o di mal di pancia (emicrania addominale) si ripetono, è necessario far visitare il bambino dal pediatra e dal neurologo per un controllo.
A quale età capita più spesso di trovarsi di fronte a una bambina o un bambino con l’emicrania?
Sappiamo che in Italia, l’emicrania è il disturbo più frequente nei bambini, ne sono affetti il 30% dei bambini in età scolare (6-11 anni) e il 14% dei preadolescenti e adolescenti (12-18 anni).
Quali sono i principali tipi di cefalee primarie nei bambini?
Le forme più frequenti sono l’emicrania semplice e cefalea muscolo-tensiva. Meno diagnosticata, ma frequente è l’emicrania con aura visiva o uditiva in cui i bambini prima dell’attacco emicranico vedono scintille (scotomi scintillanti), ragnatele, macchie colorate o sentono fischi (acufeni), eco, tintinnii. Inoltre, il primo sintomo durante l’attacco emicranico è la fonofobia, un disturbo per il quale, il rumore in classe, alle feste dei bambini al chiuso, al cinema, non sono sopportabili. L’emicrania può accompagnarsi a pavor nocturnus (terrore notturno), un parziale risveglio dal sonno profondo con stato di agitazione intensa e parasonnie, disturbi non patologici del sonno, ansia e depressione reattivi.
Come è possibile riconoscere un mal di testa da ansia e depressione?
I bambini ansiosi o depressi non hanno mai il mal di testa a meno che non abbiano una predisposizione personale o una familiarità per emicrania. I bambini emicranici, invece, a causa del dolore (di testa o alla pancia), della fonofobia e per il fatto di non essere creduti per molto tempo, sono ansiosi, tesi e ipervigili. Inoltre, hanno paura di andare a scuola, non vogliono andare alle feste. Per un ritardo della diagnosi, a causa della sofferenza fisica e psicologica, possono sviluppare anche una depressione reattiva.
Una delle ragioni principali può essere la frequenza del disturbo?
Certamente, un episodio l’anno non è traumatizzante, ma se il bambino ha uno o più attacchi alla settimana o un’emicrania cronica, le reazioni ansioso-depressive sono inevitabili. Il dolore fisico è traumatizzante di per sé, diminuisce le difese mentali, rende più fragili e vulnerabili. L’ansia e la depressione aumentano il dolore una volta che sia iniziato l’attacco emicranico e possono anche scatenarlo.
Quanto può incidere la frequenza del dolore sulla qualità di vita dei bambini?Moltissimo. Nei bambini difficoltà a comprendere la natura del disturbo, non sapere come gestirlo, non ricevere un antidolorifico tempestivamente, non sentirsi capiti, non essere creduti, essere rimproverati perché “lamentosi”, avere difficoltà scolastiche, sono tutti elementi i psicologicamente traumatizzanti. Inoltre, i risvegli notturni sono terrorizzanti e affaticano per cui, di giorno, sono iperattivi e distratti, mentre la sera hanno paura di andare a dormire. Se non diagnosticata e trattata, l’emicrania dei figli mina anche la qualità della vita anche dei genitori. Se uno o entrambi i genitori soffrono o hanno sofferto di una qualche forma di emicrania, sono molto dispiaciuti e si sentono in colpa.
Come è possibile, in questi casi, secondo Lei guarire il mal di testa nei bambini? Prima di tutto è necessaria una corretta diagnosi. Poiché esistono vari tipi di cefalee primarie, l’andamento nel tempo è diverso. Certamente, se trattate le crisi sono sempre più rare e il controllo del dolore efficace. Nelle forme croniche può essere necessaria una terapia farmacologica sintomatica con antidolorifici al bisogno e profilattica con farmaci specifici. Alcune forme regrediscono, altre sono ricorrenti, si ripresentano nel tempo soprattutto in seguito a eventi stressanti sia fisici che psicologici.
Un aiuto dalla psicoterapia crede che possa essere efficace?
La psicoterapia psicoanalitica e l’analisi sono molto efficaci, poiché agiscono sull’ansia e sulla depressione. Inoltre, i bambini emicranici hanno bisogno di un sostegno psicoanalitico per la comprensione del disturbo, la gestione delle crisi e per ritrovare la fiducia in sé stessi. L’intervento dello psicoanalista infantile prevede sempre colloqui con i genitori. In alcuni casi è indicata la terapia di bambino e genitori insieme.
Ritiene efficace a riguardo una visita multidisciplinare? Assolutamente si. Tutte le figure professionali coinvolte nella cura del bambino che possono essere neurologo, neuropsichiatra infantile, pediatra, neuropsicologo, medico di base e psicoanalista dell’età evolutiva, è bene che lavorino insieme per rispondere alle esigenze sia diagnostiche, che di trattamento del bambino, dei suoi genitori e della famiglia.
Quali consigli può dare ai genitori che sono preoccupati per questo problema di salute frequente nei propri figli?
Andare dallo specialista il prima possibile. Una volta ricevuta la diagnosi di cefalea primaria, cioè che non dipende da altri fattori quali infezioni (ad es. influenza, sinusite o della meningite), traumi dovuti a cadute o piccoli infortuni alla testa, problemi a denti e mandibole (ad. ss. mal occlusioni), problemi alla vista (miopia), bisogna avere pazienza e fiducia nelle terapie.
Iniziare senza indugi e senza timore una psicoterapia psicoanalitica. Se inevitabile che la sofferenza dei figli sia insopportabile per i genitori, lo è ancora di più nei genitori emicranici che sono molto identificati con i figli. La psicoterapia psicoanalitica è di grande aiuto per tutti.
Seguire le indicazioni del medico sul controllo del dolore somministrando la terapia al dosaggio prescritto, all’inizio della crisi emicranica
Non essere iperprotettivi, i bambini imparano presto a conoscere il proprio mal di testa e a chiedere l’intervento dei genitori.
Incoraggiarli a praticare sport, provando anche diverse discipline fino a trovare quella più adatta, che piace e non scatena il mal di testa.
Incoraggiarli a frequentare gli amichetti, in situazioni poco stressanti. Stare da soli non aiuta mai.
Attivare il programma didattico personalizzato, che è previsto dalla legge per i bambini emicranici, poiché talvolta possono avere bisogno di uscire dalla classe. Inoltre, sono giustificate le assenze per le viste mediche e per la psicoterapia.
Marialuisa Roscino