Una tematica importante quanto drammaticamente sempre più attuale quella affrontata sabato mattina nell’aula consiliare del Palazzo del Granarone di Cerveteri. Un’iniziativa promossa dal presidio territoriale di Cerveteri-Ladispoli dell’associazione Libera, che ha inteso porre l’attenzione sulle dipendenze da gioco e sui risvolti sottesi al mondo delle scommesse.
Ad aprire il convegno è stata la sindaca di Cerveteri Maria Elena Gubetti, che ha introdotto l’argomento della giornata esponendosi nella sua ferma disapprovazione a ogni forma di gioco d’azzardo, legalizzata e non e sottolineando le determinazioni della sua Amministrazione a rendere Cerveteri un comune slot-free. La prima cittadina ha raccontato commossa un episodio in cui è stata lei stessa a salvare una sua concittadina, vittima di ludopatia, dal tentativo di suicidio. Relatori d’eccellenza per affrontare la complessità delle argomentazioni all’ordine del giorno: Maurizio Fiasco, esperto della Consulta Nazionale Antiusura, Giuseppe Barletta, direttore UOAC SerD Asl Roma4, Gianluca Di Pietrantonio, responsabile della Polizia Giudiziaria del Commissariato di Ladispoli e Manuela Colacchi, promotrice del progetto “Io gioco senza azzardo”.
Le riflessioni sono partite dalle esposizioni numeriche del fenomeno sul territorio: si parla di oltre 2600 persone con accessi alla dipendenza da gioco e stimati medi di oltre 10000€ di perdite pro capite. Ai dati allarmanti di crescita sul territorio sono conseguiti i dati ancora estremamente esigui delle persone che ancora vittime di ludopatia si rivolgono al SerD per percorsi di sostegno e recupero. Si è considerato l’impatto che le attività di scommesse e gioco sconsiderato hanno sui nuclei familiari dei giocatori compulsivi, nonché i riflessi di rischio delle infiltrazioni criminali sul territorio, mosse sempre da appetiti di guadagni illeciti che nel gioco d’azzardo trovano terreni più che fertili. I numerosi presenti, al termine del convegno, non hanno contenuto l’entusiastico apprezzamento per le tematiche trattate, proponendosi parti attive di una cassa di risonanza necessaria a proteggere soprattutto le fasce più esposte al rischio ludopatia; giovani e anziani, infatti, configurano le categorie maggiormente esposte al rischio di essere inghiottite nelle sabbie mobili del gioco compulsivo, che al pari di una Circe moderna, ammalia, falsamente promette, obnubila e irretisce migliaia di persone all’anno, prima di inghiottirle con le fauci mai sazie della bramosia. Come ha sostenuto il fondatore dell’associazione Libera, Luigi Ciotti, “il gioco d’azzardo è una piaga sociale che toglie la libertà, la dignità e anche la vita”.
Ludovica Di Pietrantonio
Redattrice L’agone