Neanche gli allibratori inglesi, quelli pronti a far scommettere su qualsiasi cosa, perfino sulla presenza del presidente ucraino sul palco dell’Ariston oltre che sul risultato esatto delle partite (perfino) del campionato indiano, stavolta avevano quote per le elezioni regionali in Lazio e Lombardia. Era talmente scontato il successo del centrodestra, che i bookmakers erano perfettamente consci del fatto che la giocata non avrebbe avuto “appeal”. E qui, a scriverla tutta, va aggiunto che il fascino è mancato proprio per la tornata elettorale, se è vero che la diserzione alle urne è stata massiccia. Gli italiani sono stanchi di parole e promesse, di “faremo” e “aiuteremo”. Tanto hanno capito che quei verbi al futuro rappresentano solo specchietti per le allodole e spot preelettorali. Fontana confermato in Lombardia, Rocca che vince nel Lazio sono il risultato finale. Ma più del centrosinistra, dall’urna delle “regionali” esce sconfitto il popolo, che si ritrova con le stesse gabelle di prima, con gli stessi guai, con identica crisi economica. L’aumento del gas così come quello dei carburanti, sono manna dal cielo solo per cronisti che così possono riempire spazi in tv e sulla carta stampata. Ma per la gente rappresentano una beffa continua. Tanto si può alzare la voce quanto si vuole, ma si deve pagare comunque. Si vive di speranze e di auguri. Ci si augura, per esempio, che quel centrosinistra alla ricerca di un’identità da ormai troppo tempo sappia trovare una guida. Non qualcuno capace di fare “qualcosa di sinistra”. Può bastare una mente pensante, capace di guardare più in là del suo naso.
Massimiliano Morelli