Vittoria dell’Unione Nazionale Consumatori al Tar del Lazio contro il Ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef). Il Tar, infatti, ha riconosciuto il diritto degli azionisti dell’ex Banca Marche a partecipare alla procedura di indennizzo dalla quale erano stati finora esclusivi e ha, quindi, condannato la Commissione Tecnica istituita dal Mef a riaprire l’istruttoria per l’ottenimento dell’indennizzo previsto dalla legge istitutiva del Fondo indennizzo risparmiatori.
Dopo il crack di Banca Marche e delle altre banche del Centro Italia (Carife, Banca Etruria e Carichieti) e del Veneto (Popolare di Vicenza e Veneto Banca), il Mef aveva istituito un Fondo di indennizzo dei risparmiatori. Avevano presentato la richiesta 150.000 risparmiatori su circa 500.000 azionisti coinvolti nei crack e la maggior parte di essi aveva ottenuto il rimborso previsto dalla legge. Per alcuni di questi, però, la Commissione aveva rigettato l’istanza di indennizzo, ritenendo non provata la sussistenza delle violazioni massive, requisito necessario per ottenere il rimborso.
Gli azionisti di Banca Marche beffati da tale decisione, assistiti da un pool di legali dell’Unione Nazionale Consumatori, gli avv.ti Carlo Canafoglia, Corrado Canafoglia e Salvatore Menditto del Foro di Ancona, ricorrevano al Tar del Lazio sostenendo la legittimità del loro diritto al rimborso.
Con 15 sentenze, pubblicate il 16-17 marzo scorso, il Tar ha accolto i ricorsi, riconoscendo fondati i motivi proposti dai legali, ritenendo che il provvedimento di diniego risultasse “viziato da un’evidente violazione di legge, oltre che affetto da eccesso di potere per difetto di istruttoria e motivazione” e ha ordinato al Ministero di “conformarsi in via esecutiva” alla decisione adottata.
“Il presupposto del Fondo di indennizzo dei risparmiatori è proprio la sussistenza di diffuse violazioni massive che hanno causato l’azzeramento delle azioni di tutte le citate banche risolute, tra le quali appunto Banca Marche, per cui queste numerose sentenze del Tar Lazio ripristinano la volontà del legislatore” – chiosa l’avv. Corrado Canafoglia che aveva fatto parte della cabina di regia, al tempo formata dal Ministero appunto per l’istituzione del Fondo Indennizzo Risparmiatori, a tutela di tanti risparmiatori italiani truffati.
Non bisogna dimenticare che di tali violazioni massive si è avuta ulteriore conferma con la recente sentenza del Tribunale Penale di Ancona, che ha condannato i vertici della Banca a complessivi 118 anni di reclusione.
L’accertamento di tali inadempimenti diffusi messi in opera dagli istituti di credito, come sostenuto nei ricorsi e riconosciuto dal Tar, avrebbe dovuto portare alla valutazione positiva delle istanze di indennizzo.
Al di là del risultato ottenuto, che ha concluso un lungo iter amministrativo avviato dai risparmiatori e seguito dai legali dell’Unione Nazione Consumatori “si è dato finalmente il giusto riconoscimento al diritto degli azionisti e le sentenze del TAR Lazio si segnalano per essere le prime emesse sulla questione, che non risultava essere stata mai portata in sede giudiziale” concludono gli avv.ti Carlo Canafoglia e Salvatore Menditto.