22 Dicembre, 2024
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Social media e socialità, quali sono le conseguenze sui giovani?  

Ormai da anni i social media rappresentano uno strumento di comunicazione enorme per i giovani di tutto il mondo. Tutti potranno concordare nel dire che non se ne può fare più a meno e questo purtroppo ha creato nel tempo un grandissimo disagio per la società odierna; infatti, ultimamente ci stiamo rendendo conto di quanto i messaggi e gli standard che ci vengono proposti quotidianamente, creano un forte senso di inadeguatezza in moltissimi adolescenti e non solo. In principio questi strumenti rappresentavano unicamente come mezzo di comunicazione e tale utilizzo non ha mai creato alcun disagio. Se consideriamo ad esempio Facebook, tutti sappiamo che, quando fu inventato, non era altro che uno strumento di condivisione di massa. Tuttavia, con l’avvento del ‘’tasto mi piace’’, sono iniziate a nascere dinamiche distruttive nella mente delle persone. Purtroppo ogni qualvolta qualcuno pubblica una foto su un qualsiasi sito, nasce un bisogno incontrollato di ricevere quanti più like  possibili. Si può dire che in qualche modo c’è un’ossessione vera e propria per il giudizio altrui e soprattutto per l’approvazione degli altri.  Infatti, in diversi studi, è stata trovata un’associazione significativa tra uso massiccio dei social network e problemi psicologici. Questi comprendono ansia, sintomi depressivi, stress o, nei casi più lievi, una semplice riduzione del benessere soggettivo e dell’autostima arrivando in casi estremi alla dismorfofobia. Proprio quest’ultima patologia mentale e` stata riscontrata per lo più nei giovani, tale condizione causa una totale mancanza di autostima, nello specifico le persone che ne sono affette non si riconoscono guardandosi allo specchio e riscontrano nella loro fisicità  inestetismi inesistenti o quasi impercettibili agli altri. Esempi di dismorfofobia sono l’anoressia e la bulimia. Questa è la prova che c’è un significativo problema a livello sociale. I social mostrano tutto ciò che si può immaginare ma soprattutto ogni cosa alla quale si può aspirare e molto spesso accade che  le persone vedendo questi video o post sentano la profonda necessità di raggiungere quegli standard a tutti i costi. Spesso infatti molti ragazzi mettono a repentaglio la propria vita pur di ottenere fama o anche solo like in più.

Ma se queste sono le conseguenze psicofisiche, ce ne sono altre che rientrano nella sfera della dipendenza da social. Ogni giorno statisticamente, la persona media italiana trascorre circa sei ore connessa a Internet, di cui due ore e mezza sono dedicate a social network e app di messaggistica  come per esempio Whatsapp. Di base se fosse un utilizzo volto unicamente alla comunicazione a distanza sarebbe un modo egregio di utilizzare questi mezzi, ma così non è; infatti una persona su 5 utilizza app di messaggistica per parlare con persone presenti nella stessa stanza nella stessa abitazione. Questi sono dati allarmanti se pensiamo che praticamente in una giornata ,composta da 12 ore, 6 vengono passate sui social network.

Tale condizione ha delle forti ripercussioni a livello sociale in quanto numerosissimi giovani cominciano a presentare problemi di socializzazione. Almeno una volta ci è capitato di vedere intere famiglie a cena fuori e ogni membro di quella famiglia messaggiare al telefono senza tregua, invece di parlare con i propri cari.

È sicuramente un aspetto molto frustrante tenendo conto che la famiglia dovrebbe essere basata sulla condivisione e invece viene ignorata per scrollare video a ripetizione sui mass media. Non si deve credere, però, che questo accada solo nella comunicazione intrafamiliare, niente affatto, questi eventi sono quotidiani per gli adolescenti, che confrontandosi con la vita di tutti i giorni non sono in grado di risolvere problemi banali della vita o semplicemente a compilare moduli ordinari. Ci sono dati allarmanti, dell’indagine Piaac- Ocse, che riguardano l’analfabetismo funzionale: in Italia, questo fenomeno riguarda il 27,7 % dei cittadini tra i 16 e i 65 anni. Queste persone in sostanza sono in grado di leggere e di scrivere, ma non sono in grado di comprendere le informazioni che acquisiscono e pertanto neanche di applicarle. È davvero preoccupante un dato del genere in quanti più di un quarto della popolazione ha questo tipo di difficoltà.  Sembra quasi che la società d’oggi sia fondata su valori inesistenti. Una causa scatenante potrebbe essere sicuramente la facilità con la quale viaggiano le informazioni di ogni tipo; infatti, se si fa attenzione si può notare che ogni tipo di notizia che sia di un giornale o su profili social di informazione, non e` piu` attendibile al 100%. Durante una cogestione studentesca un giornalista, Marco Mazzu’ per  l’AdnKronos, ha affermato che anche le fonti più affidabili ricevono informazioni non del tutto corrette o peggio interpretate in modo del tutto errato. Purtroppo questa è una conseguenza dell’enorme quantità di improvvisazione del lavoro giornalistico, fatto di ricerca e di impegno quotidiano. Non c’è da stupirsi se gli adolescenti non distinguono più la realtà dalla finzione. A tutto ciò però ci sono vari rimedi. Per esempio nei social come instagram esistono funzioni per limitare l’utilizzo non moderato del social. Per prima cosa, c’è un timer nel quale si può impostare un tempo massimo di utilizzo e questo avvertirà quando sarà raggiunto. Oppure ci sono delle applicazioni che automaticamente, sempre attraverso un timer, chiudono i social dopo la durata di tempo prestabilita. In fine, nei casi più estremi esistono delle scatole nelle quali mettere il telefono e impostare sempre una durata massima di tempo nel quale il cellulare rimarrà serrato nel contenitore. Si spera di non dover mai arrivare a provvedimenti così radicali.  Non dobbiamo diventare dipendenti da uno strumento che dovrebbe solo aiutarci a vivere meglio e a comunicare con le persone alle quali teniamo. Tutti dovrebbero mobilitarsi per aiutare i giovani in difficoltà e stare accanto loro per fargli capire che la realtà è fuori da questi strumenti luminosi che in molti casi non fanno altro che tirare fuori tutte le nostre insicurezze e paure. Utilizzando in modo responsabile questi mezzi riusciremo a migliorare la qualità della vita in modo significativo. Mobilitiamoci non solo per noi stessi ma anche per coloro che dipendono dai social.
Melissa Gentile

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