22 Dicembre, 2024
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La cucina italiana candidata a patrimonio dell’Unesco

I piatti della nostra tradizione culinaria, già universalmente apprezzati e replicati, potrebbero presto diventare patrimonio dell’Unesco.

Giovedì 23 marzo è stata infatti presentata la candidatura della cucina italiana alla Lista Rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità dell’UNESCO da parte del Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, rappresentato dal Ministro Francesco Lollobrigida, e del Ministero della cultura, rappresentato dal Ministro Gennaro Sangiuliano.

La candidatura “La cucina italiana tra sostenibilità e diversità bioculturale” è stata supportata dall’Accademia italiana della Cucina, un’istituzione culturale della Repubblica fondata nel 1953 con più di 80 sedi all’estero, 220 in Italia e oltre 7.500 accademici associati; dalla Fondazione Casa Artusi, che dal 2007 promuove “la cucina di casa italiana” come declinata da Pellegrino Artusi sin dalla seconda metà dell’Ottocento; e dalla Cucina Italiana, la più antica rivista gastronomica al mondo, fondata nel 1929, e ancora in stampa.

A sostegno dell’iniziativa si sono inoltre schierate Slow Food, ALMA (Scuola Internazionale di Cucina Italiana), ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) e UNPLI (Unione nazionale Pro Loco d’Italia).

E’ già arrivata l’approvazione dal Consiglio Direttivo della Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco, e dal Comitato scientifico presieduto dal Prof. Massimo Montanari.

«La candidatura vuole rappresentare la cucina italiana, domestica e non, come un mosaico in cui le singole tessere permettono di definire un insieme coerente che trascende l’unicità e la specificità di ogni singola tessera. – ha dichiarato Montanari – Tutto ciò è il risultato di una storia plurisecolare caratterizzata da numerosi scambi, interferenze e contaminazioni reciproche. La cucina italiana, come emerge dal dossier di candidatura, è un elemento essenziale, vivo e attuale dell’italianità, riconosciuto tanto all’interno del Paese quanto all’estero».

All’interno del dossier la cucina italiana è definita come un insieme di pratiche sociali, abitudini e gestualità che rendono la preparazione e il consumo del pasto un momento di condivisione, una sorta di rito collettivo che unisce un popolo che considera il cibo come un elemento culturale parte della sua identità.

Cucinare è anche considerato un modo di prendersi cura della famiglia e degli amici, o degli avventori nel caso dei ristoranti. È un mix di tanti saperi locali, che si trasmettono tra generazioni, ed è una forma di tutela della biodiversità.

«Da parte mia ci sarà tutto il sostegno, perché cucina italiana significa promuovere l’idea di qualità della vita e del vivere italiano che è fatto di arte, di cultura, di paesaggi, di monumenti ma anche di esperienze come quelle delle eccellenze alimentari», ha detto il Ministro Sangiuliano nel corso della conferenza stampa che si è svolta al Collegio Romano.

«Con questa iniziativa vogliamo rilanciare la nostra Italia nel mondo, valorizzando quel patrimonio che abbiamo in tutti i settori –  ha dichiarato il ministro Lollobrigida – Dobbiamo solo saper raccontare, difendere e proteggere le nostre eccellenze, che rappresentano un valore aggiunto per la nostra Nazione».

Ricordiamo che nella Lista Rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale, che mira al mantenimento della diversità culturale di fronte alla globalizzazione, tra gli elementi italiani legati al cibo sono già presenti la Dieta Mediterranea e l’arte dei pizzaioli napoletani.

Il dossier sarà ora presentato dal ministero degli Esteri all’Unesco per far partire l’iter di valutazione che si dovrebbe concludere entro il 2025.
Sara Fantini
Redattrice L’agone

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