23 Dicembre, 2024
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Nasce nella Viterbo del XVI secolo il libro “Solo una vita”

Dopo varie tappe e incontri è stato presentato anche a Bracciano nell’archivio storico lo scorso 23 marzo, il primo libro di Elisabetta Ventura, “Solo una vita”. Il libro è ambientato nella Viterbo del XVI secolo, la cui protagonista si trova a crescere in un duro contesto della Controriforma che la porterà a subire un processo per stregoneria. Alla presentazione hanno partecipato Lucia Fabrizi che ha dialogato con l’autrice, il maestro Pino Pontuali all’organetto e Sonia Boffa per le letture.

L’autrice ha lavorato al libro per circa un anno. Un anno intenso e ricco di impegno che è stato necessario per raccogliere notizie sull’argomento e su Viterbo, pur essendo in stretta simbiosi con la città, dalle sue mura ben conservate, le case torri, i merletti architettonici di Palazzo dei Papi, in quanto vissuta sin da bambina per il legame con la nonna e gli studi accademici. Diverso invece, è stato il lavoro della narrazione che è stata molto veloce e fluida, ricavato nell’intimità della sera mentre tutti in casa dormivano e regnavano la calma con il silenzio.

«L’argomento mi ha interessato da tempo – ci confessa l’autrice –  se fossi vissuta in quell’epoca avrei potuto subire un destino simile, soprattutto per la mia passione per le erbe. Ho cercato di dar voce a una categoria di donne delle quali l’unica cosa che rimane sono le accuse dei processi che subivano, donne diverse dalla massa, spesso sole, indipendenti, con un sapere erboristico che dava loro il potere sulla vita e sulla morte, ma non ufficiale e non maschile».

Il libro, che sta riscontrando un notevole successo, è facilmente acquistabile online, nelle librerie e sarà ulteriormente diffuso grazie alle prossime presentazioni previste in diverse zone, come la prossima che si terrà il 31 marzo a Primavalle nella biblioteca Basaglia, tra cui Napoli, Torino oltre, ovviamente, Viterbo e dintorni. «Ho scritto perché avevo una storia da scrivere, è come se esistesse già e io le ho dato spazio. – prosegue la Ventura – Mi piacerebbe scrivere un altro libro, ma la ricerca richiede tempo, cura e ispirazione. In questo momento sono molto concentrata sulla diffusione di questo già realizzato, ora che è nato sento il dovere di farlo crescere con tutta la cura e il tempo possibile».
L’associazione, colpita per la peculiarità del tema trattato e per la vicina ambientazione, si unisce nell’augurare un grande augurio per una splendido risultato.

Claudia Reale
Redattrice L’agone

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