Cambia la Regione Lazio, anche se ora servirà un periodo di assestamento per ripartire
Supportato dal mondo della destra italiana, il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca (con la coalizione Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega), ha presentato (il 13 marzo nella sala Tevere della sede della Regione Lazio) la composizione della nuova Giunta. Una decisione finale che è arrivata con non pochi ripensamenti e questioni da sciogliere (una su tutte la questione “donne”).
Ex presidente nazionale della Croce rossa italiana (incarico che ha lasciato alla vigilia della sua candidatura alla presidenza della Regione Lazio), fra le prime dichiarazioni spicca una forte apertura con l’opposizione: «Non era tanto questione di equilibri, ho condiviso con lei le mie idee su come lavorare insieme per raggiungere il miglior risultato possibile. Sono molto sereno, c’è grande serenità, grande voglia di fare, si parte tranquillamente».
Non vi è dubbio che le aspettative sono altre, il precedente presidente della Regione Lazio (Nicola Zingaretti) è stato uno dei protagonisti (insieme al candidato della sinistra, Alessio D’Amato) della lotta contro il covid. Inoltre Zingaretti, sebbene in un confronto in termini di voti ottenuti alle elezioni è secondo a Rocca, detiene anche un “record”, poiché il suo (doppio) mandato è durato dal 2013 al 2022.
La grande differenza fra i programmi elettorali dell’attuale presidente e del precedente potrebbe impernarsi sulla sanità. Nel discorso del 9 novembre 2022, alla presentazione del rapporto di fine mandato, Zingaretti stesso aveva dichiarato: «Nel lungo percorso compiuto voglio ricordare la costruzione di un modello di sanità più vicina ai cittadini. Non ci dimentichiamo che siamo partiti con un commissariamento. Oggi possiamo dire di aver fatto ripartire le assunzioni a tempo indeterminato, di aver creato una rete di servizi di prossimità e sbloccato dopo anni l’edilizia sanitaria con risorse superiori al miliardo».
Sotto questo punto di vista, l’operato di Rocca sembra iniziare in “medias res”; un punto forte del suo programma era l’immediata risoluzione del problema delle (infinite) liste d’attesa (per il quale verrà istituito “un ufficio dedicato all’interno della direzione salute della Regione). L’intenzione è poi di aprire «da subito un tavolo con gli operatori sanitari dell’emergenza e delle cure primarie per analizzare le principali criticità e individuare insieme le migliori soluzioni fornendo loro immediatamente gli strumenti finanziari, tecnologici e organizzativi necessari».
Non va tralasciato neanche il “fronte-giovani”. «Il Lazio – dichiarava nella suddetta presentazione l’ex Presidente Zingaretti – aveva come principale problema quello di pagare chi vinceva un bando e sostenere le aziende in tempi normali. Prima la media di attesa per un pagamento era di 1027 giorni».
Va ricordato inoltre l’importante progetto di “Torno subito” che ha coinvolto circa diecimila ragazzi. Tra le promesse di Rocca ci si aspetta anche un miglioramento della condizione dei giovani della Regione. «Farò in modo che cresca l’offerta di lavoro per i nostri giovani all’interno della regione. Sicuramente l’impegno è quello di favorire massima partecipazione dei nostri giovani all’attività culturale che la nostra regione offre, ma non mi limiterò alla porporina dei biglietti gratis, che vanno agevolati sì, ma in riferimento al ceto sociale aiutando chi ha bisogno». Una dichiarazione, questa che ha suscitato ira nel centrosinistra (attaccatosi soprattutto al termine con cui è stata definita la Lazio Youth Card). Purtroppo c’è anche da dire che nello stesso programma del neopresidente non è comparsa un’esplicita promessa rivolta ai giovani, come riportava – anzi – il quotidiano “la Repubblica” l’11 febbraio 2023 “Francesco Rocca nel suo programma elettorale non nomina mai il diritto allo studi”.” Ma d’altro canto la partita deve ancora iniziare, attendiamo e vediamo cosa succederà.
Lucrezia Roviello