Riportare l’attenzione su temi che contraddistinguono una società in evoluzione
E allora il Pd? Con questa frase il maggiore partito del centrosinistra è stato bersagliato per diversi anni, ogni politico, avversario o alleato, che non aveva argomenti per rispondere a domande scomode, utilizzava questo espediente dialettico.
L’unico partito in Italia che si mette in gioco con l’esercizio delle primarie, prima tra gli iscritti e poi tra i cittadini, tanto da rischiare di farsi scegliere il segretario dagli avversari politici, ha ribaltato tutti i pronostici e ha eletto una donna che raccoglie in sé il segno dei tempi che stiamo vivendo.
Tempi definiti da qualcuno “mala tempora” che vedono nell’ordine una guerra sanguinosa in Europa nella quale le potenze militari, fornite di armamenti nucleari, si confrontano a distanza, per ora; popoli che si spostano da un continente all’altro cercando un luogo dove vivere bene e far crescere dignitosamente i propri figli; tipologie di lavoro che cambiano così velocemente che non si trovano le risorse umane con una preparazione adeguata che devono combattere la voglia sempre presente nei datori di lavoro di aumentare i propri profitti a scapito del salario dei lavoratori; i diritti civili ritenuti una conquista “per sempre”, che vengono sistematicamente presi di mira per entrare subdolamente nella sfera personale di ognuno di noi.
E’ vero, Elly Schlein non l’hanno vista arrivare, chi ha portato il Partito democratico al minimo storico nei sondaggi e a essere assente in grandi aree del Paese, non si è accorto di nulla, tranne ora far finta di essere in completa sintonia con la nuova Segretaria. Comunque i temi che la “nazione” deve affrontare all’interno dei propri confini e al di fuori di essi sono epocali. Uno di questi è l’indifferenza per fatti che in altri tempi avrebbero travolto le istituzioni con lo sdegno morale di tutti, ora vengono metabolizzati velocemente. Sul tema dell’accoglienza, non si riesce più a cogliere la profonda contraddizione tra chi ha agitato lo spettro e la paura della “sostituzione etnica” in atto e il cantare “la canzone di Marinella” di Fabrizio De Andrè.
“Banchieri, pizzicagnoli, notai
Coi ventri obesi e le mani sudate
Coi cuori a forma di salvadanaio
Noi che invochiam pietà fummo traviate”
De Andrè recita anche questo nel brano “Corale” uscito nel 1968 e se sostituiamo alla parola traviate la parola migranti, forse perdiamo la rima, ma resta il significato profondo di chi ha sempre avuto attenzione per gli ultimi, i diseredati che definiva poi la parte migliore dell’umanità. Non ha fatto in tempo De Andrè ad assistere alla comparsa della migrazione dei popoli, ma piace pensarlo mentre accomuna in un recitativo tutti quelli che si sono aggiunti via via in un macabro aggiornamento dell’elenco delle vittime della nostra “strana” umanità.
La funzione che la Schlein deve affidare al Partito democratico deve essere proprio quella di riportare l’attenzione, forte, sui temi che contraddistinguono una società in evoluzione, vogliamo la libertà di unirci con chi amiamo, la libertà di amare i nostri figli indipendentemente dal genere di appartenenza di noi genitori, la libertà di poterli inserire nella nostra comunità e di essere riconosciuti da essa, la libertà di appartenere a quella comunità se nasciamo sul territorio che occupa, la libertà di aiutare chi fugge da guerre, fame e carestie, o semplicemente vuole una vita migliore.
Uomini, poiché all’ultimo minuto
Non vi assalga il rimorso ormai tardivo
Per non aver pietà giammai avuto
E non diventi rantolo il respiro
sappiate che la morte vi sorveglia
gioir nei prati o fra i muri di calce
come crescere il gran guarda il villano
finché non sia maturo per la falce
Fabrizio De Andrè, Corale in “Tutti morimmo a stento”, 1968.
Salvatore Scaglione