23 Novembre, 2024
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Ad Ancona verso l’interruzione volontaria di patriarcato

Riceviamo e pubblichiamo – Dal congresso di Verona ad oggi il panorama internazionale ed europeo vede la presenza sempre più capillare delle politiche sociali familistiche in concertazione con le ali fondamentaliste dell’area movimentista no choice anti abortiste e omolesbobitransfobiche che in Italia ormai sono all’interno del tessuto politico, sociale e imprenditoriale. É importante focalizzarci sul cambio narrativo degli ultimi 5 anni in cui si è fatta una campagna martellante sulla denatalità prendendo tre fronti: economico, fiscale, imprenditoriale. Il terreno per l’attacco al diritto all’aborto non si gioca più direttamente sulla vita da difendere ma sul valore economico, fiscale e imprenditoriale. Per aggirare la 194 /78 legge di Stato non è solo l’obiezione garantita negli articoli di legge ma le manovre finanziarie varate dal governo in questi anni dal DEF (documento economia e finanza).

Già nelle manovre finanziarie del precedente governo Draghi nel PNRR si prevedeva il capitolo di spesa per il sostegno alla famiglia e alla natalità ripreso dall’attuale governo di destra. L’attuale manovra finanziaria con delega fiscale ha come carattere principale il criterio familiare incentrato sugli aiuti alle donne per sostenere alla gravidanza e dissuaderle all’aborto ecco qui la chiave di volta anti abortista nel passaggio del documento del DEF vi è un chiaro riferimento agli organi competenti per incentivare le nascite: i consultori saranno al centro per il sostegno alla natalità, già prevista dalla legge e il sostegno delle associazioni dei centri per la vita. Questo ci riporta alle leggi regionali che in questi ultimi anni sono state applicate nelle regioni Marche, Umbria, Piemonte, Veneto, Abruzzo Il terreno preparato dalle giunte regionali a guida della destra hanno fatto da laboratorio in cui si svuotava il diritto di scelta di abortire con leggi familistiche volte a peggiorare l’accesso all’ivg e cavalcare strumentalizzando la povertà. Nelle Marche la legge regionale dgr 1271 /2021 con 950 mila euro da pieni poteri ai centri per la vita e alle collaborazioni esterne come familia nova e consultori dichiaratamente anti aborto di area no choice, la nuova legge regionale con le AST ha falcidiato due convenzioni private, per quanto riguarda il servizio IVG l’ospedale di Ascoli Piceno e l’ospedale del capoluogo delle Marche Ancona su 11 punti ospedalieri totali dove si effettuavano ivg tre sono saltati e solo 4 effettuano ivg farmacologico a 7 settimane.

Nel 2020 secondo il rapporto del Ministero della salute l’obiezione era nel 2019 al 63 % dai dati del 2022 della Regione Marche siamo all’80%. Un aumento vertiginoso che ci riporta alle dichiarazioni dell’assessore alla sanità Filippo Saltamartini in cui si congratula degli esiti positivi per le politiche familiari messe in campo con il fondo della famiglia per dissuadere e rimuovere i dubbi sulla gestazione. In questa cornice regionale va innestata sulla narrazione martellante dell’inverno delle nascite e rafforzata da imprenditoria e organi statali quali il ministero del lavoro e l’Istat che rimarcano la congiuntura di politiche sociali patriottiche familistiche le cui nascite sono esclusivamente improntate al capitale. Il presidente di Confindustria Bonomi nel commentare il calo delle nascite rimarca il declino della Nazione per mancanza di manodopera futura e l’impiego forzato di manodopera Fuori dall’unione europea, l’Istat rimarca il crollo delle nascite come catastrofico non potendo sostenere un capitolo di spesa pensionistico, il ministro dell’economia sottolinea l’importanza degli incentivi alle nascite per sostenere la fiscalità alle generazioni future, il ministero della natalità, famiglia e pari opportunità incassa il plauso della manovra economica /finanziaria in cui si toglie il reddito di cittadinanza a tutt* per sostenere le famiglie numerose e le nascite.

La povertà e la famiglia vengono esclusivamente usate per il capitale e la famiglia rigorosamente bianca e etero sessuale mentre si cerca di chiudere ad ogni diritto alle famiglie lgbt* mentre il governo respinge le persone migranti incurante delle vite. In tutti questi anni la destra ha lavorato ovunque nel paese per tagliare i diritti conquistati é un attacco frontale su tutti i fronti per questo il 6 maggio torneremo ad essere marea nelle strade. Le Marche sono solo una delle regioni dove le politiche economiche /sociali /liberiste /antiabortiste hanno intaccato una legge già messa in discussione e dove il razzismo e l’omolesbobitransfobia la fa da padrone. Se succede qui si allargherà ovunque è già in atto é solo questione di tempo.

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