Un modello di solidarietà e di accoglienza per chiunque cerchi sostegno nei momenti di oscurità e fragilità che inevitabilmente attraversano la vita degli uomini: è la “Comunità Incontro” di Molino Silla, ad Amelia, che dal giorno della sua fondazione presta soccorso a tutte le vittime di dipendenze patologiche. Una storia (https://www.comunitaincontro.org/) iniziata a Roma proprio cinquant’anni fa, il 13 febbraio 1963, quando Don Pierino Gelmini, allora segretario del cardinale Luis Copello, Arcivescovo di Buenos Aires, incontrò a Piazza Navona Alfredo Nunzi, un giovane tossicodipendente seduto sui gradini della Chiesa di Sant’Agnese, che chiese il suo aiuto. Da Casal Palocco, alla periferia di Roma, all’Umbria nel 1979, in quella che sarebbe stata ribattezzata, dopo l’arrivo di Don Pierino, la “Valle della Speranza”: il cammino della Comunità di Molino Silla non si è più fermato e continua a rappresentare un insostituibile punto di riferimento, forte dei suoi successi e dell’esperienza accumulata nel corso dei decenni. E lunedì 17 aprile gli studenti dell’Istituto Alberghiero di Ladispoli hanno visitato le strutture del Centro di Recupero di Amelia, accompagnati dai Docenti Dina Cerroni, Angela Di Sabatino, Maria Limodio, Angelo Morello, Emanuela Ottaviani, Andrea Palma e Carmen Piccolo.
“Lo avevamo promesso e oggi siamo lieti di trovarci qui per incontrare di nuovo i Responsabili e gli ospiti della “Comunità Incontro” che il 15 marzo sono stati ospiti del nostro Istituto. – ha affermato la Prof.ssa Dina Cerroni, Docente di Francese e Referente del Progetto di Educazione alla Legalità e prevenzione dei comportamenti devianti dell’Alberghiero di Ladispoli – Ai nostri studenti amiamo proporre esempi concreti e vissuti di solidarietà e di accoglienza. Non crediamo nella predicazione astratta dei valori, ma in chi ne ha fatto una ragione di vita attraverso una dedizione quotidiana e instancabile. Questo è il senso più profondo della “Comunità Incontro” che consente a migliaia di giovani di ritrovare la strada della speranza e della salvezza. Desidero dunque ringraziare ancora una volta Marco Araclea e Claudio Previtali per la loro disponibilità ed amicizia. Ascoltare le testimonianze degli ospiti di “Molino Silla” rappresenta sempre per i nostri studenti un’indispensabile occasione di confronto con la durezza della vita ma anche e soprattutto con la bellezza di una possibile rinascita”.
“Una giornata emozionante e formativa per allievi e docenti. – ha aggiunto la Prof.ssa Angela Di Sabatino, Docente di Lettere dell’Istituto Alberghiero – Oltre a visitare questo bellissimo Centro, le testimonianze che abbiamo ascoltato sono state un importante momento di condivisione: le storie di vita servono per riflettere – ha spiegato – e per capire che a volte realtà che sembrano lontane sono invece estremamente e pericolosamente vicine. Le dipendenze (droga, alcol e gioco) non appartengono ad un mondo virtuale, ma sono in mezzo di noi. L’unico modo per sconfiggerle è la conoscenza e la prevenzione. E sono proprio questi gli obiettivi di un Centro come “Molino Silla”, capace di aiutare quotidianamente decine e decine di persone che cadono nelle dipendenze. Spero che gli studenti abbiano capito che “nessuno si salva da solo” e che il compito della scuola è non solo istruire, ma educare, cioè responsabilizzare e rendere consapevoli i ragazzi che alcune ‘passioni ‘ sono deleterie e mortali. E’ nostra intenzione dare seguito a questa bellissima iniziativa promossa dalla Prof.ssa Cerroni anche con un nuovo progetto che si articolerà nei prossimi anni”.
“Della solidarietà pensiamo ciò che alcuni anni fa scriveva Stefano Rodotà. – ha sottolineato la Preside dell’Istituto Superiore “Giuseppe Di Vittorio” Prof.ssa Vincenza La Rosa – E’ l’unico “antidoto ad un realismo rassegnato che non lascia speranze e non lascia diritti”. “E’ un movimento che mantiene l’orizzonte aperto oltre le miserie del presente”. Conosciamo da vicino, come professionisti della formazione, le criticità e le difficoltà di ogni processo di crescita. – ha aggiunto la Prof.ssa Rosa Torino, Vicepreside dell’Alberghiero – Ma al disagio giovanile occorre rispondere prima con l’ascolto, quindi con l’aiuto e l’azione. Non dimenticheremo questa giornata trascorsa ad Amelia e porteremo nel cuore le voci e i racconti di chi ci ha accolto: testimonianze insostituibili che valgono più di interi Manuali di Educazione Civica”.
Lunedì 17 aprile gli allievi dell’Istituto Alberghiero hanno visitato i laboratori, le sale e tutte le strutture di “Molino Silla”, accolti dai Responsabili Marco Eraclea e Claudio Previtali, partecipando quindi ad un pranzo con gli ospiti della Comunità.
“Festa di San Giuseppe, festa del papà, la tua festa dunque – scrivevano anni fa decine e decine di ospiti di Molino Silla, tutti insieme, a Don Pierino come si legge nel bellissimo libro curato per la “Comunità Incontro” da Giovanni D’Ercole – perché papà ci sei veramente in ogni momento, in ogni gesto che fai, quando ci parli, quando ci ascolti, quando fai tardi per noi, quando vegli per noi, quando ti arrabbi per noi, ti commuovi per noi, piangi, ridi, invochi, preghi, implori, sempre per noi. Per noi che non avevamo un volto, un senso, una vita, per noi, poveri disgraziati, ricchi solo di solitudine e di rassegnazione. Solo un padre, mentre i suoi figli stanno per regalarsi la morte, li cerca, li aspetta, li trova, li porta con sé per insegnar loro che la vita è dura, ma bella, perché nella vita c’è il sole e c’è il vento; c’è il verde e c’è l’azzurro; c’è il piacere di un cibo e di una bevanda e anche di un bacio; c’è la gioia che riscatta le lacrime; c’è il bene che riscatta il male; c’è il tutto al contrario del nulla. E allora torna la voglia di vivere, di amare, di desiderare, di lottare. Soprattutto lottare, sì lottare, lottare per non morire, lottare per continuare, per riprendere la vita in mano, questa vita che non era niente, ma che ora è tutto”.