28 Dicembre, 2024
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Caro Pnrr, a quando i benefici? Lettera aperta al “piano salva-Paese”

Mentre si procede fra dubbi e incertezze, regna il ritardo, atavico problema italiano

Il Pnrr non è la panacea dei nostri mali, ma ci aspettiamo un generoso aiuto per un benessere da tempo auspicato, pur se le voci che circolano nella maggioranza di governo mettono in allarme la pubblica opinione.

La Corte dei Conti

Sull’argomento la relazione della Corte dei conti, aggiornata a marzo 2023, dice che lo stato di attuazione del Pnrr ha preso l’avvio solo sotto il profilo amministrativo, mentre sul piano degli investimenti e dei lavori c’è ancora molto da fare. A dicembre 2022 il Pnrr contava 107 dirigenti, 544 funzionari, 366 esperti. Molto personale è a tempo determinato e precario; le amministrazioni, per il tempo necessario al Piano, hanno bisogno di un organico preparato, sufficiente e di alto profilo.

Da segnalare che il 65% dei progetti sono dei Comuni e il 60% di questi ha meno di 5.000 abitanti.

Al momento solo il 6% dei finanziamenti è stato speso, e completato l’1% dei progetti.

Figure da reperire

Si cerca di rimediare col d.l.n.13/2023 del 24 febbraio che prevede l’introduzione delle figure da reperire, l’istituzione dell’Ispettorato generale e alcune modifiche per abbreviare l’iter dei progetti.

La conferma ci viene dall’“Osservatorio Ambrosetti”, che ha tenuto la trentaquattresima edizione il 31 marzo e il 1° aprile 2023 a Villa D’Este, a Cernobbio, presente il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, che ha affermato: «Si sta valutando un provvedimento per migliorare l’organizzazione della struttura della Pubblica amministrazione per il Pnrr. Osservo… polemiche che non hanno alcun senso… c’è stato lo scoppio di una guerra nel cuore dell’Europa e… una causa… nello stress… della Pubblica amministrazione che… non era non è all’altezza di sostenere questo tipo di choc di domanda».

L’Unione europea

Sul tema ha parlato anche il Commissario dell’Unione europea all’Economia, Paolo Gentiloni: «Sono ottimista, però… un parere favorevole… avverrà nel giro di… settimane, mi auguro senza difficoltà… per l’erogazione della terza trance di 19 miliardi… penso che i punti che sono ancora da chiarire saranno chiariti… l’assorbimento di risorse così ingenti non è facile in Italia… man mano che il piano va avanti la strada diventa più impegnativa, ma anche più risolutiva dal punto di vista economico».

Ritardi

Di ritardo ha parlato anche il ministro Raffaele Fitto, affermando che alcuni interventi da qui al 2026 non sono realizzabili, salvo poi rimangiarsi il tutto per placare le proteste dei partiti di opposizione.

E temendo che le risorse vadano perse, il sindaco di Milano, Sala, va ripetendo da giorni che sarà meglio «dare i soldi a chi sa investirli».

Intervistato, il consigliere economico di Mario Draghi, Francesco Giavazzi ha dichiarato: «Non basta battere i pugni sul tavolo… bisogna creare alleanze… è importante capire quanti amici hai intorno al tavolo… per esempio, sulla questione degli aiuti di Stato, Francia, Spagna, Germania e Olanda possono essere alleati».

E sui ritardi che il governo Meloni imputa a Draghi, ha pochi dubbi: «…il Pnrr è basato su due pilastri, riforme e investimenti… l’approvazione del nuovo codice degli appalti era cruciale perché… non fossero più possibili quei ricorsi al Tar che rinviava al Consiglio di Stato e ci volevano anni prima che arrivasse la decisione… per sbloccare l’appalto… decidemmo di riscrivere da zero il codice e affidammo il compito al Consiglio di Stato che ci ha messo poco più di un anno… poi ha subito integrazioni …dalle commissioni parlamentari e infine è stato approvato».  «Bisognava alzare la soglia di accesso per le stazioni appaltanti… i comuni troppo piccoli non hanno le strutture tecniche per beneficiare dei fondi del Pnrr».

Ora Salvini se lo intesta, ma le uniche modifiche introdotte e la soglia degli affidamenti diretti peggiorano il testo e rischiano di favorire la corruzione.

Sfida epocale

Gli imprenditori e i cittadini sanno che il Pnrr rappresenta una sfida epocale e irrinunciabile e sanno che è un impegno responsabile, dal momento che una parte dei fondi comporta un debito che ricadrà su di noi e sulle generazioni future.

È obbligatorio il sostegno di tutti i soggetti in campo, con trasparenza, disponibilità dei dati, dibattito e controllo, per prevenire errori e sprechi. Questo, in sintesi, lo scenario riguardo gli stanziamenti e i ritardi dei lavori, su cui il governo, anziché accelerare, ha intrapreso una serie di contatti per ottenere i soldi e il superamento del 2026.

Noi ci auguriamo che arrivino tutti i fondi, vengano investiti in tempi rapidissimi, con la guardia alta sugli sprechi e la corruzione. E ciò anche a vantaggio della credibilità dell’Italia.

Franco Marzo

 

 

 

 

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