22 Novembre, 2024
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L’editoriale – Una riflessione sul primo maggio

Il primo maggio, ossia la festa del lavoro, è una ricorrenza istituita per mantenere vivo e omaggiare il ricordo delle lotte per i diritti portate avanti dai lavoratori.

Lotte che hanno gettato le basi per avere una società più equa e per ribadire la dignità dei lavoratori come persone.

La storia del primo maggio è antica e fa nascere le sue radici nel momento in cui la rivoluzione industriale imperversava e modificava radicalmente gli equilibri che avevano controllato il mondo fino a quel momento, velocizzando la società, sempre più, e mutando la vita delle persone nella forma e, non troppo, nella sostanza.

Oggi il primo articolo della costituzione italiana, ovvero il testo su cui si basa l’intero ordine giuridico, afferma:”L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.”  Ciò fa comprendere l’importanza del lavoro all’interno della repubblica e, di conseguenza, della vita dei suoi cittadini, infatti il presidente Mattarella lo ha definito “motore della coesione sociale”.

Detto ciò, sapendo e condividendo che quanto appena detto sia la strada da percorrere, la domanda che uno si pone è la seguente: Quali sono stati gli errori che ci hanno condotto alla situazione attuale?

Questo perché, oggigiorno, la gente fatica ad arrivare a fine mese con un solo stipendio e molte persone si ricordano di quando era fattibile, dimostrando che il mutamento non è avvenuto solamente nel rapporto tra orario lavorativo e paga, ma anche nelle necessità e nelle abitudini.

C’è, poi, da considerare che l’informatizzazione della società sta imponendo cambiamenti sempre più rapidi e incisivi che spesso disorientano i più.

Alcuni esempi lampanti possono essere la chiusura di molti negozi a causa della nascita di piattaforme come Amazon o la diminuzione del personale bancario per via della digitalizzazione dei servizi.

Le lotte dei lavoratori nel tempo hanno permesso l’innalzamento della qualità della vita, ma i mutamenti nel mondo del lavoro non hanno permesso alle condizioni derivate dal miglioramento di conservarsi.

Tutto ciò non è per spaventare o per demoralizzare, ma per riflettere, anche il  “L’agone” che ha sempre sostenuto le amministrazioni locali per dar vita a politiche sul lavoro concrete, sul fatto che i cambiamenti sono ineluttabili e nessuno nega che sul momento creino delle difficoltà e il primo maggio è proprio questo: una festa necessaria per far nascere una riflessione sull’attualità, sulle realtà da proteggere e sulle novità ancora da comprendere.

Claudio Colantuono
Redattore L’agone

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