23 Dicembre, 2024
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Siamo circondati da un milione e mezzo di cinghiali

Le tante (e troppe) difficoltà di gestione della fauna selvatica

In costante aumento non solo in Italia ma in tutta l’Europa, i cinghiali rappresentano una delle specie che meglio è riuscita ad adattarsi e a vincere nell’antropocene, era di dominio dell’uomo. Sempre più presenti sia nelle città che nelle campagne, nonostante siano tra i mammiferi più cacciati e il numero di capi abbattuti sia in aumento, ci spingono a cercare nuove soluzioni per arginare la loro presenza.

E se un tempo il problema coinvolgeva quasi esclusivamente il mondo venatorio e quello agricolo, adesso include anche i cittadini.

Fatto sta che ormai i cinghiali sono entrati a gamba tesa nella nostra quotidianità, con una presenza sempre più pervasiva anche nel nostro territorio.

Componente naturale della fauna autoctona, i cinghiali hanno ormai raggiunto numeri da capogiro: gli ultimi dati pubblicati dall’Ispra a gennaio 2023 parlano di un minimo di un milione e mezzo di animali sul territorio nazionale. L’agricoltura è il settore più colpito ma, come noto, gli impatti ci sono anche per gli incidenti stradali e per la presenza nei centri urbani che desta preoccupazioni anche di tipo sanitario.

Tutto questo nonostante la continua la crescita degli abbattimenti. Nel periodo 2015-21 il prelievo di cinghiali è aumentato del 45% e in media sono stati abbattuti circa 300.000 cinghiali all’anno (di cui 257.000 in caccia ordinaria e 42.000 in interventi di controllo faunistico). La popolazione ha però continuato ad espandersi. Sembrerebbe quindi che gli sforzi fatti fino ad ora non siano stati sufficienti.

Ma le difficoltà nella gestione della fauna selvatica nel nostro Paese vanno ben oltre i cinghiali, e includono anche orsi e lupi. Il caso della donna aggredita da un lupo nella Lucchesia e la morte del runner causata da un orso in Trentino hanno riportato il problema sotto le luci della ribalta.

Sul tema è intervenuta Coldiretti, chiedendo a gran voce un piano nazionale per la gestione delle specie selvatiche. «Questi episodi rappresentano la punta dell’iceberg di una situazione fuori controllo. E’ necessario intervenire urgentemente per il loro contenimento per difendere la sicurezza delle persone e le produzioni agricole», ha dichiarato l’organizzazione nel comunicato stampa diramato.

Questa strategia di intervento nazionale dovrebbe inoltre essere basata sulle più aggiornate conoscenze scientifiche, e integrare prevenzione e di contenimento delle popolazioni, con prelievi selettivi e pianificati.

Ma come spesso succede nel nostro Paese, la discussione si è polarizzata tra favorevoli e contrari, e anche il parere degli esperti su come intervenire per ridurre il numero di questi animali è diviso, e questo impedisce di trovare una soluzione condivisa e realmente efficace.

Sara Fantini

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