Confronti generazionali. Avvertenze e istruzioni per l’uso per accogliere positivamente le sfide digitali considerandone i rischi e le opportunità. Ma quali sono gli strumenti digitali per l’alta formazione dei giovani che si affacciano al mondo del lavoro?
Su questo tema si sono confrontati i vari relatori nel panel della seconda giornata del Festival Nazionale delle Università in corso a Roma, dal titolo “Generazione Z e intelligenza artificiale”.
«L’alta formazione – ha detto Marta Colnago (McGraw Hill) – richiede un alto livello qualitativo valore, anche degli strumenti digitali. Questi, infatti, sono utili soprattutto per una fruizione immersiva dell’apprendimento, ma anche del far apprendere. Il tema relativo all’immersione è richiesto da chi fa alta formazione, poiché gli studenti delle nuove generazioni sono abituati a fare esperienza in prima persona. Lo strumento digitale, quindi, deve per forza di cose riflettere questo bisogno e soddisfarlo. Una simulazione in 3D in ambienti virtuali, ad esempio, può essere utile come apprendimento esperienziale. Non deve, però, mai venir meno la capacità di dialogo e di interagire. Tra docente e discente, infatti, deve esserci, anche su di una piattaforma, una relazione diretta».
Laura Sartori (Università di Bologna) ha invece spiegato come, in un confronto generazionale, sia importante «non dividere tutto in due categorie: noi e loro. Questa contrapposizione non aiuta. È chiaro che, le diverse generazioni, utilizzeranno la tecnologia e l’intelligenza artificiale in maniera diversa tra loro. Nella selezione del personale, ad esempio, l’IA può aiutare sia a creare un curriculum che colpisce, sia a selezionare i candidati in una fase iniziale».