“La proprietà intellettuale nell’era delle macchine intelligenti” è il panel che si è svolto nel corso dell’ultima giornata del secondo Festival Nazionale delle Università.
Il dibattito si è concentrato sul come garantire tutela e protezione giuridica alle opere create dall’Intelligenza Artificiale, quali regole applicare e come stabilire il livello del contributo umano. Conferire la tutela del diritto d’autore è complicato, con norme che variano da stato a stato. Uno dei temi focali dell’Intelligenza Artificiale riguardo alle questioni di proprietà intellettuale riguarda la necessità di fare in modo che gli algoritmi alla base e i dati da questa utilizzati siano noti e in qualche modo controllabili, remunerare il creatore dell’invenzione, in modo da incentivarne il lavoro.
I lavori sono stati introdotti da Cesare Galli (Università di Parma): «Dobbiamo avere lungimiranza sull’intelligenza artificiale. Ad oggi manca una visione del futuro che metta insieme giuristi, scienziati e tecnici. Una contaminazione di saperi in grado di regolare e dare forza al progresso che può derivare dalle nuove tecnologie».
Il panel è stato moderato dal giornalista e scrittore Roberto Napoletano: «Non bisogna mai fermare la ricerca e l’innovazione. Non bisogna mai consentire che questo strumento, quello che il Professor Galli ha chiamato “lo schiavo”, diventi padrone. E quindi tutelare il diritto d’autore, partendo dall’uomo, diventa fondamentale, per tutte le invenzioni micro, ma diventa poi decisivo in una fase strategica di conflitto mondiale di civiltà tra mondo autocratico e mondo moderno».
Durante il dibattito, invece, Marco Conti (Bugnion SpA) ha dichiarato: «Nella mia esperienza la sinergia dei saperi è fondamentale anche a livello generazionale. Tipicamente gli esperti di IA sono molto giovani e c’è una necessità, all’interno delle aziende, di far dialogare loro e gli esperti di sistemi meccanici, che hanno una maggiore esperienza e un diverso approccio alla risoluzione dei problemi».
Per Valerio Lunati (European Qualified Patent Attorney, Lunati&Mazzoni Srl) «Proteggere le innovazioni delle aziende tecnologiche attraverso dei brevetti è fondamentale, ma ad oggi le problematiche sono molte ed è fondamentale riconoscerle per analizzarle. L’intelligenza artificiale è uno strumento per trovare e risolvere questi problemi».
Silvia Scalzini (Università di Parma) ha invece detto: «Per creare dipinti, testi ed opere, l’Intelligenza artificiale prende dati di opere che spesso sono coperte dal diritto d’autore. Il problema giuridico nasce perché senza autorizzazione l’intelligenza artificiale non può prendere determinati dati, attualmente online».