Il mondo della comunicazione si sta rivoluzionando grazie all’intervento e al progresso legato all’Intelligenza artificiale. Di questo si è parlato nella giornata conclusiva della seconda edizione del Festival Nazionale delle Università.
All’essere umano, anche in un prossimo futuro, rimarrà la generazione creativa dei contenuti, del lavoro intellettuale e creativo. Benefici e conquiste di questa nuova tecnologia espongono anche rischi e limiti. Oggetto del dibattito di questo panel nell’ultima giornata del Festival Nazionale delle Università in corso all’Università degli Studi Link a Roma.
Siamo in un momento di grandi trasformazioni, ma quali saranno i benefici per la società su quelli che vengono definiti i future jobs?
Giovanni Verreschi (Presidente ETT Solution Scai Group) ha dichiarato: «I nuovi mestieri sono legati all’impatto delle nuove tecnologie. Nel mondo della creatività, della cultura e della comunicazione, tale impatto si misurerà con l’incremento della produttività e con la capacità di fornire valore aggiunto. Con le tecnologie, quindi, avremo la possibilità di sviluppare nuovi mestieri che le governeranno e le integreranno. Tutto ciò, inevitabilmente trasformerà il modo di vivere e di lavorare».
Lo sviluppo, la diffusione e l’utilizzo nell’istruzione, nella cultura, nel mondo della comunicazione e della creatività, sarà fortemente esposto alla questione dei diritti, delle libertà, della dignità umana, della vita privata a protezione dei dati personali.
Ma come cambia con l’Intelligenza artificiale il mondo dello spettacolo e della cultura?
Per Janet De Nardis (Giornalista e presentatrice Tv) «il cambiamento è già in atto: tutti gli ambiti artistici utilizzano l’intelligenza artificiale. Ci sono, infatti, sperimentazioni per le sceneggiature, anche se si parla di una partecipazione della macchina rispetto all’essere umano e non di un vero e proprio controllo. Del resto viviamo un cambiamento incredibile: molte persone sono spaventate ed è giusto porsi dei quesiti etici. Le intelligenze artificiali, infatti, appartengono a delle società e sono normate dalle persone. La domanda principale, quindi, sarà: “chi controlla il controllore?”. Ciò detto, non dobbiamo e non possiamo restare indietro perché il futuro è di chi imparerà ad usare questi strumenti che ora sono bambini, ma diventeranno presto adulti».