“Passare da un sistema energetico basato sulle fonti fossili a uno basato sull’elettrificazione significa rivedere totalmente la catena di approvvigionamento in una fase storica caratterizzata dalla frammentazione e ripristino dei blocchi commerciali”. Lo ha affermato il Fondatore di T-Commodity, Gianclaudio Torlizzi, in occasione del convegno “Le materie prime nella transizione ecologica”, che si è tenuto nella Sala della Regina di Palazzo Montecitorio a Roma.
L’iniziativa è stata organizzata dall’associazione a/simmetrie, con il patrocinio della Camera dei deputati, per promuovere una riflessione da parte della politica su un aspetto non ancora pienamente assimilato del processo di transizione ecologica. Ad aprire i lavori sono stati il Presidente della Camera dei deputati, Lorenzo Fontana, e il Vicepresidente della Commissione Finanze, Alberto Bagnai, mentre in chiusura sono intervenuti il Presidente della Commissione attività produttive, Alberto Luigi Gusmeroli, e il Ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin.
“L’adozione delle politiche Net Zero rappresenta uno dei più importanti cambi di paradigma che la società contemporanea si troverà ad affrontare”, ha spiegato Gianclaudio Torlizzi, “La necessità di approvvigionarsi di metalli e terre rare nell’attuale contesto di de-globalizzazione dell’economia mondiale e fase di allontanamento dalla Cina, Paese che detiene di fatto il controllo della filiera green, determina forti criticità. Al fine accrescere la competitività del Paese in un contesto certamente sfidante, è necessario predisporre un Piano Nazionale Minerario”
Per Roberta Benedetti, Consulente e Senior Advisor Energy “l’Europa ha accelerato sulla transizione energetica per ridurre le emissioni climalteranti, non tenendo conto delle maggiori emissioni per la produzione del silicio policristallino che per il 90% è prodotto in Cina. L’assenza di sostegno ad una produzione europea di questi materiali non solo ha di fatto contribuito all’aumento di emissioni a livello globale, ma ha portato alla perdita del controllo nell’industria più importante per la transizione: energetica, digitale, dell’automotive. Possiamo seguire l’esempio degli Stati Uniti che non chiedono all’industria il pagamento di quote di emissione e che con il SEMA Act stanno procedendo al re-shoring della produzione di silicio policristallino e gas silenici”.
Secondo l’economista dell’energia Simona Benedettini “Gli obiettivi di decarbonizzazione al 2030 rendono ancora più essenziale il ruolo delle reti di trasmissione e distribuzione elettrica. Le reti dovranno diventare intelligenti per assicurare la continuità e l’economicità della fornitura di energia elettrica da fonti non programmabili. Il mercato della capacità italiano ha dimostrato di essere un valido strumento: è necessario chiarire quanto prima quale sarà la sua evoluzione nei prossimi anni per accompagnare in modo attento il processo di transizione energetica”.
Secondo Massimo Nicolazzi, consulente e amministratore di società operanti in ambito energetico e finanziario “La sicurezza energetica è anzitutto ridondanza. Il fossile, e soprattutto il gas, carburante di riserva della transizione. La decarbonizzazione si è intrecciata con la derussificazione. Il gas non va chiuso, ma accompagnato con cortesia all’uscita”.