“Nell’ambito del conflitto in Ucraina il tema per noi centrale è quello dell’Europa. E c’è la pochezza intellettuale del ruolo politico dell’Europa. Anche in questa occasione vediamo come si è registrata una fragilità di un soggetto che in sostanza non agisce”. Lo ha affermato il presidente del Movimento Cristiano Lavoratori, Antonio Di Matteo, in occasione dell’iniziativa “Pace subito! – Una guerra nel cuore dell’Europa. Scenari e prospettiva”, che si è svolta nel pomeriggio di venerdì 26 maggio, a Roma, nella “Sala Marconi” di Radio Vaticana.
All’iniziativa, promossa dal Movimento Cristiano Lavoratori e dal Movimento dei Focolari Italia, sono intervenuti, tra gli altri, lo storico ed esperto di geopolitica, nonché cofondatore dell’Istituto di ricerche internazionali Archivio Disarmo, Maurizio Simoncelli, gli esponenti del Movimento dei Focolari, Cristiana Formosa e Gabriele Bardo, la portavoce del Forum Terzo Settore, Vanessa Pallucchi, e il presidente del Comitato Scientifico Ucid, Riccardo Pedrizzi.
In apertura del suo intervento il presidente del Movimento Cristiano Lavoratori ha ricordato un discorso sulla pace fatto nell’aprile del 1963 da Papa Giovanni XXIII. “Quando Papa Francesco all’inizio del suo Pontificato parlò di guerra a pezzetti molti di noi rimasero sconcertati”, ha affermato Antonio Di Matteo, “Per quanto ci riguarda arriviamo qui in questa contaminazione, avendo vissuto momenti significativi della nostra vita associativa. La pace risuona sistematicamente ogni giorno, perché ci interpella come persone, famiglie e lavoratori. Noi non avevamo bisogno della guerra. Abbiamo avuto una crisi economica e poi la pandemia. Ci sono stati effetti dirompenti che ciascuno ha visto e continua a vedere con i propri occhi. Complicazioni che ricadono principalmente sui soggetti più deboli”. Di Matteo ha ricordato quando nel 1953 De Gasperi pose il tema della difesa comune. “Sono passati un po’ di anni e il tema è ancora aperto”, ha proseguito Di Matteo, “La guerra è fuori dalle porte dell’Europa, ma è un tema assente dall’agenda dell’Unione Europa, Non ci resta che stare su questa iniziativa. Nel corso di questa giornata sono state ricordate tante azioni diplomatiche. Arriviamo oggi a questo mandato che il Papa ha affidato al Cardinale Matteo Zuppi. In quest’ultimo anno e mezzo ci siamo abituati alle notizie sulla guerra. Ci siamo quasi assuefatti. Per questo è necessaria una condizione di coscienza e sollevamento popolare. Lodiamo con grande fiducia e aspettativa il lavoro che il cardinale Zuppi potrà svolgere. Qui è in ballo una responsabilità, il destino di un paese e il destino dell’Europa. Il conflitto bellico è fuori la porta. Il compito di ciascuno di noi è completare questo percorso di pace, perché come dice Papa Francesco “La pace è possibile””.