5 Novembre, 2024
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ASL Roma 1, siglato il protocollo per il riconoscimento della protezione internazionale di roma

È stato siglato, presso la Prefettura di Roma, un protocollo operativo tra il Centro Salute Migranti Forzati (SAMIFO) della Asl Roma 1 e la Commissione Territoriale per il Riconoscimento della Protezione Internazionale di Roma con le relative Sezioni I e III. Oggetto dell’accordo l’impegno ad attuare iniziative per il supporto psicologico al lavoro dei componenti e del personale della Commissione e delle relative sezioni.

Le Commissioni Territoriali, in quanto autorità competenti all’esame delle domande di protezione internazionale presentate nel territorio nazionale, svolgono un lavoro che sistematicamente porta a conoscere situazioni di grave vulnerabilità. L’esperienza delle organizzazioni che si occupano di esaminare le richieste di protezione internazionale (RSD) e la letteratura specializzata in materia hanno rilevato che coloro che lavorano a contatto diretto con persone traumatizzate tendono ad essere più a rischio di burnout, trauma vicario o secondario, senso di isolamento, “credibility fatigue” e mancanza di motivazione. La supervisione rappresenta lo strumento di prevenzione volto ad offrire il supporto individuale o di gruppo utile ad affrontare le difficoltà emotive, relazionali e organizzative che possono sorgere in ambito lavorativo, sia con i richiedenti che con i colleghi. Tale attività può avere dei risvolti positivi nel benessere psicologico dei funzionari delle commissioni favorendo anche un miglioramento sia della qualità lavorativa che della performance.

Nello specifico, con la firma del protocollo, il Centro SAMIFO, struttura sanitaria a valenza regionale della ASL Roma 1 per l’assistenza ai migranti forzati, mette a disposizione sede e professionisti specializzati, psichiatri e psicologhe. Gli incontri di gruppo con i funzionari delle Commissioni costituirà un momento significativo di riflessione e confronto sui risvolti psicologici e relazionali in ambito lavorativo. Al fine di valutare l’efficacia di tale attività è stato somministrato, in forma anonima, il Professional Quality Of Life, Compassion Satisfaction and fatigue subscales – Revision 5, un questionario che fotografa la temperatura emotiva e le risorse interiori dei singoli partecipanti. Sarà riproposto alla fine degli incontri per rilevare l’eventuale impatto della attività di supervisione nei funzionari. Inoltre il protocollo prevede l’invio al SAMIFO di utenti che necessitano di assistenza e cure psico/sanitarie o di certificazioni di esiti fisici di violenze e torture, a supporto delle Commissioni nell’esame della domanda di protezione.

“È un accordo estremamente importante su diversi fronti, sia per i componenti della Commissione sia per i richiedenti – ha dichiarato il Dott. Giancarlo Santone, Direttore del cento SAMIFO – Per i primi perché si cerca di sostenere chi lavora a stretto contatto con persone vittime di violenza, persone che rischiano di trasformarsi da testimoni di storie a vittime, sviluppando sintomatologia sovrapponibile a quella post-traumatica. Per i richiedenti, invece, la struttura da oltre 15 anni è un punto di riferimento che offre cure, sostegno e mediazione culturale a migranti e soprattutto a vittime di guerre, di tortura e di violenza intenzionale. La collaborazione tra il Centro SAMIFO e la Commissione Territoriale è forte e in essere da diverso tempo – aggiunge il Dott. Santone – Nel 2020 abbiamo, infatti, già siglato un protocollo e abbiamo deciso oggi di sottoscriverne un altro per dare maggiore consistenza anche a quegli aspetti di invio di utenti da parte dei membri della Commissione al SAMIFO; pazienti che possono usufruire dei nostri servizi quali medicina generale, ginecologia, salute mentale, medicina legale, ortopedia, etc., previo consenso degli stessi”.

La durata del Protocollo, di natura sperimentale, è di un anno ma lo stesso, valutata l’efficacia, può essere prorogato.

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