Monica Sansoni (Garante per l’infanzia e l’adolescenza della Regione Lazio) vuole unirsi al coro di istituzioni che si sta schierando al fianco delle vittime dei femminicidi e delle violenze. Per la Garante occorre «prevenire certe situazioni, cercando di sfuggire a relazioni tossiche e violente, fin dai primi segnali di violenza, anche psicologica. Ma le vittime non possono essere colpevolizzate, bensì devono essere aiutate a recuperare autostima, dignità, indipendenza, libertà».
I maltrattanti, aggiunge la Garante, «devono essere adeguatamente puniti, ma anche recuperati con percorsi specifici che accertino la presa di coscienza del disvalore morale e giuridico delle proprie azioni e la piena volontà di riabilitarsi». Per quel che riguarda, purtroppo, i casi di femminicidi «l’ultimo appuntamento – dice Sansoni – è una trappola, non cadeteci mai. Valorizzate voi stesse».
«Alle giovani ragazze – dice la Garante – voglio lasciare un messaggio profondo: le relazioni tossiche e i segnali di manipolazioni o di natura narcisistica, come dicono esperti del settore, devono essere segnalati fin da subito. La scuola, in tal senso, deve offrire un’offerta formativa, non solo di sensibilizzazione, ma di educazione alle emozioni e al rispetto dell’altro. Sempre più giovani adolescenti, infatti, si arrogano il diritto di poter dire e fare qualsiasi cosa, offendendo il partner e minacciandolo, specie sui social».
«Al contempo – ha concluso Sansoni – voglio fare un plauso a quelle famiglie che educano i propri figli al rispetto e alla convivenza. La famiglia, del resto, è la prima agenzia educativa insieme alla scuola».