Si è tenuta ieri una mattinata di confronto sulla sanità insieme ad istituzioni ed aziende per capire cosa sta cambiando e cosa cambierà grazie alle nuove tecnologie, e per conoscere quale sia il rapporto oggi tra i cittadini e i nuovi servizi digitali offerti dalla Sanità.
Presenti a Binario F, Francesco Di Costanzo, Presidente Fondazione Italia Digitale e PA Social, Marco Marchetti, Dirigente della UOS HTA di AGENAS (collegato da remoto), Giuseppe Viggiano, DG della digitalizzazione, del sistema informativo sanitario e della statistica del Ministero della Salute e Livio Gigliuto, presidente Istituto Piepoli e direttore generale di Fondazione Italia digitale, che ha illustrando i dati della ricerca “I cittadini e il rapporto con la sanità digitale” condotta proprio dall’Istituto Piepoli. Secondo lo studio, quasi un italiano su due sarebbe favorevole a visite da remoto piuttosto che ad appuntamenti fisici. “La ricerca pone la questione di elevare la qualità dei servizi digitali in sanità e salute, che spesso sono il primo vero accesso alle informazioni di carattere medico ancor prima di far riferimento a uno specialista”, ha sottolineato sottolinea Gigliuto.
Alla tavola rotonda, moderata da Alessandro Bacci, Responsabile Scientifico LHA, hanno partecipato molti direttori generali del Lazio: Fabrizio d’Alba, DG Policlinico Umberto I, Daniela Donetti, DG AOU Sant’Andrea, Cristina Matranga, DG ASL Roma 4, Giuseppe Quintavalle, DG Policlinico Tor Vergata e Commissario Straordinario della ASL Roma 1 e Roberta Volpini Direttore Amministrativo ASL Roma 1.
“Il sistema sanitario italiano si mostra aperto alla cultura digitale, consapevole di come l’innovazione possa portare un miglioramento strutturale alla società e alla vita quotidiana dei cittadini, solo se è diffusa e se permea ogni aspetto della produzione, dello sviluppo e dei servizi alla persona. Le opportunità del digitale renderanno vicini anche i servizi che oggi non lo sono ed in tal senso si faranno sempre più strada l`intelligenza artificiale, il metaverso e lo sviluppo delle tecnologie abilitanti come il 5G”. Così Francesco Di Costanzo, presidente di Fondazione Italia digitale e PA Social.
“Abbiamo bisogno di facilitatori del futuro che abbiano quel pizzico di follia necessario ad avviare un cambiamento culturale, sociale e non solo sanitario – ha commentato Giuseppe Quintavalle – Non dobbiamo lavorare su una reingegnerizzazione di una macchina obsoleta ma sui processi, sulle contaminazioni, sulla formazione gli operatori sanitari in modo che possano dare maggiori risposte ai bisogni di salute anche emergenti sfruttando la tecnologia che oggi abbiamo a disposizione.”
“La leadership ha un ruolo fondamentale nel progettare l’innovazione, portando a bordo tutti gli stakeholder con chiarezza e trasparenza – ha proseguito Roberta Volpini – come ASL Roma 1, dopo aver avviato con successo la robotica al San Filippo Neri e la teleriabilitazione nei nostri distretti sanitari, stiamo mettendo in campo alcuni progetti sempre nell’ottica di semplificare l’accesso alle cure. Parlo di startup italiane come Capsula, che ha creato un totem in grado di effettuare un pre-triage analizzando una serie di parametri e che stiamo installando in una casa della salute, di avatar intelligenti e gemelli digitali delle strutture sanitarie.