8 Novembre, 2024
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ASL Roma 1, inaugurato open space primo polo interculturale cittadino

È stato inaugurato “Open Space” il primo polo interculturale di Roma per la creazione di reti e ponti con il mondo della cultura, dell’arte e del mondo produttivo, aperto alla cittadinanza.

La spazio si trova in Corso Vittorio Emanuele II al civico 343 ed è realizzato nell’ambito del progetto Psic (Percorsi Sanitari Integrati Complessi) cofinanziato dalla Unione Europea attraverso il Fami, Fondo Asilo Migrazione e Integrazione, e che vede capofila Roma Capitale, attraverso il dipartimento delle Politiche sociali, e il coinvolgimento delle 3 aziende sanitarie locali ASL Roma 1, 2 e 3.

“Open Space” è un luogo dove si incrociano linguaggi, competenze tecniche, arti, culture, e dove si incontrano anche persone con esperienze di esclusione e di traumi sociali connessi allo stigma e alle migrazioni. L’obiettivo di questo nuovo polo interculturale cittadino è di sostenere un nuovo modello di inserimento sociale di persone troppo spesso “confinate” negli specifici settori d’intervento dei relativi servizi o escluse dal mondo culturale, formativo e produttivo.

Alla inaugurazione, organizzata dal Dott. Giancarlo Santone, Direttore del Centro di Salute per Migranti Forzati (SAMIFO) della ASL Roma 1, hanno partecipato tantissime persone, tra le quali Padre Camillo Ripamonti, Presidente del Centro Astalli, servizio dei Gesuiti per i rifugiati in Italia e Barbara Funari, Assessore alle Politiche Sociali del Comune di Roma.

“Oggi inauguriamo uno spazio non sanitario ma che è strettamente collegato con la salute – ha dichiarato il Dott. Santone – Perché la salute non è solo accertamenti, visite e medicinali ma è anche benessere che si può raggiungere attraverso la possibilità di esprimere ed esprimersi in diversi modi. Open Space sarà uno spazio aperto a tutti; un aeroporto di arrivi e partenze! Di arrivi perché è un luogo di alta visibilità e qui ci sarà la possibilità, per chi fa delle cose belle inerenti il nostro progetto, di potersi far vedere; di partenze, invece, perché qui vorremmo avviare diversi laboratori di attività multimediali, gioiello etico e tanto altro. Se gli altri partner saranno d’accordo – ha aggiunto il Dott. Santone – vorrei che questo spazio fosse una sorta di mostra permanente dove organizzare tante altre iniziative nel corso dell’anno, una specie di museo moderno interattivo sulle migrazioni.”

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