16 Luglio, 2024
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Molti dubbi sul Pnrr. Anzi, troppi dubbi

L’assioma “chi vince le elezioni governa” è dato per scontato; ciò che si chiede è che l’azione di governo sia saggia, appropriata e a favore di tutti e non di una parte. Quando lo scontento dilaga vuol dire che i bisogni primari dei cittadini sono calpestati. Non a caso, i pochi provvedimenti che il governo ha varato, col voto di fiducia, stanno alimentando tensioni sociali e rischi reali sul futuro. I fondi del Pnrr, a oggi, per l’inadeguatezza del governo e per la richiesta di rimodulazione del Piano, rischiano di non arrivare e farci perdere l’irripetibile occasione di crescita.

I fatti

In questi giorni il governo ha varato, con la fiducia alla Camera, il DL sulla pubblica amministrazione in coda al quale ha inserito due emendamenti che riducono i controlli, col pretesto di velocizzare la realizzazione delle opere. Il governo ritiene sufficiente il controllo finale dell’opera e inutile il controllo concomitante; limita il ruolo della Corte dei conti (art.103/Cost.) che è l’organo preposto al controllo contabile sulla spesa pubblica.

Il presidente Carlino (Corte dei conti) ha dichiarato: “I ritardi non dipendono dai nostri controlli” ma “dall’aumento di atti illegittimi e ricorsi” e che è “assolutamente contrario allo scudo per gli amministratori”. E aggiunge: “Non è la paura della responsabilità erariale a bloccare le firme necessarie alla realizzazione delle opere”; le firme non arrivano perché c’è “confusione legislativa, scarsa preparazione e organici ridotti”.

Gentiloni, Commissario UE, ha affermato che il controllo sulla regolarità dello sviluppo dei progetti spetta all’Italia, la cui Costituzione prevede la Corte dei conti.

E sulla rimodulazione ha ribadito che occorre “presentarla al più presto, senza aspettare l’ultimo momento… Non vogliamo che il piano venga presentato e poila Commissione dica che non va bene… La proposta di emendamento sia almeno in parte già rispondente per grandi linee agli obiettivi e che ci siano solo i dettagli da verificare”. “L’attenzione si concentri sui contenuti… altrimenti sembra una dialettica tra Roma e Bruxelles su chi è in ritardo e chi non è in ritardo… stiamo parlando dell’unica leva che un governo come quello italiano ha in un momento di alto debito e di inflazione, che è ancora molto alta…Stiamo parlando di asili nido, di ferrovie locali, stiamo parlando di riforme della legge sulla concorrenza, che è fondamentale approvare entro la fine di quest’anno”.

La rata non arriva

Intanto la rata di dicembre di 19 miliardi non è ancora arrivata. La presidente Meloni col suo “autoritarismo di velluto” e il suo richiamo frequente all’operato di Draghi, che ha rispettato solo all’inizio del suo insediamento a Palazzo Chigi, ha introdotto una sua strategia e i suoi “aculei” stanno ferendo il corpo elettorale con conseguenze gravi per il suo governo e per il Paese.

A detta dell’imprenditore De Benedetti, sulla Tv (La 7) qualche giorno fa, il governo Meloni, così facendo, “non durerà molto e cadrà”. Altri lamentano che Il Pnrr in Europa è stato pensato per modernizzare i Paesi, ora invece parte dei fondi viene impiegata a costruire armi.

L’8 giugno il presidente Busia (Anac) ha presentato alla Camera la relazione annuale dell’attività dell’Autorità nazionale anticorruzione e sul Pnrr ha lamentato “scorciatoie meno efficienti e foriere di rischi”. “Il Pnrr deve essere terreno condiviso, sottratto alla dialettica politica di corto respiro. Precondizione di tutto ciò è trasparenza e controllabilità dei progetti e dello stato degli investimenti”.

L’Agone da tempo denuncia lo stile e l’operato del governo perché fuorviante dai problemi urgenti, e siamo quasi al punto di non ritorno.

Il sarcasmo di alcuni ministri e della stessa Meloni sembra essere una sfida. Il linguaggio, da teatro, è spesso voluto per rafforzare la propria identità, in sintonia con alcuni Paesi europei di estrema destra, in vista delle elezioni europee del 2024, per ottenere una rappresentanza tale da incidere sul futuro dell’Europa e quindi su trattati, leggi e regolamenti.

 

Intanto l’Italia è attanagliata da allagamenti, terremoti, siccità, frane e l’agricoltura dovrà escogitare un nuovo modo per produrre le risorse alimentari.

La scuola dovrà preparare nuove professioni, capaci di affrontare le sfide future.

Gli oceani e i mari da risorsa diventano pericolo, perché ricettacoli di rifiuti e plastiche.

Se non ora, quando invertiremo la rotta prima che sia troppo tardi e scoprire che il Pnrr è davvero un’opportunità da non perdere? I giovani contestano come possono, pur di farci riflettere che il momento è grave e non c’è più tempo da perdere. Ci guidi la speranza, nonostante tutto.

Franco Marzo

 

 

 

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