22 Novembre, 2024
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Salute… meglio la vacanza in montagna?

Vacanze in montagna per migliorare il proprio benessere fisico e mentale. Passeggiare nel verde migliora l’umore, l’immersione nella natura e nel silenzio riduce lo stress grazie ai ritmi lenti rispetto alla vita di città. L’attività in altitudine, all’aria aperta, migliora anche l’assorbimento di vitamina D, poiché c’è una temperatura fresca, adatta all’esposizione prolungata al sole, indispensabile per l’attivazione della vitamina D.

“È opportuno seguire, le comuni norme di prudenza da tenere in vacanza in un nuovo ambiente naturale con un “microclima” fisico diverso e distante dal “nido” psichico della propria abitazione. Perciò sono necessarie alcune semplici precauzioni: prima fra tutte l’acclimatamento progressivo, con soste a quote più basse, in particolare per chi soffre di emicrania con aura e un approccio graduale al nuovo ambiente in chi soffre d’ansia e depressione”, afferma la psichiatra e psicoanalista Adelia Lucattini, “Per il resto, sono poche le controindicazioni specifiche della montagna che com’è noto, giova anche in alcune forme di allergia respiratoria, poiché sopra gli 800 metri sul mare, l’ambiente è poco ospitale per gli acari e alcuni allergeni. Inoltre, è utile per la riabilitazione psicofisica “in quota” dopo traumi fisici e per la convalescenza in generale”.

Ogni anno, purtroppo, si contano ancora diversi incidenti in montagna. Più di 10mila in un anno, secondo i dati del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico il 2019 le attività di soccorso rispetto 2018, sono passate da 9.554 a 10.234 interventi (+7,1%), dopo un decremento nel 2021 sono tornate a valori critici nel 2022 con 10367 missioni di soccorso, con un incremento del 9,8% rispetto al 2021, superando i numeri pre-pandemici.

Man mano che il turismo montano aumenta crescono anche i rischi che soprattutto i neofiti corrono, per la mancanza di conoscenza di alcune norme essenziali di sicurezza e per la scarsa esperienza delle regole e della vita in montagna. Prima di partire, è necessario informarsi sull’altitudine adatta per ciascuno in base alla propria costituzione, alle oscillazioni del tono dell’umore, al proprio carattere e a eventuali patologie fisiche, senza trascurare l’adattamento fisiologico alle altitudini, necessario per tutti. “Se vissuta in modo equilibrato, cogliendo tutte le opportunità che offre”, prosegue Adelia Lucattini, “La montagna è salute. Le indicazioni a godere del clima montano come piacevole terapia sono tante, fare attività fisica in altura, spaziare con lo sguardo nutrendosi dei paesaggi, del profumo dei fiori, del cirmolo e delle piante aromatiche. Inoltre, il piacere del vivere i laghi con le loro le distese fiorite multicolori e le acque intensamente verdi e turchesi che consentono passeggiate rilassanti, sport acquatici e bagni rinfrescanti”. Alcune precauzioni sono indispensabili, la montagna non è consigliata in caso di ipertensione, cardiopatie e nefropatie gravi. “È evidente”, prosegue Adelia Lucattini, “che il soggiorno montano anche nei cardiopatici ha senz’altro dei benefici psicologici, per l’ambiente naturale, la tranquillità, le temperature fresche che migliorano anche il sonno. D’altro canto, però, sono necessari alcuni accorgimenti: maggior controllo su attività fisica, dieta e soprattutto negli spostamenti a quote più alte, poiché la rarefazione dell’ossigeno affatica il cuore. Così come sono controindicate in tutti escursioni sporadiche ad alte quote, senza un’adeguata preparazione, poiché possono causare il “mal di montagna”. In generale, quasi tutti possono salire fino a 1500-2000 metri in un giorno senza troppe difficoltà, ma circa il 20% delle persone che raggiungono i 2500 metri e il 40% di quelli che raggiungono i 3000 metri sviluppano una qualche forma della mal di montagna acuto. Questo dipende da più fattori: la velocità di salita, la quota raggiunta e l’altitudine a cui si dorme. Il mal di montagna terrorizza molto, disorienta e può essere accompagnato da forti crisi d’ansia sia per l’improvviso e intenso malessere fisico sia per l’aspetto traumatico dei sintomi inaspettati, per questo è importante conoscerlo ed essere sempre prudenti”.

Andare in montagna anche ad alta quota è di grande beneficio per gli atleti, in quanto favorisce il processo di ossigenazione dell’organismo. Fare escursioni a 2.100-2500 metri  l’allenamento a 1.250 metri o meno, ha dimostrato essere l’approccio ottimale per l’allenamento in quota. L’acclimatazione aumenta la tolleranza dell’ipossia e dello stress termico dovuti all’altitudine. Una permanenza di 10-15 giorni, stimola la produzione di globuli rossi ed emoglobina, e incrementa la soglia di tolleranza alla fatica. “La montagna”, conclude Adelia Lucattini, “ha allargato gli orizzonti umani non solo visuali, ma anche evolutivi ed esistenziali, offrendo una più ampia visione del mondo. I monti richiamano all’essenzialità e hanno stimolato fin dai primordi la vitalità interna, parlando direttamente all’inconscio. Per sopravvivere in montagna è stato necessario conoscerla bene, imparare e rispettare le sue regole, interiorizzandole e facendole proprie.  Ancora oggi è impossibile restare mentalmente inattivi al suo cospetto, resistere alla sua bellezza, ai suoi richiami, alla sua voce che ancora vive nel mito di Eco e non reagire positivamente. Il far nulla non è possibile davanti al suo maestoso fascino”.

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