23 Dicembre, 2024
spot_imgspot_img

Primo via libera dal Senato al decreto contro la carne coltivata. Ora tocca alla Camera

Il Senato ha approvato ieri, con 93 voti favorevoli, 28 contrari e 33 astenuti, il disegno di legge che vieta la produzione, l’utilizzo, l’immissione sul mercato e l’importazione degli alimenti e mangimi “sintetici”, ovvero costituiti, isolati o prodotti a partire da colture cellulari o da tessuti derivanti da animali vertebrati.

Il provvedimento è stato presentato da Francesco Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura, della Sovranità e delle Foreste, con il sostegno del Ministero della Salute, ed è stato approvato con procedura d’urgenza in Consiglio dei Ministri il 29 marzo.

A maggio è iniziato l’esame da parte delle Commissioni riunite Industria, Agricoltura, Sanità e Lavoro del Senato che con un emendamento hanno aggiunto all’articolo 2 del decreto anche il divieto di utilizzare nomi che fanno riferimento alla carne e ai suoi derivati per prodotti trasformati contenenti proteine vegetali, fenomeno che prende il nome di “meat sounding”.

Il provvedimento approvato dal Senato passerà ora all’esame della camera.

Come si legge nella nota pubblicata dal Ministero, l’obiettivo del Disegno di legge Lollobrigida è quello di assicurare un livello massimo di tutela della salute umana e degli interessi dei cittadini, oltre a preservare il patrimonio agroalimentare italiano, come insieme di prodotti che assumono una rilevanza strategica per l’interesse nazionale. In caso di violazione sono previste sanzioni amministrative e interdittive (come ad esempio la chiusura degli stabilimenti).

«Il provvedimento – scrive il Ministero – contiene la visione che il Governo Meloni intende diffondere sul futuro della nostra Nazione. Una visione che tutela le diversità e le caratteristiche dei territori e il legame tra cibo e cultura e il made in Italy agroalimentare».

La lagge, partita da una raccolta di firme organizzata da Coldiretti a livello nazionale, ha ricevuto il supporto di molte organizzazioni di categoria (ad esempio Slow Food Italia, Naturasì, Federbio, Codacons e tante altre), ma ha anche sollevato parecchie preoccupazioni.

Alcune, come quella dell’Associazione Luca Coscioni, sono relative alla libertà di ricerca scientifica che sarebbe ostacolata qualora il decreto venisse approvato definitivamente, accusa che è stata respinta dal Ministro Lollobrigida.

«Il diritto di precauzione ci permette di normare e di dire che, finché non c’è certezza della salubrità di un alimento, non viene commercializzato e importato in questa Nazione. –  ha sottolineato Lollobrigida nel corso della discussione in Senato – L’Italia è una Nazione libera sulla ricerca e dobbiamo mantenere questa consapevolezza e invertire quella fascinazione verso Stati in cui gli studi scientifici sono affidati al privato che fa il suo mestiere, a volte nell’interesse dei cittadini, altre volte nell’interesse esclusivamente delle azioni della multinazionale che rappresenta».

Tra i motivi di opposizione al provvedimento ci sono poi ragioni di ordine etico. L’Organizzazione Internazionale Protezione Animali (OIPA), ad esempio, ha criticato la norma definendola ideologica e inutile, dato che la carne sintetica non è ancora disponibile nel paese, e sottomessa agli interessi delle industrie che sfruttano gli animali. La carne coltivata è vista infatti da molti come un’alternativa etica alla carne convenzionale, anche se richiede cellule animali.

Sarà ora compito della Camera dei Deputati esaminare il disegno di legge e decidere del suo futuro. In ogni caso, quello sulla carne coltivata è un dibattito destinato a durare e a far riflettere sulla strada che l’industria alimentare dovrà prendere in futuro, visti anche gli ingenti investimenti che molti big del settore hi-tech, chimico, farmaceutico e finanziario stanno facendo in questo settore in tutto il mondo.

Sara Fantini
Redattrice L’agone

Ultimi articoli