“Aspettiamo le proposte dell’Enel nell’ottica della transizione energetica, ma intanto è fondamentale muoversi velocemente per arrivare il prima possibile alla realizzazione dell’impianto eolico offshore”. Così il presidente della CNA di Viterbo e Civitavecchia, Alessio Gismondi, presente al tavolo di ieri convocato da Mise e ministero dell’Ambiente, voluto dai parlamentari Alessandro Battilocchio e Mauro D’Attis. Una riunione istitutiva del Comitato di Coordinamento, ex articolo 24bis del Dl 50/22, per la riconversione delle centrali a carbone di Torrevaldaliga Nord a Civitavecchia e di Cerano a Brindisi.
Il phase out dal carbone a Civitavecchia e Brindisi è previsto nel 2025. “Una data vicinissima – dice Gismondi – per cui la CNA ritiene necessario scindere i territori per poter avviare un dialogo costruttivo in ognuno dei due, istituendo altrettanti tavoli separati. Al di là della volontà da parte di tutti di adoperarsi affinché quello di ieri diventi di sviluppo per il territorio, servono subito delle misure urgenti, in vista del 2025 ad oggi non sono infatti in piedi progetti interessanti e finanziati affinché Civitavecchia, dopo il phase out dal carbone, possa contare su un’attività economica di livello”.
La sola eccezione è l’impianto eolico offshore, “l’unica alternativa finora valida. Alla luce di questo – continua Gismondi – è necessario velocizzare al massimo le pratiche per arrivare alla sua realizzazione il più presto possibile. Occorre pertanto mettere a disposizione delle aree, indispensabili per organizzare il lavoro e iniziare”. Da qui la richiesta di procedere in maniera spedita, “al di là dei buoni propositi, per arrivare a un veloce inizio delle attività. È opportuno avviare un discorso costruttivo coinvolgendo l’autorità di sistema, affinché sia messa nelle condizioni di poter concedere gli spazi necessari per avviare il progetto”.
Non solo: per la CNA è indispensabile “un’azione di sistema che coinvolga tutti gli operatori, dalla politica alle associazioni datoriali tutte, ai sindacati dei lavoratori, evitando inutili e dannosi protagonismi”.
Intanto si attendono le mosse dell’Enel. “La nostra città ha garantito oltre 70 anni di attività e di servitù energetica, aspettiamo quindi proposte nell’ottica della transizione energetica, in quanto l’azienda è già protagonista sia in ambito nazionale che internazionale – conclude Gismondi – affinché Civitavecchia possa diventare un potenziale hub per le fonti rinnovabili”.