19 Dicembre, 2024
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Il declino delle democrazie

E’ sensazione comune l’avere percepito un calo nell’attenzione dei popoli a tenere sotto controllo gli aspetti generali e fondamentali della democrazia. E’ necessario, prima di ogni cosa, definire cosa si intende per democrazia: l’etimologia ci indica la provenienza dal greco “popolo e crazia”, forma di governo che sancisce come il potere del sia del popolo e l’esercizio della sovranità sia delegata al governo eletto. La democrazia prende il nome di democrazia diretta o plebiscitaria nel caso in cui assemblee direttamente o con plebisciti esercitano il potere legislativo e attuativo, democrazia indiretta, rappresentativa, parlamentare allorché viene la delega dei poteri viene esercitata da rappresentanti regolarmente eletti. In ogni caso fondamento della democrazia è la garanzia dell’eguaglianza dei cittadini senza distinzione di sorta alcuna, sesso, convinzione politica, religione. Lo scadimento, a mio modesto avviso, dei concetti su cui si basa il mio pessimismo deriva da molti fattori concomitanti e che si sono acuiti nel corso di non meno di trenta quaranta anni.

Alla fine della seconda guerra mondiale molte sono state le illusioni in cui l’Europa, e non solo, si è convinta di essere uscita da un secolo di guerre: triste illusione, se è vero che nell’occidente stretto guerre non erano evidenti, è altrettanto vero che i conflitti erano o sopiti o esportati verso paesi e popolazioni da sfruttare in tutti i sensi. I trattati di Yalta, dove i vincitori si spartirono il mondo in due mega aree di interesse, furono creati confini senza tenere conto di etnie differenti accorpando popolazioni, deportando o imponendo trasferimenti al solo fine di poter, ancora una volta, imporre soluzioni in favore di un neo colonialismo. Basti guardare i confini disegnati con linee rette del continente africano. Algeria, Marocco, Libia e Siria ne sono alcuni esempi.

Dalla comparsa dell’uomo sulla Terra le emigrazioni sono sempre esistite: in un primo tempo la causa principale era il non sapere utilizzare le risorse locali, poi alla ricerca di nuove risorse o migliori condizioni, infine la sete di potere. Ecco quindi comparire, come fonte di ricerca di mano d’opera a basso prezzo, lo schiavismo con la deportazione dall’Africa alle Americhe, ma questo è solo un piccolo esempio. Ora molte di queste popolazioni ne richiedono un giusto riconoscimento, visto che i paesi più avanzati li hanno sfruttato in tutti i sensi; lo sfruttamento avviene in modo capillare ma anche con politiche economiche che consentono di avere il controllo delle depresse economie locali senza alcun riguardo delle loro necessità quotidiane: vedi l’acquisto di interi territori per coltivare prodotti finalizzati all’alimentazione dei ricchi.

Altre cause di spostamenti sono e saranno sempre più ingenti dovute a cambiamenti climatici: innalzamento del livello dei mari stanno facendo scomparire intere isole, la desertificazione nel Mediterraneo avanza, ma appelli di scienziati e esperti del campo sempre inascoltati.

L’organizzazione del lavoro. Dopo l’avvento della rivoluzione industriale, metà ‘800 e inizio ‘900, altre rivoluzioni di difficile datazione, in quanto le modifiche sono avvenute con una curva esponenziale dal dopo guerra in poi, hanno determinato non solo una netta diminuzione dei lavoratori necessari, ma una radicale diversificazione nella composizione delle capacità operative e cognitive degli stessi. I modelli industriali, sempre più finalizzati all’economia di mercato, hanno seppure alleggerito solo in alcuni casi il lavoro manuale e con ampi spazi alla ergonometria, prevedono una forte influenza nell’automazione, il film Tempi Moderni del 1936 già preconizzava simili modificazioni.

L’economia. Entra sempre più prepotentemente nella vita quotidiana: i governi locali hanno un peso inferiore alle multinazionali che possono spostare produzione, fiscalità di profitti e tutto ciò che è connesso laddove è loro maggiormente conveniente. Il ruolo dei sindacati risulta marginale, anche in virtù di non trovare a volte un interlocutore fisicamente individuabile. Esempio il ruolo dei singoli ministeri nelle contrattazioni.

L’Europa unita si è dimostrata unita quasi esclusivamente per la moneta unica, ma i singoli Paesi non cedono sulla cessione di piccole o grandi parti della loro sovranità, l’integrazione con gli immigrati è fallimentare vediamo le nostre periferie trasformate in assurde banlieu, dove non può nascere che una violenza da reprimere.

L’attenzione a problemi sociali, conquiste ottenute duramente negli anni passati, quali aborto, parità dei diritti, vengono vanificate con opportune modifiche. L’astensione al voto è la conseguenza del disinteresse di una percentuale sempre maggiore, i giovani disertano la politica i “vecchi” sono o stanchi o disillusi. I governi, anche se regolarmente eletti, non rappresentano che una minoranza del popolo e quindi si sta andando verso nuove forme di dittature abilmente mascherate.
Claudio Cappabianca
Redazione L’agone

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