Come ogni estate l’Arena Palma si è vista come dimora di innumerevoli eventi serali e che, da proiezioni di film a concerti sotto il cielo stellato, donano alle persone una serata al limite del magico e in questo insieme di date, l’esibizione più recente e protagonista di questo articolo, è il concerto del complesso musicale “Soqquadro Italiano”, prodotto dalla fondazione “Entroterre”.
Il gruppo è formato da Vincenzo Capezzuto, la voce, Luciano Orologi al clarinetto, Giancarlo Bianchetti alla chitarra, Marco Forti al contrabbasso, Lorenzo Brilli e Roberto Gatti alle percussioni ed è esperto nel raccontare al pubblico il viaggio che la musica ha compiuto per il mondo nel corso della storia umana.
“Il repertorio musicale spazia da De André alla musica tradizionale greca; passa per il Salento per poi riposarsi in Argentina e tutto ciò con uno sguardo crossover, cioè con uno sguardo rivolto a trovare la stranezza. Questo progetto è proprio il limite sul quale siamo arrivati, è il punto in cui tutto entra dentro tutto, dove tutto è mescolato. Un po’ la nostra storia, la nostra cultura mediterranea, dove una melodia o ritmo può passare da paese a paese, cambia pelle, cambia vestito, ma come dire tutto è interconnesso.” Così lo ha descritto il direttore artistico del gruppo Claudio Borgianni, dopo aver ringraziato il vicesindaco di Trevignano Luca Galloni, e chi era presente ha percepito questo cambio di vestito e l’evoluzione dei suoni, come se lo avesse vissuto direttamente, come fosse stato il migrante che dal mondo arabo si stabilisce nel meridione italiano per poi, da lì, ripartire per raggiungere la Spagna.
Il complesso stesso, durante l’esibizione, ha presentato questo concetto affermando:”La musica è un’arte migrante, un’arte contaminata proprio perché è la sua natura uscire dai propri confini e arricchirsi del diverso, vedere nuovi paesi e incontrare nuove culture.Un’idea musicale è capace di percorrere distanze inimmaginabili rendendo possibile ai musicisti andalusi, turchi, greci e italiani, ritmi e fraseggi comuni.”
Non si sbaglia dicendo che questa affermazione non si limita semplicemente alla musica, ma riesce a descrivere anche la natura umana.
Una natura che spinge le persone al costante movimento e che le fa aggirare ogni ostacolo gli venga posto sul cammino e, forse, è proprio questa la ragione per la quale l’essere umano continua a fare musica dai tempi immemori.
Claudio Colantuono
Redattore L’agone