22 Novembre, 2024
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Fiba Cisl: “Lazio, sempre meno sportelli bancari”

Riceviamo e pubblichiamo: “Trovare uno sportello bancario anche nelle grandi città è sempre più difficile, tale fenomeno tende ad essere sempre più generalizzato. Ciò si evince anche dallo studio effettuato dalla Fondazione FIBA CISL, che per quanto concerne il territorio laziale ha elaborato i dati di Banca d’Italia, Istat ed Eurostat aggiornati al 30 giugno 2023. Il Lazio, con le sue province, non brilla certo tra le Regioni più virtuose, con Roma che si piazza al 34° posto su 91, mentre realtà come Frosinone e Rieti si disputano addirittura gli ultimi posti in classifica (rispettivamente 72^ ed 89^). Con il diminuire del numero di sportelli si riduce altrettanto velocemente il numero dei comuni laziali con almeno uno sportello bancario attivo, che passano dai 199 al 31/12/2021 (erano ben 259 al 31/12/2015) ai 190 al 30/06/2023, con un numero crescente di individui ed imprese privi di un appoggio bancario diretto, rispettivamente pari a 251.000 e 12.500, con tutte le conseguenze del caso in termini di facilità ed onerosità di accesso ai servizi bancari ed in particolare al credito.
In merito il Segretario Generale della FIRST CISL, Riccardo Colombani, ha avuto modo di osservare come “i dati mostrano che la desertificazione bancaria ha colpito le province italiane in modo molto difforme” e che “all’interno delle stesse regioni si registrano differenze marcate, mentre le grandi città, contrariamente alle attese, restano tutte fuori dalle prime posizioni”. In una recente intervista alla trasmissione televisiva “Agora’” in onda su Rai 3, lo stesso Colombani ricorda che anche il Presidente della Repubblica ha parlato di desertificazione nell’assemblea annuale dell’Associazione di rappresentanza datoriale delle banche di Credito Cooperativo. “Ci preoccupa tantissimo l’accelerazione del fenomeno, – continua Colombani-. Mediamente in Italia si utilizzano i canali digitali bancari per il 48%, in Spagna l’utilizzo medio è del 69% e in Francia circa del 68%. In questi due paesi ad alta digitalizzazione della clientela corrisponde però anche una presenza sul territorio di sportelli bancari. In Italia vi sono 36 sportelli ogni 100.000 abitanti, in Spagna 41 ogni 100.000 abitanti, in Francia sono presenti 53 sportelli ogni 100.000 abitanti. Sono stati chiusi quasi 600 sportelli nel corso del 2023 sulla base dei piani di impresa di alcuni gruppi bancari. Ci saranno ulteriori riduzioni di sportelli, la nostra stima è che a fine anno si arriverà a circa 20.000 sportelli in tutta Italia.”
Nelle nostre regioni già esiste una grande disparità. Si va dai 18 sportelli bancari ogni 100.000 abitanti in Calabria, 19 in Campania, 23 in Sicilia, fino ai 67 della provincia autonoma di Trento e 62 di quella di Bolzano.
“Sicuramente la digitalizzazione non è la causa della desertificazione dei territori, – conclude Colombani – là dove c’è un minor utilizzo dei canali digitali, c’è maggiore desertificazione, come il caso del Molise e della Calabria. Quello che ci preoccupa sono le persone nella fascia di età dai 65-74 anni dove l’utilizzo dei canali digitali scende a circa 26% e sopra i 74 anni scende addirittura a l’8%.”
“Le banche dovrebbero riflettere sulle conseguenze delle chiusure delle filiali, – commenta il segretario generale di First Cisl di Viterbo Alessandro Scorsini–. Continuare a ridurre la presenza sui territori significa muoversi in direzione opposta agli obiettivi del Pnrr e alla coesione sociale ed economica del Paese. Le banche dovrebbero valutare con molta attenzione e ricercare soluzioni indirizzate all’erogazione di servizi ai clienti compatibili con l’attività bancaria, al fine di diversificare le fonti di ricavo. Non dobbiamo dimenticare che le banche, pur essendo imprese, rivestono secondo la Costituzione una funzione sociale che il cambiamento rende decisiva. L’ampliamento dei servizi e il ritorno alla territorialità, anche da parte dei grandi gruppi bancari, consentirebbe – conclude Scorsini– di coniugare la ricerca di reddito con l’utilità sociale e la conseguente nuova occupazione che ne deriverebbe”.
Alessandro Scorsini, segretario generale First-Cisl di Viterbo 

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