E’ vero che il linguaggio degli esponenti politici da sempre è stato caratterizzato da paroloni, voli pindarici per promesse, soluzioni facili, anche se poi all’atto pratico nessuno ha chiesto o ottenuto la relativa corrispondenza, ora con l’avvento dei social e del vizio dell’affermare di essere stati male interpetrati, il tono dei discorsi si fa sempre più acceso. Qualcuno ha detto, molto prima di me, che le parole sono come spade, quindi bisognerebbe riflettere molto prima di esporre le proprie idee; ma l’attuale mancanza di possibilità di replica, di critica, e non partecipazione alla vita democratica di larghe parti della popolazione consente a personaggi politici o comunque rappresentanti eletti sia pure da circa metà della popolazione avente diritto di voto di fare promesse da marinaio. Abbiamo sentito a proposito degli emigranti “faremo blocchi navali”, ma conoscevano le dimensioni del Mediterraneo? Di questi giorni, dopo l’ennesima violenza su ragazzine, si urla “bonificheremo Caivano”. Il termine bonificare, dal vocabolario Treccani” ha vari significati: “risanare moralmente eliminando o allontanando quanto è causa di corruzione e di vizio: b. gli ambienti in cui si annida la malavita”, oppure “compiere le operazioni di bonifica dei campi o dei terreni minati”.
Entrambi questi due esempi denotano una superficialità nell’esposizione dei possibili rimedi. Il fenomeno delle migrazioni deriva da una complessità di cause: economie disastrate, guerre, variazioni climatiche quali desertificazione, innalzamento dei mari solo per citare alcune. I promessi respingimenti o il rimandare nei paesi di provenienza si scontrano con la mancanza di accordi internazionali sia con i paesi di origine, sia con i paesi di transito. Paesi di transito che lucrano su questi traffici o che non hanno interlocutori unici al loro interno, la Libia insegna. La stessa Europa non ha una visione unica ma solo una visione nazionalistica a difesa dei singoli privilegi. L’accoglienza fa acqua da tutte le parti, ne vediamo come triste conseguenza la proliferazione di aree cittadine trasformate in ghetti dove ogni tipo di attività illecita viene condotta.
Ovviamente, la bonifica, quale soluzione radicale per reprimere ogni attività illegale, si risolve mandando l’Esercito. Ma l’Esercito può sicuramente agire per bonificare i terreni dagli sversamenti di sostanze pericolose da terreni su cui si coltivano tranquillamente ortaggi, frutta e altri prodotti alimentari, ma non ha compiti propri di polizia. Ricordiamoci che ogni nostra città, dal nord al sud, dal dopo guerra in poi ha visto il sorgere di quartieri ghetti, e continuiamo imperterriti. Ma è violenza costruire fabbricati lunghi centinaia di metri dove l’individuo perde ogni conoscenza del proprio essere, un esempio? il famoso serpentone di Corviale a Roma. Ma qualcuno ha mai percorso la strada Domiziana che collega la Napoli di Posillipo alle sponde laziali di Gaeta? Questa strada unisce punti di rilevante interesse archeologico Cuma, Baia, lago del Fusaro, allevamenti di bufali, ma gli anni ’50 hanno visto il sorgere sulla bella costa sabbiosa grattacieli, ovviamente abusi e regolarmente condonati per fare cassa, e successivamente tutta la strada vede capannoni industdriali abbandonati. L’intero territorio à stato adoperato come discarica nazionale, tonnellate e tonnellate trasportate dal nord con la complicità delle varie organizzazioni mafiose locali, ma con la complicità di tutti nessuno ha mai visto nulla sino poi alla bolla come terra dei fuochi. Ora parliamo di bonificazione, ma non vogliamo vedere quanti e quali sono le altre aree che circondano le metropoli di Milano, Torino, Genova, solo per citarne le maggiori. Ma esistono fondi sufficienti? Esiste una capacità programmatica per affrontare problemi così complessi? Una politica di destra è in grado di rinnegare alcuni dei suoi postulati inneggianti allo sfruttamento delle masse e a politiche di favoreggiamento del privato in danno al pubblico? Non nascondiamoci dietro a una violenza su povere donne bambine per non vedere che questo caso nasconde una tolleranza verso il predominio di una classe sociale benestante o che comunque si sente privilegiata. A Milano, vedi City Life, appartamenti dal costo inarrivabile, la periferia o alcune zone non sono dissimili da Scampia o Caivano.
L’agone nuovo ha dedicato e dedica ampio spazio ai vari aspetti della violenza e della molteplicità dei problemi connessi a una carenza di cultura educativa per il rispetto delle minoranze e delle persone fragil: da anni, con l’ausilio di esperti organizza, partendo dalle scuole, vero fulcro di ogni società, dibattiti pubblici
Claudio Cappabianca
Redazione L’agone nuovo