22 Novembre, 2024
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Mostra internazionale del cinema di Bracciano, intervistati i giovani organizzatori

Abbiamo visto concludersi ieri la seconda edizione della Mostra Internazionale del Cinema di Bracciano che, nelle due giornate del fine settimana di inizio settembre, ha visto la proiezione di 26 opere internazionali tra cortometraggi e lungometraggi sperimentali, di animazione, finzione e documentari avvenute sia all’Archivio Storico Paolo Giordano Orsini che nella verde cornice dei Giardini del lago a Bracciano. Hanno giudicato le opere e proclamato i vincitori per ogni sezione una Giuria di esperti (critico cinematografico, regista sceneggiatore, docente universitaria, ricercatrice), una Giuria popolare (pubblico presente) e la Giuria giovani (studenti e studentesse dei licei del territorio).
La Mostra, patrocinata dal Comune di Bracciano e dal Comune di Oriolo Romano, ha riscosso grande successo e partecipazione ed è nata grazie all’associazione di promozione sociale Gasp e al collettivo Papermoon – cinema dalla carta alla luna e a Cultura Movens che hanno, inoltre, fatto sì che l’evento fosse molto ben organizzato alternando le proiezioni ai dibattiti con gli autori e le autrici internazionali in collegamento telematico ai quali e alle quali era possibile porre domande attraverso i traduttori e le traduttrici: il tutto è stato notevolmente interessante. Noi abbiamo posto alcune domande agli organizzatori del collettivo Papermoon.

Come nasce la Mostra Internazionale del cinema di Bracciano e quali opportunità
offre ai partecipanti?
«La Mostra Internazionale del Cinema di Bracciano nasce all’interno del Collettivo Papemoon e di GASP – Associazione Antifascista di Promozione sociale, che da dicembre 2018 offre al territorio braccianese attività non a fine di lucro, basate sul volontariato dei suoi soci. Nella convinzione che la promozione sociale non possa essere disgiunta dalla promozione culturale, abbiamo pensato di mettere a disposizione del nostro territorio le figure professionali che avevamo al nostro interno per costruire qualcosa di socialmente, culturalmente e politicamente significativo. E così è nata la Mostra Internazionale del Cinema di Bracciano.
Tra le opportunità che offriamo ai nostri partecipanti c’è, ovviamente, quella della promozione dei loro lavori ma – da questi due anni di esperienza – possiamo affermare con convinzione che la vera opportunità sia la condivisione del proprio lavoro con il pubblico.
La cultura assume un ruolo formativo nel momento in cui si fa sociale, condivisa.
Riflettere “socialmente” su tematiche di guerra, sfruttamento, ingiustizia sociale, tutela ambientale, per citare alcune tra le tante tematiche affrontate in questi due anni, riflettere con il pubblico sui contenuti e le scelte intraprese per trasmettere e fare arrivare quei contenuti, sono momenti di crescita e arricchimento anche per gli autori».

In una prospettiva concernente il rapporto tra cinema e territorio,
cosa significa la Mostra in un contesto come quello lacustre in cui, tra l’altro, a
parte il cinema di Trevignano – in considerazione della recente chiusura del cinema di Bracciano – non sono presenti sale cinematografiche?
«La chiusura del cinema a Bracciano è stata sicuramente una perdita per il nostro territorio, in parte viene compensata dalla presenza del cinema a Trevignano che offre sempre un’ottima programmazione. Non siamo così presuntuosi da credere di poter sostituire una sala cinematografica con programmazioni annuali. Forse la presenza di una sala di proiezione ci avrebbe facilitato ma inventare “locations”, organizzarle, è stato un bellissimo modo per portare i “nostri” film alle persone.
Ultima cosa: cinema, per noi, non è semplicemente una sala di proiezione, cinema è selezione di ciò che si vuole trasmettere al pubblico, è individuazione di contenuti e forme socialmente significative.  Cinema è cultura. Come abbiamo ricordato alla chiusura della Mostra, cinema è cultura non in senso di accumulazione di sapere enciclopedico ma in senso gramsciano: “organizzazione, disciplina del proprio io interiore, è presa di possesso della propria personalità, è conquista di coscienza superiore, per la quale si riesce a comprendere il proprio valore storico, la propria funzione nella vita, i propri diritti e i propri doveri.”

Approfittiamo di questa intervista per ricordare che la Mostra non è a fine di lucro, ed è un esempio di come si possa fare cultura al di fuori di ogni logica di profitto. I fondi che siamo riusciti a raccogliere saranno investiti per le future iniziative sociali di GASP.
Ringraziamo tutte le persone e gli enti che ci hanno sostenuto perché, oltre all’impegno di tutti noi, la mostra esiste anche grazie ad un pubblico partecipe e generoso».

Marzia Onorato
Redattrice L’agone

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